Dio dona nei santi una grande possibilità. Sapete quale? Sperare e credere che ogni difficoltà, incomprensione, maceria può essere vissuta con amore. Conoscere più da vicino la vicenda terrena e umana di Daphrose Mukansanga, serva di Dio insieme al marito Cyprien Rugamba, infonde una luce nuova per vivere il matrimonio. Soprattutto per colore che sono deluse, amareggiate dalla relazione coniugale e spesso e tentate di credere di aver sbagliato tutto trascinandosi stancamente nella via nuziale.
Daphrose all’età di 21 anni, il 23 gennaio 1965 a Kigali in Ruanda, sposa Cyprien. Lui però non l’amava ancora. Inizialmente era stato fidanzato con la zia di Daphrose ma la donna era morta nei disordini etnici del 1963, lasciando Cyprien nella nostalgia di quell’amore troncato troppo presto. Anche i familiari di Cyprien non vedono di buon occhio il matrimonio e cominciano a seminare dubbi su Daphrose, al punto che il marito decide di ripudiarla e la rispedisce a casa.
Sono otto mesi difficilissimi per lei. Immaginate cosa significhi per una giovane donna essere ripudiata, rispedita a casa come un pacco. Cosa ha fatto in quei mesi Daphrose? Si è disperata, si è guardata intorno? No, ha pregato intensamente per il marito. Alzava le pietre come sacrificio per lui. È rimasta fedele al sacramento ricevuto. E Cyprien, resosi conto dell’innocenza della moglie, le chiede di ritornare a casa. A quel punto lei avrebbe potuto dire di no, a buona ragione ma accetta e perdona il suo sposo.
Non basta. Il rapporto coniugale è difficile, il dialogo complicato. Intanto nascono i figli, dieci. Il primo muore alla nascita e poiché le difficoltà non finiscono mai, un giorno Cyprien porta a Daphrose una bambina, Emérita, che aveva avuto da un’altra donna. A questo punto Daphrose avrebbe potuto dire no e invece ancora una volta decide per l’amore, accoglie quella bambina in famiglia e la cresce come una figlia.
Nel 1981 Cyprien si ammala, forse un forte esaurimento e la moglie di dedica a lui con grande carità. Con una dolcezza che lascerà Cyprien molto colpito da questo amore totale e incondizionato tanto che decide di dare al suo matrimonio una direzione diversa. Sono trascorsi 17 anni di matrimonio! non 17 giorni, ma anni. Un tempo lungo, in cui Daphrose avrebbe potuto alzare bandiera bianca, abbandonare la nave e certamente molti saranno stati i giorni bui ma più grande sono stati l’amore e soprattutto la fede che l’ha resa la donna forte del Vangelo.
Il 7 aprile 1994, nella loro casa i soldati della guardia presidenziale si presentano e chiedono a Cyprien: “Allora Cyprien, sei ancora cristiano?”. Quando Daphrose capisce che sarebbe morta con tutta la sua famiglia, chiede di poter andare a pregare un’ultima volta nella cappella del Santissimo Sacramento. Verso le 11 del mattino, la famiglia è raggruppata in due file in un angolo del giardino. Daphrose e Cyprien sono in prima fila. I soldati sparano. L’intera famiglia viene uccisa. Anche il figlio nel grembo materno. Fino all’ultimo momento, Daphrose ha voluto amare Gesù, il suo Signore, e in Lui il suo sposo e i suoi figli.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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