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Digital switching: la noia non passa se vai da un contenuto all’altro, aumenta!

Foto: Pixabay

Sempre più spesso, gli adolescenti cercano di raggirare la noia guardando brevi video sui social, attraverso i loro cellulari. Delle ricerche, tuttavia, stanno dimostrando che questa abitudine aumenterebbe proprio la noia, a cui poi sono associate sensazioni di disagio e comportamenti non positivi. Aiutiamo i ragazzi a non cercare stimoli continui, a stare nella realtà, a concentrarsi su una cosa alla volta e più a lungo.

“Sono annoiato e allora mi guardo un video”. In realtà, non c’è modo migliore per aumentare la noia, la nemica numero uno di tanti bambini e adolescenti.

La pratica del digital switching, ovvero guardare brevi frammenti di video in rapida successione, rende le persone più annoiate

Lo ha scoperto uno studio appena pubblicato sul Journal of Experimental Psycology, da parte di alcuni ricercatori dell’Università di Toronto. 

In un esperimento, tutti i partecipanti hanno guardato un video di YouTube della durata di dieci minuti, senza avere la possibilità di andare avanti velocemente. In seguito, potevano liberamente passare da un video di pochi minuti all’altro.

I partecipanti hanno riferito di sentirsi meno annoiati quando hanno guardato il singolo video per intero e hanno trovato l’esperienza di visione più soddisfacente, coinvolgente e significativa rispetto a quando passavano da un video all’altro.

“Almeno guardati il video per intero! -potrebbero dire i genitori – Non passare da una cosa all’altra perché è peggio”.

In altre parole, dovremmo insegnare questo ai ragazzi: “Resisti agli stimoli, alla noia, controllati. Resisti”.

Leggi anche: L’equilibrio tra materiale e digitale: oltre il divieto di smartphone a scuola (puntofamiglia.net)

Questo problema affligge soprattutto gli adolescenti, sempre al cellulare su canali social che incentivano (e sono stati creati apposta!) il rapido scorrimento di contenuti brevi a video. 
Tuttavia, la ricerca continua di stimoli per non annoiarsi, nel caso dei video, parrebbe sortire l’effetto contrario e portare a uno stile difficilmente contrastabile (“guardo video perché non voglio annoiarmi, ma mi annoio e allora continuo a cambiare”): la noia aumenta e così pure la ricerca di stimoli continui.

“La noia cronica è collegata a sintomi depressivi, ansia, aggressività e propensione ai rischi”, osservano gli autori dello studio.

E che dire della raccomandazione della ricerca, pubblicata sulla rivista JAMA Network Open, che dimostra come la limitazione dell’uso dei dispositivi elettronici riduca i problemi emotivi dei piccoli di casa, legati ai coetanei, e favorisca le interazioni sociali positive? 

L’ideale sarebbe non più di tre ore a settimana (a settimana!) davanti agli schermi per salvaguardare la salute mentale dei bambini.

“Siamo lontani anni luce da questa raccomandazione” diranno molti genitori, eppure qualcosa bisogna dire e fare. Quanto meno, iniziamo.

Parliamone e prendiamo decisione, faticose ma utili. 




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Gabriele Soliani

Gabriele Soliani, nato a Boretto (Reggio Emilia) il 24-03-1955. Medico, psicoterapeuta, sessuologo, adolescentologo, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine. Libero professionista. Ha collaborato per 9 anni al Consultorio Familiare diocesano di Reggio Emilia. Sposato con Patrizia, docente di scuola superiore. Vive a Napoli dal 2015. Ministro della Santa Comunione e Lettore istituito.

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