Siamo veri missionari a casa, a scuola, sul lavoro? La provocazione di Papa Francesco

Foto: Pixabay

Viaggio apostolico di Papa Francesco. Ai cattolici, in Papua Nuova Guinea: “Ciascuno di noi promuova l’annuncio missionario là dove vive: a casa, a scuola, negli ambienti di lavoro, perché dappertutto, nelle foreste, nei villaggi e nelle città, alla bellezza dei panorami corrisponda la bellezza di una comunità in cui ci si vuole bene”

Quello che sta per concludersi è stato il quarantacinquesimo viaggio apostolico di papa Francesco e le destinazioni, in ordine cronologico, sono state: Indonesia, Papa Guinea, Timor-Leste, Singapore.

Partito nel pomeriggio del 2 settembre, il Santo Padre è atterrato il 3 settembre, all’aeroporto Internazionale di Giacarta Soekarno-Hatta. È stata la prima tappa del suo viaggio. 

Molti gli impegni che si sono susseguiti nelle diverse giornate: nella prima tappa abbiamo visto l’incontro privato con i membri della compagnia di Gesù, presso la Nunziatura Apostolica; l’incontro con i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, le consacrate, i consacrati, i catechisti, i seminaristi; l’appuntamento con i giovani di Scholas Occurrentes, nella Casa della Gioventù “Grha Pemuda”. 

Molto significativo, il momento di dialogo interreligioso tenutosi il 5 settembre, presso la Moschea “Istiqlal”, occasione in cui il Papa ha firmato un documento congiunto con il grande Imam Nasaruddin Umar. 

Le due autorità si sono concentrate sui valori condivisi e l’imam ha assicurato di voler promuovere la tolleranza e la fratellanza.

“Promuovere l’armonia religiosa per il bene dell’umanità”: questo il titolo del testo che Francesco e Nasaruddin Umar, Grande Imam, hanno voluto firmare assieme.

Il documento ha l’obiettivo di distendere i rapporti tra cristiani e musulmani, in un paese dove la maggioranza della popolazione è di religione islamica e dove numerose e cruente sono le persecuzioni contro i cristiani (una minoranza religiosa, visto che soltanto il 3% della popolazione è cristiana).

Molti i temi inseriti nel documento. L’Imam e il Papa, insieme ad altri otto leader religiosi presenti, hanno “condannato” all’unanimità la violenza. 

L’auspicio è che “i valori condivisi dalle nostre tradizioni religiose” siano “promossi efficacemente per sconfiggere la cultura della violenza e dell’indifferenza che affligge il nostro mondo”. 

Dopo essersi congedato dall’imam, il papa si è rimesso in viaggio per affrontare la seconda tappa dell’itinerario e, dunque, arrivare in Papua Nuova Guinea, in Oceania. 

È lì, nella spianata antistante la Cattedrale della Santa Croce (Vanimo)
che domenica 8 settembre 2024 il papa ha tenuto per i fedeli cristiani una catechesi ricca di spunti e promotrice di speranza.

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Dopo i ringraziamenti (ai vescovi, alle autorità, ai sacerdoti, alle religiose e i religiosi, ai missionari, ai catechisti, ai giovani, ai fedeli, ai bambini) il papa ha esordito: “Come abbiamo sentito, dalla metà del XIX secolo la missione qui non si è mai interrotta: religiose, religiosi, catechisti e missionari laici non hanno smesso di predicare la Parola di Dio e di offrire aiuto ai fratelli, nella cura pastorale, nell’istruzione, nell’assistenza sanitaria e in molti altri ambiti, affrontando non poche difficoltà, per essere per tutti strumento di pace e di amore”.

Il papa ha fatto notare che “le chiese, le scuole, gli ospedali e i centri missionari testimoniano attorno a noi che Cristo è venuto a portare salvezza a tutti, perché ciascuno fiorisca in tutta la sua bellezza per il bene comune”.

Francesco è consapevole di trovarsi in una terra molto bella, tanto da affermare: “Voi qui siete esperti di bellezza, perché siete circondati di bellezza! Vivete in una terra magnifica, ricca di una grande varietà di piante e di uccelli, in cui si resta a bocca aperta davanti ai colori, suoni e profumi, e allo spettacolo grandioso di una natura che esplode di vita, evocando l’immagine dell’Eden!”

Il vescovo di Roma però sa anche che il Signore la ricchezza l’affida, perché sia custodita.

Il papa ha dunque proseguito: “Guardandoci attorno, vediamo quanto è dolce lo scenario della natura. Ma rientrando in noi stessi, ci accorgiamo che c’è uno spettacolo ancora più bello: quello di ciò che cresce in noi quando ci amiamo a vicenda”. “La nostra missione è proprio questa: diffondere ovunque, attraverso l’amore di Dio e dei fratelli, la bellezza del Vangelo di Cristo!”

Ognuno di noi, per il papa, è chiamato ad essere missionario: “ciascuno di noi promuova l’annuncio missionario là dove vive: a casa, a scuola, negli ambienti di lavoro, perché dappertutto, nelle foreste, nei villaggi e nelle città, alla bellezza dei panorami corrisponda la bellezza di una comunità in cui ci si vuole bene, come Gesù ci ha insegnato quando ci ha detto: «Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35; cfr Mt 22,35-40)”.

Questo intenso viaggio apostolico, il più lungo del pontificato di Francesco, si conclude nella giornata di giovedì 12 settembre, dopo la visita a Singapore.




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