Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,15-24)
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”.
Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”».
Il commento
“Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti” (14,16). Una parabola è come mosaico in cui ogni dettaglio ha un suo significato e un suo valore. Oggi mi basta mettere in luce le parole introduttive in cui emerge con grande chiarezza la volontà salvifica di Dio: “Fece molti inviti”, letteralmente chiamò molti. Dobbiamo intendere “molti” nel senso di “tutti”. Non possiamo pensare che Dio chiama alcuni ed esclude gli altri. D’altra parte, Gesù afferma di essere “venuto per dare la sua vita in riscatto per molti” (Mt 20,28); e nella cena pasquale annuncia che il suo sangue sarà “versato per molti” (Mt 26,28). Non possiamo certo pensare che arbitrariamente Dio voglia riscattare solo una parte di umanità, lasciando l’altra nella prigionia del peccato. Nella lingua italiana “molti” indica una parte, una parte maggioritaria ma pur sempre una parte. Nella lingua aramaica, invece, quella parlata da Gesù l’aggettivo indica la totalità. Questa interpretazione trova conferma in altre pagine del NT, come quella in cui Paolo afferma nella forma più categorica: “Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi (1Tm 2,4). Non solo lo vuole e lo desidera ma s’impegna perché ciò avvenga.
Questa volontà è chiaramente espressa nella parabola. Dio prepara la cena e invita tutti al banchetto della vita. Il plateale rifiuto di tutti gli invitati non raffredda l’intenzione salvifica. Il padrone chiede al servo di uscire di nuovo per chiamare i più poveri, quelli che pensavano di essere esclusi: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi” (14,21). Questa volta l’invito trova accoglienza ma… c’è ancora posto. Di qui un nuovo comando: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia” (14,23). Appare chiaramente l’immagine di un Dio che non si rassegna e non si arrende. Un Dio che vuole far giungere a tutti la parola che salva perché ama tutti. “Beati gli invitati alla cena dell’Agnello”, diciamo in ogni Messa. Chiediamo la grazia di rispondere con un nuovo e più convinto eccomi.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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