EROS E AGAPE

Quando Benedetto XVI esortava i fidanzati a “non bruciare le tappe”

fidanzati

di Giuseppe Lubrino

“E non pensate, secondo una mentalità diffusa, che la convivenza sia garanzia per il futuro. Bruciare le tappe finisce per ‘bruciare’ l’amore, che invece ha bisogno di rispettare i tempi e la gradualità nelle espressioni; ha bisogno di dare spazio a Cristo, che è capace di rendere un amore umano fedele, felice e indissolubile”. Le parole, ancora attuali, di Benedetto XVI ai fidanzati.

Per il teologo Joseph Ratzinger, poi Papa Benedetto XVI, l’eros (amore passionale/carnale) purificato dalla forza educatrice della Parola di Dio e sorretto dalla grazia dei sacramenti, si trasforma in agapé (amore oblativo/incondizionato), così da contribuire al pieno ed autentico sviluppo dell’umanesimo della civiltà cristiana. 

Ogni persona e, in particolar modo, i credenti hanno il compito e il dovere di accrescere la loro umanità per progredire e maturare la loro identità personale. 

La vita di coppia, in tal caso, si rivela essere una “scuola”: imparare a conoscere l’altro diventa motivo di una conoscenza più approfondita di sé stessi. Così come riconoscere i “difetti” dell’altro può costituire un’opportunità per riconoscere ed eventualmente limare i propri difetti. 

Prendersi cura dell’altro è un incentivo affinché ciascuno abbia premura di curare sé stesso e non solo dal punto di vista estetico-corporale, ma anche e soprattutto dal punto di vista interiore ed esistenziale. Ecco, dunque, che tali riflessioni in una società “liquida” – come definita da Bauman – acquistano una notevole pregnanza per chi intende affrontare il matrimonio a partire dall’esperienza che la fede cristiana propone. 

In tal senso, Benedetto XVI ha lasciato un’impronta indelebile circa l’importanza che il matrimonio e la famiglia rivestono per la crescita e la maturazione della fede e lo ha fatto nello specifico nel lontano 2002, consegnando alla Chiesa e con essa all’umanità di tutti i tempi un documento dal valore educativo inestimabile: la nota dottrinale in cui sono contenuti i celebri principi non negoziabili. 

“Se il cristiano è tenuto ad «ammettere la legittima molteplicità e diversità delle opzioni temporali»,[15] egli è ugualmente chiamato a dissentire da una concezione del pluralismo in chiave di relativismo morale, nociva per la stessa vita democratica, la quale ha bisogno di fondamenti veri e solidi, vale a dire, di principi etici che per la loro natura e per il loro ruolo di fondamento della vita sociale non sono “negoziabili”. 

Tali principi li possiamo riassumere nel modo seguente: 

1. dignità della persona umana; 

2. inviolabilità e tutela della vita umana dal suo concepimento fino al suo naturale concludersi; 

3. difesa e promozione del Matrimonio uomo-donna in forma monogamica quale cellula naturale e fondamentale della società; 

4. garantire la libertà di educazione della prole. 

Leggi anche: La coppia: “partner” del progetto di Dio. Uno sguardo al pensiero di Ratzinger (puntofamiglia.net)

Benedetto XVI ha formulato tali principi non negoziabili e ne è stato da sempre uno strenuo difensore e promotore, affinché tutti i credenti potessero abitare con consapevolezza e responsabilità la società del Terzo Millennio da cittadini autentici e maturi. 

È sempre stata, inoltre, sua premura pastorale e teologica sottolineare, in più occasioni, l’importanza dell’indissolubilità del Matrimonio uomo-donna e la valenza educativa che esso comporta per la prole. In questo contesto, infatti, è interessante rilevare quanto egli affermò ad Ancona nel 2011 durante la sua visita pastorale parlando alle giovani coppie di fidanzati: 

“Educatevi, poi, sin da ora, alla libertà della fedeltà, che porta a custodirsi reciprocamente, fino a vivere l’uno per l’altro. Preparatevi a scegliere con convinzione il “per sempre” che connota l’amore: l’indissolubilità, prima che una condizione, è un dono che va desiderato, chiesto e vissuto, oltre ogni mutevole situazione umana. E non pensate, secondo una mentalità diffusa, che la convivenza sia garanzia per il futuro. Bruciare le tappe finisce per “bruciare” l’amore, che invece ha bisogno di rispettare i tempi e la gradualità nelle espressioni; ha bisogno di dare spazio a Cristo, che è capace di rendere un amore umano fedele, felice e indissolubile. La fedeltà e la continuità del vostro volervi bene vi renderanno capaci anche di essere aperti alla vita, di essere genitori: la stabilità della vostra unione nel Sacramento del Matrimonio permetterà ai figli che Dio vorrà donarvi di crescere fiduciosi nella bontà della vita. Fedeltà, indissolubilità e trasmissione della vita sono i pilastri di ogni famiglia, vero bene comune, patrimonio prezioso per l’intera società. (Benedetto XVI, Discorso ai giovani fidanzati, Piazza del plebiscito, Ancona, domenica 11 settembre 2011). 

La Famiglia occupa sicuramente uno spazio rilevante e fondamentale all’interno dell’insegnamento ratzingeriano. In questa sede ci limitiamo solo ad indicare alcuni esempi per poter offrire qualche spunto di riflessione in merito. In effetti, la tutela e la promozione della famiglia è un principio che compendia e sintetizza tutti gli altri.

[La famiglia] fondata sull’unione indissolubile tra un uomo e una donna, costituisce l’ambito privilegiato nel quale la vita umana viene accolta e protetta, dal suo inizio fino alla sua fine naturale. Per questo i genitori hanno il diritto e l’obbligo fondamentale di educare i propri figli, nella fede e nei valori che rendono degna la vita umana. Vale la pena lavorare per il bene della famiglia e del matrimonio, perché vale la pena lavorare per l’essere umano, l’essere più prezioso che Dio abbia creato. 
Nella visione ratzingeriana la famiglia è immagine riflessa del mistero del Dio Trinità, costituisce una cellula fondamentale per lo sviluppo e la crescita della società. È partner privilegiata di Dio nell’opera della creazione ed ha il compito di far progredire la vita, di difenderla e custodirla in tutte le sue forme.




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