5 Settembre 2024

Sharon, i media e la presenza del male

Non vendiamo parole, coltiviamo coscienze nel terreno del Bene. Vorrei scrivere questo pensiero a lettere cubitali ovunque, specie nelle redazioni di alcuni giornaloni o di certi talkshow televisivi che non fanno più informazione, né invitano a riflessioni costruttive ma indagano morbosamente sui casi di cronaca nera, formulando congetture e ipotesi, scavando nella vita e nel passato della povera gente, rivoltandoli come calzini. Questo modo di fare giornalismo non è il motivo per cui sono diventata un’operatrice della comunicazione. Noi abbiamo una grande responsabilità. Qualche illustre pensatore lo inquadrava come potere, il potere dell’informazione che condiziona l’opinione pubblica. Oggi questo potere è stato limitato dai social, dove tutti possono, senza il filtro redazionale, esprimere opinioni o idee, e questo purtroppo a discapito della qualità dell’informazione.

Prendiamo il caso della povera Sharon Verzeni. Una donna esce di casa per fare una passeggiata e sfuggire alla calura estiva e viene barbaramente uccisa da un uomo che esce di sera armato di coltelli perché desidera ammazzare il primo che capiti. La tragedia ci lascia basiti e addolorati. Sharon poteva essere nostra figlia, nostra sorella, nostra nipote…La sua giovane vita è stata stroncata senza un apparente perché.

La stampa cosa ha fatto? Ha iniziato a scavare nella vita della ragazza, in quella del fidanzato, di parenti e amici, costruendo ipotesi su ipotesi, cercando di stringere il cerchio prima che lo facesse la magistratura, frugando morbosamente nei fatti personali di gente devastata dal dolore, solo per trovare l’indiziato. Naturalmente facendo intendere che il colpevole era sicuramente il compagno – nonostante tutti gli indizi lo escludevano categoricamente. Intanto Sergio,  oltre al dolore della morte della donna che amava, si è dovuto difendere dagli assalti di questi avvoltoi pronti a sindacare su ogni sua espressione, parola, gesto in cerca dello scoop da dare prima degli altri. La tragica storia di cronaca nera è diventata poi un pretesto per parlare dello ius scholae e degli immigrati, visto l’origine malese del colpevole.

Quello che proprio non si riesce a fare è un’analisi obiettiva e onesta delle motivazioni sociali e culturali che vedono la violenza dilagare e seminare sgomento e paura. Siamo sicuri che non c’entrano nulla le istigazioni all’odio che vengono veicolati attraverso i social, i messaggi di odio, la violenza in alcuni video games per bambini in una fase in cui stanno formando il proprio carattere emotivo? Siamo sicuri che non c’entra nulla il fatto che il rapper Moussa Sangare, autore dell’omicidio, voleva partecipare a X Factor ed è stato escluso? Non c’entra nulla con questa smania di apparire, di avere successo ad ogni costo e di restare prigionieri della frustrazione quando non si è riusciti a raggiungere quell’obiettivo? Siamo sicuri che non c’entrano nulla certi programmi televisivi come Temptation Island, Uomini e Donne dove il corpo è più importante dei sentimenti? Una bocca rifatta e un paio di muscoli più della fedeltà e della comprensione?

Il male deforma le menti, è pervasivo e si nasconde sotto le sembianze di passatempi per fuggire dalla realtà e sognare come questi programmi televisivi e diventano poco alla volta pervasivi di coscienze e modi di vivere. Le grandi società di comunicazione lo hanno compreso, noi stiamo subendo. Riposa in pace Sharon.



Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.

Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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