AFFETTIVITÀ

La teologia del corpo è per tutti: lo testimonia un uomo con attrazione verso persone dello stesso sesso

Peter è un membro di Courage, gruppo ecclesiale sorto negli Stati Uniti da oltre quarant’anni, dopo l’incessante richiesta da parte di uomini e donne con attrazione verso persone dello stesso sesso. Alcuni cattolici, infatti, iniziano a far sentire l’esigenza di avere un contesto, nella Chiesa, per vivere il Vangelo nella loro specifica condizione. Oggi il carisma è diffuso in varie parti del mondo.

Durante una testimonianza, in una delle riunioni annuali di Courage, Peter ha deciso di raccontare la sua storia. Parla della mancanza di suo padre, di quando è diventato il confidente della madre. Ed era solo un bambino. “Questo mi ha messo in una posizione imbarazzante. – spiega – Avevo bisogno dell’amore di mio padre, ma mi è stato negato, mentre mi assumevo alcune responsabilità premature”. 

È diventato un bambino triste e arrabbiato, per proteggersi, ha iniziato a innalzare muri e staccarsi dalla vita reale. Si è rifugiato nella tv. Lì trovava degli ottimi “sostituti” dei suoi genitori, degli amici immaginari, relazioni che non richiedevano sforzi.

Crescendo, si è accorto che faceva molta fatica nel rapporto con le ragazze: straparlava, per esorcizzare il suo senso di inadeguatezza. “Ero triste e mi sentivo confuso. Temevo di non poter fare amicizia”.

Si confidò con dei consulenti della scuola: “Loro mi hanno aiutato a esprimere i miei sentimenti. È stato bello farlo in presenza di un adulto e non essere criticato. Eppure, non siamo mai arrivati al nocciolo della questione. Non mi è mai sembrato di ricevere una guida piena di verità. Sembrava tutto semplicemente una lunga chiacchierata senza giungere ad alcuna conclusione”. 

Al college, un consulente ha dato una definizione alla sua esperienza. Disse: “Peter, hai considerato che potresti essere gay?” e nelle sedute successive gli ha fatto capire “in modi sottili” che avrebbe potuto “trovare maggiore soddisfazione nel fare sesso con uomini”. 

In quel momento, qualcosa si accese dentro di lui, gli sembrava di aver trovato tutte le risposte al suo malessere. Sì, sarebbe stato bello fare sesso con degli uomini, invece che masturbarsi soltanto.

Al tempo stesso ammette: “In fondo, quello che stava dicendo non mi appariva come qualcosa di buono per me”. Tuttavia, credeva di essere lui ingenuo e di “non sapere abbastanza su tutte queste cose”. 

Il consulente gli suggerì, allora, di di visitare un gruppo di sostegno gay nella zona, dove incontrò una persona. Ebbe il suo primo incontro sessuale. 

“In poco tempo ho iniziato a fare sesso con altri ragazzi. Prima uno poi l’altro. Con alcuni sono rimasto sei o più mesi, con altri poche settimane. Sembrava esserci una scorta infinita di partner sessuali”. 

Tutta questa eccitazione sessuale, però, non copriva né eliminava il dolore che aveva dentro. 

Ebbe una relazione stabile, di cinque anni: “Mi sono anche sentito accettato, mi sono sentito parte del gruppo”, aggiunge.

Quella relazione, però, finì e riprese con i rapporti occasionali. 

Un episodio lo colpì: “Una volta ho invitato uno sconosciuto a venire nel mio appartamento dopo aver ricevuto da lui i segnali che voleva fare sesso. Mentre stavamo facendo sesso, gli ho chiesto come si chiamava. Ha risposto: ‘Nessun nome. Solo sesso. Ora vai avanti’”. 

Non poteva continuare a dire che quello era uno stile di vita appagante. 

Ha gridato a Dio, si sentiva disperato. Specifica che in quegli anni, non ha mai smesso di frequentare la Chiesa, credeva in Dio, frequentava la messa e pregava molto.

Quella notte, però, lo supplicò tra le lacrime di salvarlo. E Dio non si fece attendere. 

Leggi anche: L’intimità fisica nel matrimonio è dono di Dio: cosa ci insegna la storia di Tobia e Sara (puntofamiglia.net)

Incontrò Mimì, una collega di lavoro, con la quale riuscì ad aprirsi. Lei le parlò di un gruppo nella sua chiesa per uomini e donne con attrazione verso persone dello stesso sesso.  Peter iniziò a frequentare gli incontri con quel gruppo, in una chiesa protestante. All’inizio si sentì accolto, come se Dio avesse risposto, attraverso quelle persone, alle sue preghiere. 

Poco dopo, però, decise di staccarsi. “Sono stato con loro per un po’ e ho ricevuto molto da quel periodo condiviso insieme, ma non erano cattolici e sapevo in cuor mio che dovevo entrare in comunione con gli altri per mezzo dell’Eucaristia, che l’Eucaristia doveva essere al centro delle nostre amicizie”.

Si allontanò, quindi, dal gruppo, perché voleva trovarne uno più vicino alla sua fede. Nel frattempo, però, ricadde nei vecchi vizi. “Ben presto persi di vista dove stavo andando e ricominciai a fare sesso”. Cadde davvero nella disperazione. Molte notti piangeva fino ad addormentarsi. Passarono quattro anni. 

“Una notte in particolare, di nuovo dopo aver gridato al Signore, sentii Gesù che mi parlava. Mi ha detto di rimettermi in carreggiata. Ho pianto, no, ho urlato ad alta voce, ‘Come Signore?! Come posso?! Perché mi hai lasciato di nuovo solo?! Non posso farlo da solo, Signore!’. Con una voce amorevole e ferma nel mio cuore, ha risposto che mi avrebbe aiutato”. 

Quella stessa settimana lo chiamò un amico, Bob, col quale si aprì senza remore. Fu lui a parlargli di un gruppo internazionale cattolico per uomini e donne chiamato Courage. Ci sarebbe stata di lì a breve la loro conferenza annuale. Nel cuore di Peter si accese di nuovo la gioia: “Grazie Gesù! – disse in modo spontaneo – Grazie per la tua premura e misericordia e per i tuoi discepoli, come Bob e Mimi!” 

Partecipò alla conferenza e lì sentì di nuovo l’amorevole abbraccio di Dio. Iniziò a frequentare settimanalmente le riunioni locali di Courage. Un nuovo mondo si aprì intorno a lui: cominciarono a formarsi amicizie salutari con gli uomini e sentiva un senso di maturità e di amore sempre più profondo. “Facevo amicizia con i membri al di fuori delle riunioni con escursioni, visitando i bisognosi, cenando e guardando un film di tanto in tanto. Il mio desiderio di fare sesso si è placato”.

Sentiva che doveva mettere ordine nella sua vita e rimuovere tutto ciò che lo aveva tentato nelle dipendenze. Diede via la televisione, cominciò a partecipare regolarmente alla messa e alla confessione. Peter in quel periodo recuperò anche il rapporto con suo padre. “Adesso posso amarlo”, afferma, anche se lui ha ancora i suoi limiti, anche se beve. Peter si è sentito guarito da Dio al punto di poter fare pace con il suo passato, al punto di poter perdonare i suoi famigliari per tutto il dolore causato. Ora la sua vita, in tutti gli ambiti, è più piena e felice.

“Mi dedico ad attività sessuale con le donne adesso? No. In effetti, ora mi sento molto forte nello sviluppare un’amicizia”. 

Per lui, oggi, è il matrimonio l’unico contesto adatto per vincolarsi con il sesso. E, in tutto questo, non ha paura di affermare che “gli ultimi anni di vita casta in Cristo sono stati finora veramente gli anni migliori”. 

Peter, riguardandosi indietro, non ha dubbi: 

“Amore non significa essere sempre d’accordo con qualcuno. Bob e Mimi non erano d’accordo sul fatto che dovessi continuare con la vita gay. Ma hanno pregato con me e hanno offerto la loro amicizia e i loro consigli. E se tu stesso ti senti gay o tentato di fare sesso al di fuori del matrimonio, sforzati di vivere castamente, impara il più possibile su quello che stai passando, cerca vere amicizie e, soprattutto, avvicinati al Signore. Grida a Lui e cerca la sua guida. Non ti deluderà”.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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