Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,1-5)
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Il commento

“Il Figlio dell’uomo è signore del sabato” (6,5). Le parole conclusive di questo insegnamento sono un annuncio e una provocazione. L’obiezione dei farisei riguarda uno dei tanti precetti che regolavano lo Shabbat. La risposta di Gesù invita ad allargare l’orizzonte e ad alzare lo sguardo. In gioco c’è qualcosa di molto più importante di un semplice precetto, anzi c’è Qualcuno che si presenta come “Signore del sabato”, Colui che agisce con suprema autorità. È questo il punto di partenza della fede, il primo passo di quel cammino di conversione che ogni giorno siamo chiamati a ricominciare. Non basta proclamare a parole che Gesù è il Signore, dobbiamo concretamente verificare se è davvero Lui il Signore della nostra vita. Se Lui è il Signore, lo facciamo entrare nella casa dei pensieri e degli affetti, quella in cui prendiamo le decisioni più significative. Se Lui è il Signore, gli consegniamo i desideri del cuore e c’impegniamo a camminare nella luce della sua Parola. Se Lui è il Signore abbiamo la certezza che solo in Lui la nostra vita potrà trovare piena realizzazione. Se veramente accogliamo Gesù come il Signore, sono certo che la nostra vita diventa una bella notizia.

Questa parola chiama in causa tutti i battezzati e in modo particolare coloro che hanno ricevuto e accolto la vocazione alla vita consacrata. Negli anni della giovinezza ho letto un libro che riportava l’intervista ad una monaca trappista che spiegava così la sua vocazione: “Noi crediamo che Dio ha diritto alla vita dell’uomo. ha diritto di scegliere delle creature per sé e la sua lode, ha diritto a consumare alcune vite per la salvezza di altre attraverso i misteriosi canali della preghiera. Noi crediamo che la nostra vita sia offerta per tutti gli uomini, nostri fratelli” (G. Beltotto, Ho intervistato il silenzio, Reggio Emilia 1979, 33). La vita monastica indica con chiarezza il contenuto essenziale della fede. Sollecitati da queste sorelle, che pregano con noi e per noi, impegniamoci a fare della nostra vita l’annuncio che Gesù, il Signore, è fonte inesauribile di gioia.