CARLO CASINI
Causa di canonizzazione per Carlo Casini? Per Paola Binetti sarebbe segno di speranza
“Carlo Casini è un Santo in tutti i sensi e, non a caso, come ha detto Papa Francesco, ad accoglierlo in Cielo c’è stata una miriade di bambini”: così Paola Binetti, durante il convegno “Impegno pubblico e virtù. L’esempio di Carlo Casini, magistrato, deputato, europarlamentare, leader del Movimento per la Vita”, tenutosi il 15 ottobre 2024, nella Sala Regina della Camera dei deputati.
“Carlo Casini ha sempre suscitato in me la sensazione di stare vicino a una persona santa – ha esordito Paola Binetti nel suo discorso – tanto è vero che (la figlia Marina lo sa) poco dopo la nascita al Cielo di Carlo, ho espresso alla famiglia l’idea di promuoverne la causa per la canonizzazione”. E sebbene “la famiglia all’inizio sembrava un po’ restia, non certo per mancanza di convinzione circa la santità di Carlo ma per una sorta di pudore”, “con l’incoraggiamento e la convinzione di moltissime persone dei più diversi ambienti si è lasciata coinvolgere”.
La santità come uomo e politico
Binetti si è detta “personalmente convinta non solo della santità personale di Carlo ma anche della necessità di mostrarne in modo speciale la santità nell’impegno pubblico”, soprattutto in un contesto, come quello odierno, dove prevale un atteggiamento ambivalente verso la politica. Infatti, come ha giustamente fatto presente, durante il suo articolato discorso, oggi si fatica a pensare che un politico possa essere onesto, ancor meno si pensa che possa essere santo.
E invece, ha dichiarato: “Carlo è un Santo in tutti i sensi” e si è contraddistinto soprattutto per l’amore alla vita, “non a caso, come ha detto papa Francesco, ad accoglierlo in Cielo c’è stata una miriade di bambini, nati anche grazie alla sua incessante difesa della vita, dall’inizio alla fine”.
E su questo punto, ha voluto ricordarlo “giovanissimo magistrato, che per la prima volta ha il coraggio di prendere posizione contro determinate ‘pratiche’, che erano la negazione della vita”. Infatti, “pur essendo un giovane magistrato, ha trovato in sé stesso una forza straordinaria per andare controcorrente”.
Binetti ha però voluto ripercorrere tutte le tappe della storia di questo grande uomo, evidenziando l’impegno come liceale, universitario e nell’Azione Cattolica, soffermandosi, poi, sulla formazione giuridica solidissima. Ha inoltre sottolineato la capacità di operare una “sintesi tra fede e ragione”. Per lei, allora, è “possibile trovare tracce della sua santità nello studio rigoroso, nel suo impegno sociale, nel suo lavoro professionale, nella vita di famiglia, e in tutta la sua vita pubblica”. Casini “ha costruito il suo impegno pubblico sull’esercizio delle virtù vissute in maniera eroica. Virtù eroiche che non potevano restare chiuse nel circuito del privato, perché la verità esige di essere declamata sui tetti”.
Dopo aver delineato il profilo di Casini, Binetti ha desiderato parlare della sua conoscenza personale con Carlo, col quale ha vissuto “esperienze significative”, “come quella fatta nel Comitato nazionale di bioetica, dove il pluralismo delle presenze e delle partecipazioni rende essenziale il valore costante e continuo della mediazione”.
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Inclusività e amicizia con chi la pensava diversamente
Ha ricordato un Carlo “persuasivo e convincente”, che argomentava bene, poiché sapeva quello che diceva e al tempo stesso, però, riusciva a “instaurare rapporti di amicizia con tutti, anche con coloro che non condividevano le sue posizioni”. In questo “aveva i migliori compagni di strada, in particolare san Giovanni Paolo II e santa Teresa di Calcutta. Una amicizia, la loro, che aveva profondi risvolti di reciproca stima e apprezzamento”.
Con Giovanni Paolo II, del quale citava a memoria Evangelium Vitae, e con Santa Teresa condivideva moltissimo, soprattutto in merito alla difesa dei bambini non nati. A questo punto, Binetti ha ricordato lo storico ritiro del premio Nobel per la pace da parte di Santa Teresa di Calcutta, il cui discorso – soprattutto nella parte in cui argomentava in difesa dei bimbi non ancora nati – sembrava scritto proprio da Casini.
Inoltre, “Carlo era un uomo che gettava ponti. Attraverso il Movimento per la Vita ha saputo stendere ponti tra donne in difficoltà davanti alla loro maternità e donne che erano in grado in quel momento di farsi carico di quelle difficoltà”, sollecitando uno spirito di “sorellanza”.
La santità nel tempo della malattia
Infine, è stata ricordata la forza e luminosità di Carlo nel tempo della malattia: “è allora che lui è stato davvero un Cristo in croce”, ha affermato Binetti. La Sla, infatti “è una malattia difficile, faticosa, tanto che per alcuni è stato un motivo per chiedere di essere aiutato a morire, arrivando fino alla richiesta di eutanasia; ma per altri è stato un motivo per vivere la santità attraverso l’esperienza personale del dolore. Noi chiediamo che la santità di Carlo venga riconosciuta anche per come ha vissuto la sua malattia”.
Il discorso della Binetti, nel complesso, ha dunque voluto sottolineare che “La sua è stata una santità assoluta perché è stata una spoliazione assoluta; una spoliazione accettata in una logica di donazione totale… accettando di essere quel chicco di grano, che se non muore non dà tutto il frutto che potrebbe”.
Ecco perché si chiede che la Chiesa riconosca la santità di questo magistrato, padre, uomo politico, perché ha saputo “vivere in modo del tutto disinteressato al servizio di un grande valore, nel suo caso la vita, la famiglia, senza mai porsi con un atteggiamento aggressivo ma sempre in modo inclusivo, comprensivo, benevolo e nello stesso tempo senza mai rinunciare a riaffermare la verità”.
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