Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,20-25)
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete.
Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
Il commento
“Quando verrà il regno di Dio?” (17,20). La domanda dei farisei è l’espressione limpida di un popolo che attende con impazienza di vedere ciò che Dio ha promesso. In quelle parole c’è tutta la speranza d’Israele. È un popolo che ha sofferto molto, la sua storia è tragicamente segnata dalle più cocenti sconfitte sul piano militare, ha sperimentato la durezza dell’esilio, sopportava la dominazione dei romani… E tuttavia, è un popolo che non ha mai perso la speranza, ha sempre custodito la certezza che Dio avrebbe manifestato il suo regno. Le parole e i gesti di Gesù hanno alimentato il fuoco della speranza. La domanda è sincera ma il futuro – “quando verrà” – lascia intendere che essi non riconoscono nell’opera del Nazareno il frammento di quel Regno tanto desiderato. I farisei non hanno occhi per vedere e non hanno orecchi per udire. Non si accorgono che la promessa di Dio ha già cominciato a manifestarsi. È quello che annuncia Gesù: “Il regno di Dio è in mezzo a voi!” (17,21). Dio è già all’opera, è presente e agisce nella sua persona, le sue parole e le sue opere sono il segno che Dio è venuto a visitare il suo popolo, come canta Zaccaria (Lc 1,68).
Malgrado l’elevata miopia, i farisei attendevano con fiducia l’intervento di Dio e sapevano che Lui solo poteva dare la liberazione. Questa pagina obbliga a riflettere sulla nostra fede. Quali sono le speranze che illuminano la nostra vita e orientano i nostri passi? La nostra speranza è riposta in Dio oppure è affidata esclusivamente alle nostre forze? Tante persone vivono senza ideali, si preoccupano solo di coltivare il loro piccolo orto, secondo una prospettiva che inevitabilmente finisce per assumere una forma egoistica. La ricerca dei beni penultimi, legati all’esistenza quotidiana, finisce per nascondere beni ultimi. Il Regno di Dio, invece, coincide con il bene comune, riguarda il destino dell’umanità, chiede di allargare l’orizzonte del cuore. Oggi chiediamo la grazia di testimoniare, in opere e parole, che il Vangelo è la speranza dell’umanità.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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