20 Settembre 2024

Chiara è “nostra” figlia

Vorrei ritornare sulla tragica vicenda di Chiara, la 22enne di Traversetolo, che avrebbe sepolto nel giardino di casa i due figli appena nati. Sono davvero basita dai commenti e dallo sdegno che giornalisti in tv, opinionisti e personaggi dello spettacolo fanno di questa ragazza dipingendola come un mostrofreddasenza sentimenti. E, per avvalorare la loro tesi, in continuazione ci spiattellano in faccia la foto di lei a New York due giorni dopo il parto. Ma vi domando: che cosa volete da Chiara? Che cosa vogliamo dai nostri giovani? Cosa pretendiamo da loro? Che sappiano decidere per il bene davanti a queste scelte? E perché dovrebbero? Abbiamo per caso insegnato loro la differenza tra ciò che è buono e ciò che non lo è? Abbiamo dato bussole?

Piuttosto non abbiamo insegnato loro che “il corpo è mio e decido io”? Non abbiamo loro permesso di bruciare tutte le tappe vivendo rapporti sessuali nell’adolescenza? Non abbiamo insegnato loro che l’aborto è un diritto da difendere ad ogni costo e che di un bambino nel grembo materno possiamo facilmente disfarci? Non li abbiamo mandati nelle piazze a protestare contro i Centri di aiuto alla vita? Non abbiamo accettato, muti, che sedicenti professori entrassero nel loro percorso scolastico e insegnassero loro che la libertà sessuale è una conquista, bisogna solo conoscere bene tutte le modalità per non assumersi responsabilità?

Chiara, e tanti altri giovani, i nostri figli, sono il frutto di questa cultura che alimentiamo ogni giorno a suon di diritti e di libertà. Li accudiamo come se fossero degli inetti, non abbiamo tempo da perdere per educarli all’affettività, li nutriamo a pane e smartphone, permettiamo che si anestetizzano con i social e la televisione e poi cosa pretendiamo? Che si assumano le loro responsabilità? Che si sentano colpevoli per aver procurato la morte ad un’altra persona quando annunciamo con voce grossa che le donne che abortiscono non devono essere colpevolizzate in nulla, che non si deve parlare di dignità di un’altra persona perché tutto quello che c’è nel grembo della donna è di sua proprietà fino a quando non vede la luce?

Insomma i nostri giovani dovrebbero davvero presentarci il conto sì, di tutte le storture culturali, di tutte le deficienze, di tutte le mancanze educative, affettive, valoriali e di fede che non siamo riusciti a consegnare loro. E non colpevolizzo i genitori ma una società intera di adulti che ha abbandonato il timone della barca e ora nella tempesta vorrebbe puntare il dito contro una ragazza solo per sollevarsi dal peso della coscienza. Questo non lo posso accettare.



Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.

Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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