4 Settembre 2024

Paraolimpiadi: la Petrillo o il Petrillo?

A volte penso che stiamo diventando davvero poco lucidi. Sarà il caldo che quest’estate ci ha tramortiti, sarà che mangiamo troppi zuccheri – dicono che annebbia la mente; sarà che tornando dalle vacanze ancora non siamo pronti ad affrontare il caos del ritorno alla normalità ma io leggo sui social commenti, articoli o riflessioni che hanno quasi niente del principio di realtà. Tutto è soggetto alla tifoseria ideologica. Paraolimpiadi di Parigi, il 2 settembre Valentina Petrillo ha corso le batterie dei 400 metri piani nella categoria T12. Il tempo di 58 secondi e 35 centesimi è stato il sesto assoluto; quindi, Petrillo si è qualificata per le semifinali di lunedì sera, dove è poi stata eliminata… o eliminato. Come devo definire l’atleta per essere corretta?

Perché Petrillo nel 2019, sposato con una donna, ha cominciato una terapia ormonale per la femminilizzazione. E fino a qui niente da dire se non fosse che la World Para Athletics, la federazione internazionale dell’atletica leggera paralimpica, ha esaminato il caso e ha stabilito che Petrillo potesse gareggiare con le donne. La federazione ha stabilito infatti che le persone che sono riconosciute legalmente come donne possono competere nelle categorie femminili, se possono provare che i livelli di testosterone (un ormone steroideo del gruppo androgeno, responsabile nei processi di stimolazione e di controllo dello sviluppo delle caratteristiche maschili) sono stati inferiori a 10 nanomoli per litro di sangue nei precedenti dodici mesi.

Dopo il caso che ha fatto tanto scalpore del pugile o della pugile Imane Khelif sembra che abbiamo inaugurato un nuovo sporto olimpico: la gara della confusione più totale. La medaglia d’oro va certamente alle federazioni che piegate all’ideologia woke impongono agli atleti di gareggiare con chi non dovrebbe essere in quella categoria sportiva per ovvi motivi che non c’entrano nulla con la disabilità, la vita o le scelte personali degli atleti. Si confondono piani diversi. Ma non solo, si fa discriminazione, in questo caso nei confronti delle donne, senza che nessuno osi dire il contrario.

Bene ha detto una campionessa sui giornali commentando l’accaduto: “Se usando i farmaci gli uomini possono gareggiare con le donne, allora ridate tutti i titoli al dopato Lance Armstrong”. Se le differenze si annullano, chi paga lo scotto maggiore? Mi sembra una risposta abbastanza lapalissiana ma come mai non si ha il coraggio di ammetterlo? E le femministe dove sono?



Il Caffè sospeso...
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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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