Aborto Comico americano: “L’aborto è un omicidio? Sì, ma possiamo conviverci” Autore articolo Di Cecilia Galatolo Data dell'articolo 3 Ottobre 2024 Nessun commento su Comico americano: “L’aborto è un omicidio? Sì, ma possiamo conviverci” di Cecilia Galatolo In un programma tv, il comico Bill Maher ha affermato che l’aborto elimina un essere umano. Ciononostante, è “a favore della scelta della donna”: per lui basta “ammettere che lì avvenga un omicidio e conviverci”. Ha aggiunto: “Rimprovero la sinistra quando dice ‘loro [i pro-life] odiano le donne’. Non odiano le donne… Pensano che sia un omicidio. E in un certo senso lo è. A me va bene così”. La posizione del comico americano ha fatto infuriare molti: senz’altro i pro-vita per il cinismo dimostrato, ma anche i pro-choice per essere uscito dallo schema del politicamente corretto. Tra tutte le motivazioni che possono giustificare o rendere moralmente accettabile l’aborto Maher ha scelto sicuramente una delle meno accreditate socialmente. Ha mostrato totale indifferenza perché una vita umana viene stroncata al suo sorgere, anziché dire che una vita umana “vera e propria” ancora non c’è. Ha detto: “In fondo, se io sono vivo, che mi importa di quell’essere umano che deve ancora nascere?”, invece di sostenere che garantire l’aborto è un gesto di solidarietà. Ha infine affermato che “bisogna convivere con la verità”, invece di fuggire da qualsiasi verità sull’aborto. Per evitare il cortocircuito tra i valori professati, quasi sempre le persone contrarie all’uccisione di un proprio simile (grazie a Dio la maggior parte, almeno in Italia) ma favorevoli all’aborto (le statistiche dicono che lo sono 3 italiani su 4), contestano – fino a sgolarsi – l’utilizzo della parola “omicidio” in riferimento alla soppressione della “vita umana” nel grembo. Basta “ammettere che lì avvenga un omicidio e conviverci”, dice Maher. No: molti, troppi, non riuscirebbero mai a convivere “pacificamente” con qualcosa di simile e allora è necessario usare altre parole. Leggi anche: “Ho praticato aborti per 40 anni: è brutto come uccidere in guerra”. La testimonianza (puntofamiglia.net) Non tutti hanno l’onestà intellettuale del dott. Segato, che spiega da medico non obiettore come stanno le cose e, pur restando saldo alla legge che consente l’aborto, e applicandola, ne soffre. Tanti, proprio in virtù del fatto che esiste una legge si ribellano: l’aborto non può essere definito omicidio perché è legale. È questa la critica mossa di recente a papa Francesco per aver detto che l’aborto è un omicidio e aver definito i medici che lo praticano dei sicari. Prima di indignarci in maniera quasi automatica con il Papa, proviamo a “dialogare con lui” e con chi la pensa nello stesso modo. Interroghiamoci seriamente sulle sue parole, interroghiamoci su quello che avviene con un aborto. E proviamo a rispondere ciascuno secondo la propria coscienza. Prima di tutto, cos’è un omicidio? Nel dizionario troviamo come definizione: “delitto di chi sopprime una o più vite umane”. Ora, l’embrione e il feto sono “vite”? Hanno, cioè, un’esistenza distinta, originale rispetto a quella del padre e della madre? Hanno un nuovo patrimonio genetico, unico e irripetibile; un nuovo principio vitale, inedito rispetto a quello dei genitori? Sono “vite umane”, ovvero appartengono alla nostra specie? Perché, se la risposta a queste domande è “sì”, non c’è legge che tenga. Spesso si parla di aborto senza parlare dell’aborto. Si preferisce portare avanti altri temi ad esso connessi, come quello dell’“autodeterminazione” e della “libertà di scelta sul proprio corpo”. Più che concentrarsi sui problemi etici, si preferisce riferirsi alla sua ineluttabilità (“tanto ci sarà sempre, non importa nemmeno se è giusto o sbagliato, parlarne è solo una perdita di tempo, meglio semplicemente renderlo sicuro”). È davvero indifferente chiedersi se sia giusto o meno l’aborto? È indifferente se i nostri giovani ci riflettono con la propria testa, prima di sentirsi dire che “tanto ci sarà sempre”? Non sarà che, a forza di edulcorare questa realtà, poi andiamo in tilt se un comico, che pur difende l’aborto, ci mette davanti ad una verità così “cruda”, mostrandoci, di colpo, nudo l’imperatore che ci illudevamo di vedere vestito con abiti suntuosi? Che siamo favorevoli o no all’aborto, siamo capaci di interrogarci seriamente su cosa sia questo atto e di discuterne veramente, lasciando fuori gli slogan? La nostra posizione è maturata da studio e riflessione, esperienza, o ci lasciamo trascinare dalla corrente? E, infine, se dopo una seria, accurata, onesta ricerca, scoprissimo che l’aborto è, di fatto, un omicidio, continueremmo a conviverci pacificamente, come Maher, oppure cercheremmo di fare la nostra parte – senza condanne o dita puntate – per promuovere la cultura della vita? Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag aborto, BILL MAHER, CINISMO, DOTT. SEGATO, L’HO FATTO PER LE DONNE, omicidio, Papa Francesco Cecilia Galatolo Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio. Visualizza archivio → ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? Per Paola Binetti sarebbe segno di speranza “Papà per scelta”: quando il sentimentalismo non lascia posto a un dibattito vero Il compleanno di vostro figlio, una tappa del viaggio della vita Chi è causa del suo mal pianga se stesso? La Vigna di Rachele non la pensa così… Ero ateo, sono sacerdote: mia madre pregava che trovassi la felicità “Prof, perché va a Messa, se insegna scienze?”. Io rispondo con la storia di Enrico Medi Quando c’è vera intimità? Quando vi donate davvero l’uno all’altra! Coinvolgere i figli nel bene: la nostra esperienza come famiglia in Caritas Cambia impostazioni cookie Close GDPR Cookie Settings Panoramica privacy Cookie strettamente necessari Cookie funzionali (player di Youtube e Spotify) Powered by GDPR Cookie Compliance Panoramica privacy Questo sito web utilizza i cookie per offrirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie vengono memorizzate nel tuo browser e svolgono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili. Per ulteriori informazioni sui cookie utilizzati su questo sito leggi L'INFORMATIVA COOKIE Cookie strettamente necessari I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie. Abilita o Disabilita i Cookie Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie. Cookie funzionali (player di Youtube e Spotify) Questo sito Web utilizza i seguenti cookie aggiuntivi: (Elenca i cookie che stai utilizzando sul sito web qui.) Abilita o Disabilita i Cookie Attiva i cookie strettamente necessari così da poter salvare le tue preferenze!