Gli sposi Tommaso e Giulia: “La teologia del corpo è una buona notizia da dare”
Tommaso Lodi e Giulia Cavicchi: “Che significato ha il nostro corpo, la nostra sessualità? Queste domande riposano più o meno consapevolmente nel cuore di ogni giovane e attendono una risposta. Per noi è un privilegio vedere come, durante le esperienze che proponiamo, la luce della verità entra con delicatezza nelle ferite del cuore di tanti e guarisce donando libertà, sciogliendo nodi, indicando luoghi da sanare, aprendo prospettive nuove, smentendo bugie”.
Abbiamo intervistato Giulia Cavicchi e Tommaso Lodi, due sposi che hanno scoperto la missione di annunciare, ad un mondo ferito e contraddittorio, la buona notizia della Teologia del Corpo. Per poterla donare, dicono, bisogna prima averla accolta. Oggi la prima parte del racconto, in cui ci parlano di come è nata questa vocazione e del loro impegno a promuoverla. Seguirà, domani, la seconda parte: quella sui principali ostacoli che trovano nell’annuncio.
Teologia del Corpo: cosa rappresenta per voi? Come l’avete scoperta?
Da giovani sposi avevamo il desiderio di spenderci per l’educazione all’affettività e così nel 2010, un anno dopo il nostro matrimonio, ci siamo iscritti al Master in Fertilità e Sessualità coniugale all’Istituto Giovanni Paolo II a Roma. Lì abbiamo scoperto la Teologia del Corpo, che ci è risuonata subito come una buona notizia da far conoscere: finalmente un annuncio che il cuore riconosceva vero e capace di dare un significato nuovo e più profondo alle esperienze vissute, ma senza essere moralisti.
In particolare, in quegli anni è stata importante l’amicizia con un giovane prete polacco di nome don Przemyslaw Kwiatkowski, studioso di Giovanni Paolo II, che ci ha fatto scoprire la persona e il pensiero di Karol Wojtyla.
Per noi, ora, la Teologia del Corpo rappresenta un tesoro a cui tornare e da approfondire continuamente, perché ha sempre qualcosa di nuovo da dirci. In più, subito dopo gli studi a Roma, ci siamo trovati, senza cercarlo, a condividere questo dono con altri e un po’ alla volta, con non poche resistenze, abbiamo accolto questa missione che il Signore ci indicava.
Ora la riconosciamo come il “filo rosso” attraverso cui il Padre conduce la nostra vita, attirandoci a sé, permettendoci di nutrire e sperimentare la nostra fede, colmandoci di immeritate benedizioni e rendendoci padre e madre anche se in un modo che non ci saremmo certo aspettati.
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In che modo vi impegnate per farla conoscere?
Siamo impegnati nella divulgazione della Teologia del Corpo da circa una decina d’anni. Inizialmente, oltre ad accogliere gli inviti che ci venivano fatti, incoraggiati da don Renzo Bonetti (Progetto Mistero grande), abbiamo iniziato piano piano a proporre, insieme ad un’equipe, alcune preziose esperienze per approfondire il tema: un weekend introduttivo alla Teologia del Corpo di nome Forum WAHOU e una settimana di approfondimento dal nome “Questo è il mio corpo”.
Qualche anno dopo, abbiamo deciso di aprire un blog con le relative pagine social per arrivare a più persone, cercando di proporre lo sguardo della Teologia del Corpo su temi di attualità e cultura, per renderla più accessibile e comprensibile.
Nel 2021 poi abbiamo pubblicato il nostro primo libro, “Il cielo nel tuo corpo”, che continua a stupirci per i riscontri che riceviamo. È proprio come assistere alla moltiplicazione dei pani e dei pasci: noi abbiamo scritto il libro, ma poi è bellissimo vedere come lo Spirito attraverso di esso ispiri percorsi, cammini e vere e proprie conversioni di vita. Anche grazie al libro, siamo oggi invitati in varie parti d’Italia ad annunciare la Teologia del Corpo. Questa chiamata ha aperto un lungo discernimento di coppia che è sfociato nella scelta di Tommy di lasciare il lavoro da ingegnere a fine 2023 per poterci dedicare più pienamente a questa missione.
Rispondere a questa chiamata ci permette oggi di collaborare con realtà diverse della Chiesa, e siamo grati di tutto questo perché è un dono che ci arricchisce molto. L’ultima novità in questo senso è la collaborazione con l’Istituto per lo Sviluppo e la Persona dell’Università Francisco de Vitoria di Madrid che ci ha affidato il compito di coordinare il primo programma universitario in Teologia del Corpo in lingua italiana 100% online realizzato in collaborazione con l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e il Progetto Mistero Grande, in partenza a gennaio 2025.
Per avere info: https://mision.ufv.es/registro/programma-in-teologia-del-corpo/
I giovani hanno sete di senso, hanno bisogno di capire che direzione dare alla propria vita. In che modo la Teologia del Corpo li aiuta in questo?
Viviamo in una società sempre più competitiva ed individualistica e i giovani sono come presi in un vortice nel quale da ogni parte sono spinti a prepararsi per “diventare qualcosa”, per “diventare qualcuno”, per avere successo. Tutta questa frenesia fa perdere di vista la domanda più essenziale che ogni giovane porta nel cuore: ma io chi sono? Il tema dell’identità personale non può essere bypassato o delegato ad un ruolo, una professione o ad una posizione sociale, pena lo smarrimento e una vita vissuta in superfice (lontano dalla profondità di sé stessi).
Ecco perché la Teologia del corpo è così importante per i giovani: perché offe le coordinate antropologiche per accedere alla migliore versione di noi stessi. La domanda di fondo che guida le riflessioni di Giovanni Paolo II riguarda infatti il mistero della persona umana: cosa significa essere persone umane? Che significato ha il nostro corpo, la nostra sessualità? Come possiamo vivere in pienezza la nostra vita?
Queste domande riposano più o meno consapevolmente nel cuore di ogni giovane e attendono una risposta. Per noi è un privilegio vedere come, durante le esperienze che proponiamo, attraverso questo annuncio la luce della verità entra con delicatezza nelle ferite del cuore di tanti e guarisce donando libertà, sciogliendo nodi, indicando luoghi da sanare, aprendo prospettive nuove, smentendo bugie.
Per vistare il blog: www.teologiadelcorpo.it
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