UOMO E DONNA

Castità e indissolubilità: invenzioni della Chiesa o insegnamenti del Vangelo?

fidanzati

C’è chi afferma che nella Bibbia non sia scritto da nessuna parte che bisogna essere casti o aspettare il matrimonio per fare l’amore. Qualcuno, di recente, mi ha detto anche di non vedere scritto nel Vangelo l’insegnamento sull’indissolubilità del matrimonio. Sarebbero solo “invenzioni della Chiesa”. È davvero così?

Pensando al nostro corpo, converremo tutti sul fatto che non potremmo sussistere se fossimo fisicamente divisi in due. Parlando del matrimonio, da una prospettiva cristiana, e leggendo il Vangelo, vediamo che, nel piano originario di Dio, Uomo e Donna dovevano unirsi così visceralmente, così profondamente, anche sul piano fisico (Gesù usa proprio l’espressione “una sola carne”) che non doveva più essere concepibile la loro divisione.

Dicono che la Bibbia non parla mai di “castità prematrimoniale” e che Gesù non dice di aspettare il matrimonio per fare l’amore. La Chiesa sarebbe oscurantista sul sesso, proponendo, tra l’altro, qualcosa che Gesù non ha mai detto o teorizzato.

Perciò, oggi, per spiegare il valore della castità prematrimoniale, non partirò dal Magistero della Chiesa (che per noi cattolici resta una guida sicura, a difenderci dalle mode o dalle tentazioni del mondo) o da storie di testimoni, ma dalle Scritture stesse.

Nella Genesi, quando si parla della creazione dell’uomo e della donna e Dio benedice la loro unione, si legge: “L’uomo lascerà suo padre e sua madre” e i due saranno “una sola carne” (Gen 2,24).

Gesù in persona, poi, interrogato sul matrimonio e sul divorzio, confermerà che, se per la durezza del cuore è stato permesso agli uomini di ripudiare le mogli, nel disegno del Creatore marito e moglie dovevano essere “una sola carne” (Mc 10, 1-12). E una sola carne, fino a prova contraria, è “indivisibile”.

Il matrimonio è dunque mistero di fusione, di comunione, sempre nel rispetto della libertà e della personalità di ciascuno. 

Tuttavia, se l’uomo e la donna sono chiamati a diventare una sola carne, ovvero a divenire un soggetto nuovo con un’altra persona; se il matrimonio – come conferma Gesù – è monogamo (“Uno con una”) e dura finché non sopraggiunga la morte (Luca 20,27-36), può essere contemplata l’idea di diventare una sola carne con molti, anche se in momenti diversi della vita?

Sì, nella logica del mondo – che ci vuole divisi e feriti – ma non nella logica di Dio, che ci chiama a preservare la purezza, l’unità interiore e l’integrità dei rapporti.

E mentre scrivo, so bene di non poter giudicare nessuno, perché, chi è senza peccato scagli la prima pietra.

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È vero, nella Sacra Scrittura non si dice espressamente che “occorre aspettare il matrimonio per fare l’amore”, ma lo si dice in altre parole. Questo è deducibile dal tipo di legame che comporta il matrimonio nella logica evangelica.

Fare l’amore – è chiaro dalle parole di Gesù – significa mettere il sigillo su una relazione; significa diventare una nuova realtà indivisibile.

E se il fulcro del matrimonio è “diventare una sola carne”, se è questo gesto a renderci “indivisibili”, possiamo compierlo quando nei nostri cuori restano dubbi sulla relazione, sull’altra persona, sul matrimonio inteso come impegno definitivo? 

Non è lecito, seguendo la logica del Vangelo, sperimentare l’altro dal punto di vista sessuale, trattarlo cioè – di fatto – come “moglie” o come “marito”, per poi lasciarlo.

Anzi, se il matrimonio ha come fulcro il divenire una sola carne, possiamo affermare che separare le due carni, dopo la loro unione, ha già in qualche modo il sapore del divorzio.

Gesù stesso sa che questo insegnamento non è facile da comprendere, anche i suoi discepoli, all’inizio, gli voltano le spalle quando parla così. 

Eppure, per chi vuole, quella Parola resta valida, Gesù continua a indicare una meta alta, ma il sigillo e il garante è Dio stesso. 




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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