23 Settembre 2024

Il proprium della maternità

«All’età di tre anni e tre mesi di mio figlio, ho avuto la sua diagnosi di autismo. Ho dovuto iniziare con lui il percorso intensivo di presa in carico e di terapie che non mi permettevano assolutamente di lavorare. Tra l’altro i supporti e i servizi sono davvero pochi». È la storia di una mamma, di una famiglia, delle difficoltà molto presenti di conciliazione tra maternità e lavoro.

Le madri lavoratrici si sentono non comprese, sole e continuamente in corsa per destreggiarsi tra i figli e impieghi precari e spesso mal pagati. Pesano anche, e molto sulla maternità, le differenze geografiche: nel Mezzogiorno l’occupazione delle donne con figli si arena al 39,7%, contro il 71,5% del Nord. Tra le regioni più “amiche delle mamme”, spiccano ai primi posti dell’Indice delle Madri (elaborato dall’Istat per Save the Children che misura, attraverso 11 indicatori, la condizione delle mamme rispetto alle tre diverse dimensioni della cura, del lavoro e dei servizi) la Provincia Autonoma di Bolzano, l’Emilia-Romagna e la Valle d’Aosta. Fanalino di coda sono le regioni Basilicata, Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, scontando una strutturale carenza di servizi e lavoro nei propri territori, a testimonianza di un investimento strategico che dovrebbe essere realizzato in queste regioni.

Ma i numeri ci indicano anche che in presenza di una stabilità nel lavoro e con un buon welfare familiare, le donne non sempre fanno più figli. Paradossalmente in regioni con meno servizi le donne sono più generative biologicamente. Il problema non è dunque solo economico ma soprattutto culturale. Se non si interviene anche su questo fronte è difficile passare dalle analisi alla sintesi. La maternità non è un ostacolo alla carriera, anzi, sviluppa nella donna tante abilità umane di cui fanno tesoro nel lavoro, potenziando la creatività, la pazienza e lo sguardo sugli altri. Porta più felicità anche nel mondo del lavoro.

Bisogna adoperarsi dunque non solo per “conciliare” famiglia e lavoro, ma favorire un processo di integrazione tra i due aspetti che fanno parte della identità della donna. Anche il linguaggio è espressione di un cambiamento che se vissuto, rispettando il proprium della maternità, non può che portare bellezza e fecondità in molti ambiti della vita sociale e familiare.



Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.

Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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