CORRISPONDENZA FAMILIARE di Silvio Longobardi La scienza imperfetta. La storia di Chiara 16 Settembre 2024 Ogni figlio ha il volto di Dio, ogni bambino che nasce è un invito ad amare. Tanto più quei bambini che portano nella loro carne i segni della disabilità. La loro presenza ci insegna che l’amore autentico passa per i sentieri della gratuità, la tenerezza con cui ci prendiamo cura di loro è il segno che abbiamo imparato ad offrire tutto senza attendere alcuna ricompensa. Questi figli ci costringono a riflettere sul senso della vita e sul valore dei giorni. Quando Chiara è venuta alla luce i medici le hanno dato un anno di vita, forse due. La diagnosi si presenta fin dall’inizio come una sentenza che non lascia molte speranze e sembra quasi scoraggiare ogni impegno. Il mondo è pieno di persone che si arrendono troppo facilmente, pensando che non vale la pena spendere tante energie per un bambino che non potrà mai parlare né camminare. Un bambino condannato ad una vita inutile, agli occhi dei benpensanti. Delfina e Gaetano non appartengono a questa categoria, loro sanno che ogni vita è degna di trovare accoglienza e di essere accudita con amore, tutto l’amore possibile. Grazie a Dio la scienza medica è imperfetta. Quella bambina già condannata oggi compie 20 anni. La scienza tiene conto dei dati biologici, può valutare i valori sanitari ma non può misurare la forza dell’amore. L’amore di una mamma e di un’intera famiglia ha supplito ai limiti oggettivi imposti dalla condizione fisica. Tra amore e vita c’è un legame molto stretto. Chi ama dona e riceve vita. Si crea così una feconda reciprocità. da una parte l’amore dona e custodisce la vita umana, specie quella debole e sofferente; d’altra parte, chi ama riceve vita dall’amore che dona all’altro. È un mistero difficile da spiegare. Chiara ha ricevuto tutto l’amore possibile; grazie a lei abbiamo imparato che l’amore autentico non coltiva pretese perché cammina nei sentieri della più totale gratuità. Amare è l’espressione più luminosa della natura umana, amare gratuitamente fa di noi un raggio della luce divina. Tante volte la sofferenza scoraggia e impaurisce, e tanti indietreggiano. L’amore è la risposta coraggiosa. Chiara appartiene alla schiera dei santi innocenti, quelli che confessano prima ancora di aver imparato a parlare. Commentando l’episodio evangelico dei bambini uccisi da Erode, Teresa di Lisieux scrive: “questi agnelli innocenti sacrificheranno la loro vita appena sbocciata per te, Gesù, autore stesso della vita; ma in cambio tu porrai nelle loro mani infantili la palma dei vincitori e per tutta l’eternità questa deliziosa falange volteggerà ai piedi del tuo trono, o Divino Agnello! Così la crudeltà d’Erode sarà ingannata: volendo annientare il tuo Impero, invierà nel tuo cielo tutta una legione di martiri destinati a formare la tua corte”. L’amore vince il male, non permette al male di cantare vittoria. Coloro che portano nella carne i segni dell’umana debolezza, sono i veri vittoriosi. Chiara ha già vinto la sua battaglia. Nel Regno di Dio la vedremo unita alla schiera di coloro che cantano un canto nuovo (Ap 14). Quando si apriranno le porte del Regno, quando tutto apparirà nella luce, riceverà un’altra veste: “Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove […] siederete in trono a giudicare le dodici tribù d’Israele” (Lc 22, 28.30). Mi pare che questa promessa, che Gesù consegna agli apostoli, possa essere applicata anche ai piccoli combattenti, come Chiara. Leggi anche: Che vuol dire essere genitore di un figlio con disabilità? Chiara è una piccola ostia, un segno visibile di quel Dio che si presenta nella forma di servo e si lascia umiliare, fino a perdere ogni bellezza, come annuncia profeticamente Isaia: “Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere” (Is 53,2). Chiara è un’icona di Cristo Crocifisso. Non ha potuto ricevere l’Eucaristia ma la Provvidenza ha voluto che nel 2015, quando aveva 10 anni, l’età in cui tanti bambini ricevono per la prima volta la Santa Comunione, ha potuto ricevere la carezza del Papa, il Vicario di Cristo. Quell’anno, infatti, il Santo Padre venne a Pompei e Chiara era lì, in prima fila, assieme alla mamma che l’aveva adottata. L’anno prima avevo scritto al Papa chiedendo di dare una carezza a Chiara, spiegando la sua particolare condizione, i suoi solerti collaboratori avevano risposto che l’agenda del santo Padre era piena di impegni. Il buon Dio ha provveduto diversamente. Quella carezza aveva dunque un valore speciale, era un raggio di luce che veniva dall’alto. E quel raggio, ne sono certo, si riverbera su tutti coloro che accompagnano il cammino di Chiara. Ti ringraziamo Padre santo,per averci donato Chiarapiccolo raggio della tua luce.Ti ringraziamo per aver donato alla sua famiglia adottiva la grazia di amarla con quella gratuitàche viene da Te e parla di Te.Apri i nostri occhi e insegnaci a vedere in questa tua figlia un’immagine viva di Gesù che per noi si è fatto piccolo e povero. Amen Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag adozione, amore, Compleanno, cura, disabilità, Eucaristia, genitori, Scienza, tenerezza Silvio Longobardi Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”. Visualizza archivio → ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. 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