In evidenza Pierbattista Pizzaballa: “Bisogna riconoscere il dolore degli altri e piangere con loro” Autore articolo Di Giovanna Abbagnara Data dell'articolo 22 Agosto 2024 Nessun commento su Pierbattista Pizzaballa: “Bisogna riconoscere il dolore degli altri e piangere con loro” di Giovanna Abbagnara Guardare oltre il dramma della guerra, avere uno sguardo che si innalza al di sopra della violenza e dell’odio. È possibile nella Terra Santa dove si combatte da anni ma in modo efferato e crudele dal 7 ottobre 2023 una guerra che fa ogni giorno tante vittime? “La speranza non è un sentimento collettivo di positività, è la capacità di vedere con gli occhi dello spirito quello che gli occhi della carne non riescono a vedere”. È il cardinale Pierbattista Pizzaballa a pronunciare queste parole cariche di realismo all’incontro che si è svolto il 21 agosto a Baronissi presso la Parrocchia Santa Maria di Costantinopoli guidata dai Frati minori della Provincia Salernitana-Lucana, promotori dell’iniziativa. La Striscia di Gaza è una regione costiera di 360 km² di superficie popolata da più di due milioni di abitanti (almeno nell’ottobre 2023), tra questi 1.240.082 rifugiati palestinesi. È un’area contesa. Rivendicata interamente dallo Stato di Palestina come proprio territorio, ma di fatto occupata dallo Stato di Israele dal 1967. La guerra che si consuma dunque in questo territorio è molto antica. Tuttavia dal 7 ottobre 2023, cioè dal famoso attacco di Hamas ad Israele, il conflitto ha assunto toni drammatici. E come sempre a pagarne le spese maggiori sono le famiglie, donne e bambini. Manca tutto, decine e decine di persone muoiono per carenza di assistenza medica, per scarsità di beni primari, per gli attacchi continui. Un inferno quotidiano e continuo da troppi mesi. Eppure, in questo buio angoscioso, in questa quotidiana lotta per la sopravvivenza ci sono delle piccole luci di umanità che fanno sperare ancora che la pace sia possibile. A dirlo è il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini. Incalzato dalle domande degli organizzatori, non si sofferma ad analizzare la situazione politica ma riporta le piccole e quotidiane esperienze, quegli sprazzi di umanità che accendono una luce tra tanto orrore. “Nonostante la potenza del male, non riusciranno a piegare la volontà e l’umanità della popolazione in questa terra” dice il patriarca “Qui, i bambini rimasti orfani, vengono accolti da altre famiglie anche se hanno già 6-7 figli propri ai quali badare. La piccola comunità di cristiani (sono rimasti circa 600) vivono tutti insieme nei pressi di una parrocchia. Cucinano con il legno dei mobili delle case distrutte due volte a settimana e distribuiscono il cibo non solo tra di loro ma anche all’esterno. Così come avviene anche per gli aiuti umanitari che arrivano. Da noi l’umanità è ancora preservata!”. Pizzaballa usa quest’ultima espressione con una nota di amarezza. Vive in quella Terra da molti anni. Nato a Bergamo nel 1965, è entrato nell’Ordine dei Frati minori definitivamente con la professione nel 1989. Dal 1990 si è trasferito a Gerusalemme prima per studiare e poi dal 1999 a servizio della Custodia di Terra Santa. Custode, vescovo e poi cardinale nel 2023. Insomma, si sente chiaramente più parte di quella realtà che un occidentale. Ed è per questo che può dire anche con tanta libertà che nella sua Terra il senso della comunità è più forte che in Occidente e lancia un appello: “Non abbiamo bisogno che l’Occidente venga ad insegnarci qualcosa. Bisogna riconoscere il dolore degli altri e piangere con loro”. Il suo è un appello alla condivisione concreta e reale. Ad un amore che possa imparare ad intrecciare verità, giustizia e perdono. Tre aspetti difficilissimi da coniugare ma necessari se si vuole veramente parlare di pace. Il negoziato degli ultimi giorni è molto importante, speriamo porti ad una de-escalation del conflitto. “La grande speranza della pace è lontana” dice Pizzaballa “ma le piccole speranze già ci sono in mezzo a noi ed è da queste che vogliamo ricominciare”. Un esempio e una testimonianza che dobbiamo certamente imparare da questo uomo e dalla sua gente. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag Cristiani, guerra, Occidente, pace, STRISCIA DI GAZA, Terra Santa Giovanna Abbagnara Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022). Visualizza archivio → ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: La preghiera sincera ti salva il matrimonio: la storia di Anna e Filippo “Noi, portate in pellegrinaggio dai santi Martin”: quattro suore si raccontano “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. 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