Francesco: “Ho fatto da vecchio Papa quello che volevo fare da giovane gesuita”
Papa Francesco ha dedicato l’udienza del mercoledì, nella mattina del 18 settembre, al viaggio apostolico compiuto in Asia e Oceania. “Si chiama viaggio apostolico perché non è un viaggio di turismo”, ha specificato. Lo scopo? “Portare la Parola del Signore, per far conoscere il Signore, anche per conoscere l’anima dei popoli. E questo è molto bello”.
Davanti ai fedeli, riuniti per ascoltarlo a San Pietro, ha ricordato che è stato Paolo VI il primo Papa a “volare incontro al sole nascente”, visitando a lungo Filippine e Australia ma sostando anche in diversi Paesi asiatici e nelle Isole Samoa. Si era trattato, in quell’epoca, di un “viaggio memorabile”. D’altronde, “il primo a uscire dal Vaticano è stato San Giovanni XXIII che è andato in treno ad Assisi”.
Francesco ironizza sulla sua età e sui suoi acciacchi, spiegando di aver voluto seguire le orme di Paolo VI “con addosso qualche anno più di lui” e per questo “mi sono limitato a quattro Paesi: Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Orientale e Singapore”. Ha ringraziato il Signore, “che mi ha concesso di fare da vecchio Papa quello che avrei voluto fare da giovane gesuita, perché io volevo andare in missione lì!”.
Il Papa ha voluto sottolineare, con una prima riflessione spontanea dopo questo viaggio, che “nel pensare alla Chiesa siamo ancora troppo eurocentrici, o, come si dice, occidentali”; ma in realtà, “la Chiesa è molto più grande, molto più grande di Roma e dell’Europa, molto più grande, e – mi permetto di dire – molto più viva, in quei Paesi”. E aggiunge: “L’ho sperimentato in maniera emozionante incontrando quelle Comunità, ascoltando le testimonianze di preti, suore, laici, specialmente catechisti – i catechisti sono coloro che portano avanti l’evangelizzazione”.
Precisa ancora: “Chiese che non fanno proselitismo, ma che crescono per attrazione, come diceva saggiamente Benedetto XVI”.
E, seppure in Indonesia i cristiani sono circa il 10%, afferma il Papa: “quella che ho incontrato è una Chiesa vivace, dinamica, capace di vivere e trasmettere il Vangelo” e in quel contesto ha avuto conferma di come “la compassione sia la strada su cui i cristiani possono e devono camminare per testimoniare Cristo Salvatore e nello stesso tempo incontrare le grandi tradizioni religiose e culturali”
“La bellezza di una Chiesa missionaria, in uscita, l’ho ritrovata in Papua Nuova Guinea”, ha continuato il pontefice, ripercorrendo le tappe del suo itinerario, e dice: “Non è uniformità, quello che fa lo Spirito Santo, è sinfonia, è armonia, Lui è il ‘patrono’, è il capo dell’armonia”.
Leggi anche: Papa Francesco sui salmi: delle preghiere ispirate da Dio per “tutte le stagioni” (puntofamiglia.net)
E là, in modo particolare, a suo avviso “i protagonisti sono stati e sono tuttora i missionari e i catechisti”. Francesco arriva ad affermare che “Papua Nuova Guinea può essere un ‘laboratorio’ di questo modello di sviluppo integrale, animato dal ‘lievito’ del Vangelo”, perché “non c’è nuova umanità senza uomini nuovi e donne nuove, e questi li fa solo il Signore”. Ha voluto menzionare inoltre la sua visita a Vanimo, “dove i missionari sono tra la foresta e il mare. Entrano nella foresta per andare a cercare le tribù più nascoste… Un bel ricordo, questo”.
E ancora: “La forza di promozione umana e sociale del messaggio cristiano risalta in modo particolare nella storia di Timor Orientale. Lì la Chiesa ha condiviso con tutto il popolo il processo di indipendenza, orientandolo sempre alla pace e alla riconciliazione”.
Ultima tappa: Singapore. “Un Paese molto diverso dagli altri tre: una città-Stato, modernissima, polo economico e finanziario dell’Asia e non solo. Lì i cristiani sono una minoranza, ma formano comunque una Chiesa viva, impegnata a generare armonia e fraternità tra le diverse etnie, culture e religioni. Anche nella ricca Singapore ci sono i ‘piccoli’, che seguono il Vangelo e diventano sale e luce, testimoni di una speranza più grande di quella che possono garantire i guadagni economici”.
Si dice riconoscente, il Papa, per aver compito questo viaggio: “Dio benedica i popoli che ho incontrato e li guidi sulla via della pace e della fraternità! Un saluto a tutti!”
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento