L'arte di educare

Giovanissimi e videogiochi: è giusto che siano liberi di intossicarsi di violenza?

I genitori sanno cosa guardano e cosa ascoltano i figli? È vero che sono lasciati spesso soli, ma un tema forse ancora più importante è di cosa alimentino la loro mente in formazione. Se fin da piccoli sono lasciati liberi di intossicarsi di violenza ogni giorno, anche per gioco, potrebbe poi arrivare il momento in cui non sappiano più distinguere la realtà dalla fantasia.

Uno studio coreano (Corea del Sud) fatto passare per “uno studio dell’università della Florida” (senza alcuna altra specificazione) sostiene che “non è più provata la correlazione tra incremento della violenza e videogiochi o film violenti”. 

La Corea del Sud è un Paese che produce molti film e videogiochi violenti e lo “studio” in questione dice che il testosterone (sic!) non aumenta dopo la visione di questo tipo di contenuti audiovisivi. 

Un nesso palesemente improponibile, perché questo dato, semplicemente, non significa niente. Infatti, non si parla del tema della violenza, che viene assunta come una droga ad alte dosi quotidiane tramite videogiochi, video, film e canzoni.

È triste e sconfortante ricordare che il giovane di Paderno Dugnano ha confessato di aver colpito alla gola padre, madre e fratellino per farli morire subito, così che non potessero gridare e dare l’allarme. Sui giornali è emerso che la procuratrice Di Taranto ha puntato l’attenzione sulla solitudine dei giovani d’oggi. Però possiamo chiederci da dove Riccardo abbia appreso la tecnica per uccidere rapidamente la vittima con un coltello. 

Leggi anche: Per il malessere dei giovani, bisogna ricominciare dagli adulti – Punto Famiglia

Di certo non può averlo fatto a scuola… Più probabile che sia avvenuto giocando a Grand Theft Auto, The Punisher, Doom, Manhunt, Postal, Madworld e cento altri. 

Lasciati soli (e certamente questo è un tema dato: i genitori spesso sono risucchiati dal lavoro) i ragazzi giocano con queste vere e proprie enciclopedie di torture, squartamenti, uccisioni, “piombo per tutti”, in un tripudio di smembramenti, gente in fiamme dove vedono di tutto e imparano anche altre tecniche, che per pudore non diciamo.

Qualche esperto dice che la violenza nei videogiochi è un gioco (videoludico) che diverte, e altri esperti dicono che al cinema si vedono scene peggiori.

I genitori sanno cosa guardano e cosa ascoltano i figli?

È vero che sono lasciati spesso soli, ma un tema forse ancora più importante è di cosa alimentino la loro mente in formazione. 

Se fin da piccoli sono lasciati liberi di intossicarsi di violenza ogni giorno, anche per gioco, potrebbe poi arrivare il momento in cui non sappiano più distinguere la realtà dalla fantasia.

E infatti Moussa Sangare, rapper senza successo, riferendosi alla povera Sharon Verzeni ha detto: “L’ho uccisa senza motivo”.

L’argomento è tragico e indigesto ma non possiamo demordere e tacere.




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Gabriele Soliani

Gabriele Soliani, nato a Boretto (Reggio Emilia) il 24-03-1955. Medico, psicoterapeuta, sessuologo, adolescentologo, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine. Libero professionista. Ha collaborato per 9 anni al Consultorio Familiare diocesano di Reggio Emilia. Sposato con Patrizia, docente di scuola superiore. Vive a Napoli dal 2015. Ministro della Santa Comunione e Lettore istituito.

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