21 Settembre 2024

“Zia oggi non benedici il pranzo?”

Quando sono in giro per presentare qualche libro o per blaterare qualche parola sulla famiglia, la domanda che mi viene posta con più frequenza è: “Come fare per trasmettere ai miei figli o ai miei nipoti la fede? Sono proprio indifferenti!”. Io di solito rispondo: “Ne sei proprio sicuro/a che siano indifferenti?”. Io qualche certezza in merito la possiedo: ciò che semini non sempre ti viene restituito secondo il nostro modo di pensare. Dio ha strade imprevedibili e creative. Ci sorprende, non ci concede di autocompiacerci, ma ci porta a stare un po’ in ombra, a pensare di non essere all’altezza. Chi lo è infatti – all’altezza intendo – è solo Lui.

Viviamo tempi difficili per educare alla fede e ne soffriamo in misura maggiore quanto più riteniamo che avere fede sia un sostegno insostituibile per affrontare la vita. Vorremmo che i nostri figli e i nostri nipoti potessero aprire il cuore all’esperienza di grazia che viviamo ed essere contagiati all’istante. Dobbiamo però prendere atto del momento storico che viviamo e cercare di trafficare in questo tempo i doni del Signore.

Così spesso la domenica quando i miei nipoti vengono a pranzo a casa e sono tutti seduti a tavola mentre io finisco di preparare il piatto per ciascuno, il più piccolo dica: «Zia oggi non benedici il pranzo?». Io sorrido e penso che nonostante non siano abituati a farlo a casa e forse non ne sentano la necessità, è stato importante negli anni ripeterlo puntualmente e accompagnarlo con le parole più adatte per la loro vita. Così come quando abbassano il volume della tv se si accorgono che sto pregando il rosario.

Ogni gesto di bontà è un riflesso di Dio e siamo chiamati a coglierla, e riconoscerla, per esempio, nel nipote che, quando ha un compito difficile a scuola da superare mi dice: «Zia, per favore, comincia a pregare!» e se va storto «Zia, per favore, non pregare più per me!» per poi ritornare con la prima richiesta all’interrogazione successiva. O quando vedo mio nipote più grande o mio figlio aiutare mia madre nei lavori pesanti perché altrimenti non riuscirebbe a farli da sola e intanto continuare a prenderla in giro sui suoi anni ormai passati.

E che dire del colloquio di lavoro fissato a mezzogiorno per cui il figlio ti chiede preghiere: «Pensa, mamma, proprio a mezzogiorno!», e tu pensi con sorpresa che si è ricordato dell’Angelus, e il cuore ti si allarga per la speranza. I nostri figli, i nostri nipoti è come se si appoggiassero alla nostra fede, e credo sia proprio così. Si appoggiano alla nostra fede.

Quando guardiamo alla nostra vita, spesso non vediamo frutti o non quelli che abbiamo desiderato. In quel momento dobbiamo chiedere al buon Dio la grazia di sperare che nella terra il seme è ben piantato e un giorno sboccerà. Arriverà il tempo di Dio che non è il nostro. Purifichiamo la nostra fede dalla vanagloria e dall’orgoglio per fare risplendere solo la carità.



Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.

Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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