“Capisco le donne che hanno paura della vita”: la testimonianza di Gaia

fiore

Di Gaia

Oggi lasciamo la parola a Gaia, una donna che si è trovata ad affrontare una gravidanza inattesa. In quel momento, non riusciva nemmeno a pensare: la paura la bloccava. Poi, un giorno, a messa, ha pianto tutte le sue lacrime insieme a Gesù. Ha sentito che non era sola e che quel bambino non le avrebbe tolto nulla…

Le capisco le donne che pensano all’aborto per paura. Ho avuto paura anche io. Paura di crollare, fisicamente, emotivamente. Ero già mamma di un bambino di appena sette mesi. Stavo per iniziare a rimettermi in gioco nel mondo del lavoro. Ero stanca, la notte non si dormiva, ma soprattutto avevo voglia di fare qualcosa che mi piacesse e che non fosse solo accudire il piccolo, che pure amavo più di me stessa. La maternità mi aveva assorbito completamente. Non sapevo più cosa significasse avere un po’ di tempo per me.

All’inizio anno del 2018 mi sono trovata a mandare curriculum a raffica, avevo scelto infatti di sposarmi senza avere ancora un lavoro. Ero giovanissima, appena laureata, le mie amiche mi guardavano come un’aliena: “Prima devi sistemarti, è importante essere indipendente economicamente”. Io ero convinta dell’uomo che avevo sposato, volevo una famiglia più di qualunque altra cosa. Ora, però, era il momento di pensare un po’ anche a me, di mettere a frutto i miei studi.

Una sera, non mi sento molto bene. Ho la nausea, non mi sono in forma. Ho anche un ritardo… non sarà che? Quando ho scoperto di attendere un altro figlio, lo ammetto, la mia prima reazione è stata il pianto. Non potevo farcela: ero già distrutta e mi sentivo fin troppo sacrificata così! E poi, proprio adesso, che stavo iniziando a pensare un po’ a me, al mio futuro lavorativo?

Mio marito è entrato in una fase di mutismo. Non riusciva a dire nulla. 

Mentirei se vi dicessi che l’aborto è stato un’opzione. La vita è sacra, per noi. Non avremmo mai fatto nulla per impedire a quel piccolo o a quella piccola di nascere. Però, ammetto che mi sono un po’ arrabbiata con Dio: “Perché proprio adesso, che sono sfinita?

Una domenica, a messa, mi sono inginocchiata con la comunione che si scioglieva dentro di me e ho detto: “Gesù, io avrei potuto chiudermi alla vita, non l’ho fatto, perché credo in te… Adesso, però, tu mi aiuti!”.

Io e mio marito eravamo contrari alla contraccezione: la trovavamo un controsenso nel matrimonio. I metodi naturali, nel periodo dell’allattamento, facevamo difficoltà a seguirli (anche perché io, stupidamente, non li avevo imparati prima di sposarmi). 

Leggi anche: La paura di accogliere la vita. Storie di maternità difficili

Abbiamo deciso di fidarci, credevamo che comunque saremmo stati in grado di accogliere un’altra vita. Quando, però, quella possibilità è diventata realtà, abbiamo capito che non eravamo pronti. È stato il panico. Che fare, però? Quella vita c’era e veniva a bussare alla nostra porta. L’unica cosa che potevamo fare era accoglierla.

Quando sento di donne in situazioni anche peggiori della mia che pensano all’aborto, la prima cosa che penso è che le capisco. Anzi, che non le posso capire. Io che ero sposata felicemente, già madre, con un tetto sulla testa, una discreta situazione economica, degli aiuti famigliari, ho preso con sgomento la notizia. Figuriamoci chi ha davvero situazioni molto, molto, più difficili!

Per questo, provo rabbia quando si cerca di isolare le donne. A volte, la paura o il pensare che tutto dipenda da noi, può portarci a fare scelte troppo affrettate! Possibile che non si capisca? E se una donna non può contare sulla sua famiglia, perché impedire che persone disinteressate porgano la mano?  Io ho avuto accanto persone che mi hanno rassicurata. Io e mio marito ci siamo uniti, abbiamo chiesto aiuto alle nostre famiglie e quella figlia è stata una grazia immensa!

Oggi, a distanza di sei anni da quel momento, posso dire che – pure se l’ho scoperto solo dopo! – la bimba è arrivata proprio al momento giusto. Pochi giorni prima che nascesse, ho perso improvvisamente mia madre: che grazia è stata avere quella bambina, per tutta la famiglia. I miei figli, poi, sono cresciuti insieme e ora sono inseparabili. Che gioia vederli ridere assieme, così uniti! Credevo che fosse il momento peggiore, mi sbagliavo; era il momento perfetto, è che ho potuto scoprirlo piano piano, anzitutto fidandomi di Dio. La vita arriva sempre al momento giusto, anche se all’inizio non lo capiamo. 

Oggi so che un bambino non ti toglie nulla. Per capirlo, però, devi avere il coraggio di rinnegare la paura e dire “sì”. Non importa se lo fai tra le lacrime, non importa se dovrai scomodare il mondo intero per chiedere aiuto. Un domani scoprirai perché quel piccolo, quella piccola, è arrivato proprio in quel momento! Non esisteva un momento migliore per il vostro incontro.




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