PROFETI

Daniele nella fossa dei leoni: noi accogliamo la forza di Dio nelle difficoltà?

La vita ci mette davanti molte prove e spesso non prende la piega che ci saremmo augurati per noi o per i nostri cari: un figlio desiderato che non arriva, una malattia che ci spaventa terribilmente, un momento di seria precarietà economica, un figlio che si perde come il figliol prodigo, il nostro matrimonio che vive una seria crisi. La Bibbia ci accompagna in ognuna di queste difficoltà…

Concludiamo oggi il nostro viaggio tra le storie e i personaggi dell’Antico Testamento, parlando del profeta Daniele. Infatti, dal prossimo articolo, il nostro appuntamento settimanale, ripartirà da episodi tratti dal Nuovo Testamento. Spero sia stato un bel viaggio quello fatto insieme finora!

La storia della salvezza racchiusa nelle pagine della Bibbia è un dono per la nostra vita perché non si tratta solo di storielle scritte. Quella storia si compie proprio in ciascuno di noi. Tanti sono stati e saranno i momenti in cui ripenseremo alla fede che hanno avuto Mosè, Abramo, Samuele, Salomone, Ruth, Noemi e così via. 

La vita ci mette davanti molte prove e spesso non prende la piega che ci saremmo augurati per noi o per i nostri cari: un figlio desiderato che non arriva, una malattia che ci spaventa terribilmente, un momento di seria precarietà economica, un figlio che si perde come il figliol prodigo, il nostro matrimonio che vive una seria crisi. Potremmo continuare all’infinito, ognuno conosce la propria situazione. 

Il profeta Daniele ha dovuto attraversare molte prove e non ha mai abbandonato la preghiera. Io quando sono in crisi, la prima cosa che faccio è pregare. Ormai mi viene spontaneo: mi rivolgo a Dio Padre. Mi arrabbio anche, perché no? Gli chiedo di farsi vivo, di aiutarmi a comprendere la sua volontà, di ritrovare la serenità. Proprio quello che un bambino fa con i suoi genitori: urla, fa i capricci, piange ma poi c’è un grande abbraccio liberatorio che lo fa sentire al sicuro, protetto!

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Cosa accadde nella vita di Daniele? Era giovane, quando, Nabucodonosor, Re di Babilonia, dopo aver preso d’assedio Gerusalemme, scelse degli uomini appartenenti alla casa reale d’Israele, di bell’aspetto e che mostravano una predisposizione all’apprendimento, per addestrarli sulle abitudini babilonesi. Dopo un addestramento di tre anni, vennero posti al servizio del re. Tra questi c’era Daniele che grazie al dono fattogli da Dio, il saper interpretare i sogni, entrò al servizio del re.

Esistono delle somiglianze sbalorditive tra la vita di Daniele e quella di Giuseppe, figlio di Giacobbe. Entrambi prosperarono in terre straniere dopo aver interpretato i sogni dei loro governatori, ed entrambi vennero promossi ad alte cariche come conseguenza della loro fedeltà verso Dio. Questa fedeltà però, venne provata molte volte.  Il culmine per Daniele arriva al subentrare del re Dario. Infatti, il sovrano di Babilonia venne indotto maliziosamente dai suoi scaltri principi, i quali cercavano di trovare qualche trasgressione nella condotta impeccabile di colui che sarebbe stato promosso ad amministratore di tutto il regno.

Il re Dario, pur addolorato, si vede costretto a eseguire il suo stesso decreto e fa gettare Daniele nella fossa dei leoni. L’ostinato silenzio di Daniele è davvero impressionante. Non protesta di fronte alla denuncia e neanche quando l’ingiusto decreto viene emanato. Non protesta quando viene arrestato e gettato nella fossa dei leoni. Questo silenzio lo rivela giusto. La disobbedienza mite e silente di Daniele è un grido potente che denuncia l’ingiustizia, l’illegittimità della legge di Dario. I primi cristiani hanno letto la pazienza docile di Daniele, che accetta una morte ingiusta pur di restar fedele a Dio, come un’immagine della passione di Gesù

Tre volte al giorno si metteva in ginocchio a pregare e lodava il suo Dio, come era solito fare anche prima”. La forza di Daniele sta nella preghiera. Una lezione per tutti noi. Pregare giornalmente è un toccasana per la nostra anima. Il giorno dopo il re chiamò Daniele per vedere se fosse ancora vivo e Daniele rispose raccontando che un angelo del Signore mandato da Dio, l’aveva protetto dai leoni. Il re ne fu sollevato e non poté non riconoscere la potenza del Dio a cui Daniele era rimasto fedele. In ogni storia torna prepotente l’importanza della figura degli angeli. 

Dio ti sta aspettando, proprio lì, nella fossa dei leoni, in quella storia che tu oggi non stai proprio capendo, dalla quale probabilmente vorresti scappare. Non temere, gli angeli verranno in tuo soccorso, la paura lascerà spazio alla speranza. Proprio attraverso quella sofferenza si compie la storia della salvezza tua e della tua famiglia. I tuoi figli come re Dario, non potranno che far tesoro di questi memoriali, della fiducia riposta in Dio. Sarà un cuscino su cui posare la testa e riposare in serenità sapendo che a contraddistinguere il cristiano da chi è disperato e non vede una via d’uscita, è proprio la speranza.




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Angela De Tullio

Angela De Tullio, nata a Bari il 25 aprile 1985, è sposata e madre di tre ragazzi. Da vent’anni è impiegata nella grande distribuzione. A 36 anni nel tentativo di non soccombere alla vita in casa con quattro uomini che ama alla follia, ha deciso di dare concretezza alla sua grande passione: la scrittura. Ha pubblicato due libri: “Nuvola, perdersi per poi ritrovarsi” edito da Florestano Edizioni e “Vite al di là” edito da Nep Edizioni. Tramite delle storie accarezza tematiche che le stanno a cuore. È inoltre un’artigiana del macramè, l’arte di annodare. Insieme alla scrittura, sono passioni che diventano un balsamo nella frenesia delle giornate.

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