Leggendo l’ultimo libro di Alessandro D’Avenia, Resisti cuore. L’’Odissea e l’arte di essere mortali, Feltrinelli editore, è emerso in me, come dal profondo dell’oceano un appello ai giovani. Vorrei chiedere loro scusa a nome del mondo degli adulti. Scusateci ragazzi se ci preoccupiamo troppo di cosa mangiate, come vi vestite, se vi sentite inclusi dai vostri amici con gli abiti firmati e gli smartphone di ultima generazione ma non abbiamo mai il tempo di chiedervi se siete felici, se vi sentite amati, se avete una Penelope da cui ritornare o un Ulisse da attendere.
Scusateci se vi mettiamo i preservativi negli zaini, ci preoccupiamo che nelle vostre scuole vi insegnino a difendervi dalle malattie sessuali e vi abbiamo dato la possibilità di assumere pillole per evitare o interrompere la gravidanza ma non ci siamo mai seduti a parlare con voi per raccogliere le vostre paure, le ansie del domani. E siamo sempre pronti a rimproverarvi o a vestirci come voi, a trascorrere ore sui social invece di ascoltarvi e cercare di fare un pezzo di strada insieme.
L’unica cosa di cui dovevamo preoccuparci era trasmettervi il desiderio di essere eroi. Come lo sono stati Ulisse e Penelope nell’Odissea. A Calipso che promette a Ulisse l’immortalità, la bellezza, il piacere per sempre, Ulisse sceglie invece la fatica del viaggio, la mortalità, la fragilità. In una parola sceglie Penelope, l’amore. Abbiate un motivo per dare la vita. Abbiate un motivo serio per mettervi in viaggio, anche accettando il rischio di non essere riconosciuti all’arrivo.
D’Avenia in tanti passaggi intreccia il poema con la vita reale e mette in luce ciò che davvero conta. Come la pagina straordinaria di quando Ulisse ha sconfitto i Pretendenti e si presenta vittorioso dalla moglie, Penelope non lo riconosce ancora. In realtà ella lo mette alla prova fingendo di aver spostato il loro letto dalla camera nuziale. Ulisse è deluso, impazzisce di dolore. Quel letto, che lui stesso ha scolpito su una radice di ulivo non si poteva spostare, era il centro del palazzo, se la moglie lo ha fatto mettere altrove significa che la loro unione è stata “sradicata” e lui è tornato invano.
Solo di fronte a questa reazione, Penelope riconosce Ulisse: trova in lui non l’eroe militare, l’astuto guerriero del cavallo di Troia, ma l’uomo innamorato solo di lei, il suo amato. “Omero dice che a quel punto lei si getta al collo di lui come un naufrago che tocca la terraferma, scampato alla morte, e usa esattamente le stesse parole usate per Ulisse quando era realmente scampato alla morte per mare. Sia lei che lui hanno viaggiato, sono naufragati e hanno trovato la terraferma, in sé e l’uno nell’altro. I due sono eroi insieme: un duale, forma grammaticale che i Greci usavano e che noi abbiamo perso, che serviva a indicare che ciascuno deve essere e fare la sua parte, ma l’unione è molto più di una somma, come la vista è più degli occhi e l’udito delle orecchie.
Penelope consegna a Ulisse il segreto dell’arte di essere mortali: la relazione. E quel “Resisti, cuore” significa allora “Ri-esisti, cuore”: ora che hai trovato chi ti ama anche nella tua mortalità, allora anche la morte è sconfitta o non ha più presa su di noi” scrive D’Avenia. Quando ci sentiamo amati noi ri-esistiamo, la felicità non è possedere qualcosa, qualcuno, un foglio di carta, un corpo perfetto, soldi in banca. La felicità è avere un motivo per cui dare la vita.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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