LA PIAGA DELLA PORNOGRAFIA

Figlio registra i video hot della mamma. Perché ci lasciamo divorare dalla pornografia?

pericolo

Un ragazzo, appena maggiorenne, è diventato il regista dei filmati porno di sua madre. Il giovane ammette che a volte “è disgustato”, ma poi “ritorna sui suoi passi”, affermando che sia lui che la mamma fanno “un lavoro come un altro”. Evitiamo il giudizio sulle persone, ma di fronte a queste storie teniamo a mente l’urgenza di annunciare che solo nella purezza è la pace. 

Gesù dice che i pubblicani e le prostitute passeranno avanti, nel Regno dei Cieli, a tante persone ipocrite, che – a parole – si dicono vicine a Dio, ma poi, nel cuore, nutrono odio e indifferenza.

Questo avvertimento è un monito importante per tutti coloro che nella vita non hanno mai abbandonato la comunità cristiana o compiuto azioni particolarmente gravi. Il rischio di sentirci migliori dei “lontani” è sempre – sempre! – dietro l’angolo.

Guardiamo la trave che acceca il nostro occhio, prima di togliere la pagliuzza in quello dell’altro e soprattutto nutriamo sentimenti di benevolenza verso gli altri, anche se – o meglio, soprattutto se – sbagliano.

L’amore e la misericordia per il peccatore non devono, però, mai impedirci di riconoscere il peccato. 

Perché il peccato fa male, avvelena, toglie pace, imbruttisce. E se qualcuno ne è invischiato, noi abbiamo il dovere di aiutare.

Non farò nomi, perché non ce n’è bisogno, ma condivido una riflessione su un fatto che mi è capitato di leggere in un giornale.

Un ragazzo, appena maggiorenne, è diventato il regista dei filmati porno di sua madre. Lei è l’attrice, crea contenuti hot con altri uomini, lui filma il tutto. 

Ammette che a volte ne è disgustato, ma poi ritorna sui suoi passi, affermando che è un lavoro come un altro.

Pensiamo, per un momento, a quanto male si produce nel mondo con la pornografia: miliardi di video, immagini, che cambiano il modo di vedere la persona. Non più un dono, ma una cosa.

La lussuria, la sopraffazione vissuta nella carne, ci allontanano da noi stessi, mettono barriere con l’altro, ci induriscono il cuore.

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Che dolore, pensare a questo ragazzo cui è stata negata la possibilità di vedere nei genitori un esempio di amore sponsale sano. Gli è stata negata la possibilità di imparare, da coloro che lo hanno generato, che il corpo è sacro, che l’atto sessuale è un gesto d’amore e non una ginnastica qualunque.

Chi siamo noi per giudicare quella donna? Nessuno. Però questo figlio aveva diritto di conoscere il valore del corpo e del gesto unico che permette alla vita di originarsi. 

I suoi genitori dovevano essere i primi testimoni della purezza, della pace che nasce dal custodirsi e che invece viene meno se ci si svende.

Al contempo, che dolore pensare che questa donna non veda alternative al buttarsi via, lei che è tempio di Dio, ma se ne dimentica proprio davanti al figlio, oggi un ragazzo, venuto al mondo proprio grazie al suo corpo.

E il padre, in tutto ciò? Non ci è dato sapere: nell’articolo si parla solo del fatto “curioso” di questo figlio che fa un lavoro decisamente particolare e, non stentiamo a crederci, molto retribuito.

Ci sarà qualcuno che, anche davanti a queste storie limite, dirà che ognuno può fare del suo corpo ciò che vuole. In nome della libertà giustifichiamo tutto. E nella nostra società iper-sessualizzata l’unico imperativo è: “vietato vietare”.

Almeno noi cristiani, però, chiamiamo le cose con il loro nome. 

La tenerezza, il rispetto, l’accoglienza dell’altro: questo ci fa bene. La perversione ci distrugge.

Ciò che è male ci fa male.

Ciò che è bene ci fa bene.

Il nostro parlare sia “sì sì” e “no no”. Il di più viene dal maligno, esattamente come dal maligno viene la pornografia che ci divora. 




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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