CORRISPONDENZA FAMILIARE

Il viaggio della Vita. Come vivere la stagione della vedovanza

14 Ottobre 2024

L’incontro con gli sposi appartiene ai primi anni del mio ministero sacerdotale, tanto che ha dato una particolare impronta al mio cammino personale e al mio servizio ecclesiale. Nel solco di questa esperienza ho avuto la grazia di seguire più da vicino il cammino di alcune persone vedove; ho avuto così la possibilità di entrare in un mondo che ancora non conoscevo e cogliere i diversi aspetti della sofferenza che attraversa la condizione della vedovanza. 

Dinanzi alla morte ho percepito la povertà delle parole umane e la necessità di rischiarare quella dolorosa esperienza con la Parola di Dio. Sono nati così alcuni incontri di catechesi e di condivisione nei quali la Scrittura si è rivelata come una sorgente d’acqua viva e perciò capace di irrigare i deserti dell’anima. In essa gli sposi vedovi hanno trovato luce abbondante per leggere dentro di loro e cogliere in modo nuovo la loro condizione esistenziale, fino a percepirla come un’altra e più misteriosa chiamata. La luce dello Spirito mi ha permesso non solo di condividere il dolore ma anche di offrire indicazioni per un significativo cammino spirituale e, per questa via, di generare sempre nuovamente alla fede.

In questo cammino ci siamo lasciati accompagnare dalla testimonianza di quanti, prima di noi, hanno fedelmente seguito il Signore. Nella storia della Chiesa abbiamo incontrato vicende di straordinaria bellezza, persone che hanno vissuto la vedovanza con dignità; altre che proprio in questa condizione hanno trovato la forza per compiere scelte ancora più eroiche: santa Monica e san Paolino, santa Brigida e santa Giovanna di Chantal, santa Francesca Romana e santa Rita da Cascia… e tanti altri. La loro vita non solo conferma la Rivelazione ma apre altri orizzonti e mostra l’inesauribile fecondità dello Spirito. 

Tutto questo è diventato un libro scritto assieme a Giuseppe Cutolo: “Il viaggio della Vita” (Editrice Punto Famiglia, 2024), che rappresenta il frutto maturo dell’esperienza che ho avuto la grazia di vivere a contatto col mondo degli sposi vedovi. Fin dall’inizio mi sono lasciato illuminare dalla Parola di Dio: da essa ho tratto gli orientamenti e le riflessioni che hanno dato vita alle catechesi che sono proposte: da un lato approfondiscono la specifica identità degli sposi vedovi e dall’altro invitano a coltivare gli elementi fondamentali della vita spirituale. La vedovanza così non appare più come una condizione esistenziale ma come una vera e propria vocazione, una nuova tappa del cammino nuziale. 

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Il libro è corredato da alcune testimonianze di sposi vedovi: li accomuna l’esperienza del dolore e l’incontro con la morte che ha sottratto loro il compagno della vita; ciascuno di essi ha potuto però accogliere in modo originale l’imprevedibile e sorprendente fantasia dello Spirito che soffia come e dove vuole.

Un libro particolarmente dedicato alle persone vedove non è solo un segno di quella compagnia che la Chiesa deve saper offrire a tutti, specie a coloro che vivono nel tempo della solitudine e della prova, ma è anche un annuncio di fede, risponde alla necessità di comunicare a tutti quella Parola capace di rischiarare ogni stagione della vita. Nessuno deve essere o sentirsi solo. Anche se è bene dire subito che la solitudine che scaturisce dalla forzata separazione coniugale non è necessariamente un male. Fa male ma non è in sé stessa un male: questa solitudine ferisce, addolora e può determinare una chiusura, ma può anche diventare uno spazio abitato da Dio. Chi sperimenta l’assenza della persona con la quale ha scommesso di condividere tutta la vita, evidentemente soffre, ma questo dolore può essere fecondo, può generare una nuova e più generosa apertura alla grazia. Quell’assenza può essere riempita da un’altra Presenza. 

Tante volte il dolore ci pone nelle condizioni di cercare Dio in una forma ancora più intensa perché ci rendiamo conto che Lui solo può rispondere al nostro bisogno di amore. Questa è la scommessa della fede, questa è la certezza della fede. In ogni solitudine c’è un silenzioso appello a cercare Dio. Beati coloro che non riempiono la solitudine di cose e di chiacchiere vuote, ma sono disposti a riempirla di Dio. Anzi, si lasciano riempire da Dio. 

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Le pagine de “Il viaggio della Vita” vogliono sollecitare o alimentare questo cammino interiore. È questo il mio più vivo desiderio ed è anche l’augurio che faccio a tutti coloro che vivono questa particolare esperienza della vita nuziale. Affido tutto questo a quanti sperimentano la desolazione della vedovanza e cercano nella Parola di Dio la consolazione, ai sacerdoti chiamati ad accompagnare le persone vedove, a quanti condividono il dramma di chi è solo.

La Vergine Maria, sposa di Giuseppe, prima di immergersi nella luce senza tramonto, ha sperimentato la stagione della vedovanza e può accompagnare con particolare premura coloro che attraversano il deserto della solitudine. Alla sua intercessione affido tutti coloro che, attraverso questo libro, riceveranno luce e forza per fare della vita un viaggio che troverà il suo sigillo quando, varcando la soglia della Vita, avranno la grazia di incontrare di nuovo e in una nuova veste il coniuge con il quale hanno condiviso le gioie e le fatiche della vita terrena.




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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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