Nell’anno 2000 alcuni separati che avevano scelto di non rifarsi una vita, come si dice nel linguaggio comune, si presentarono a don Renzo Bonetti, allora direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia della CEI, per chiedere di essere accompagnati nella loro scelta. Il sacerdote intravide da subito la possibilità di un vero e proprio percorso spirituale. Il cammino non mutava l’originale vocazione sacramentale, battesimale e nuziale, ma richiedeva una diversa attenzione, teologica e pastorale verso la nuova condizione di vita. Ebbero così inizio una serie di incontri di condivisione e formazione, che avrebbero successivamente portato nel 2012 alla nascita dell’Associazione Fraternità Sposi per sempre, in seno al servizio ecclesiale alla famiglia del progetto Mistero grande.
Lui è Ernesto ed è uno sposo separato fedele. È stato presidente di questa associazione per molti anni. La sua storia mi sembra molto significativa “Come spesso avvengono le separazioni. All’improvviso uno dei due dice: non ti amo più. Sembra così che l’amore possa morire, ma non è vero. Piuttosto, lo si fa morire; spesso di fame e di sete. Nel nostro caso, penso sia stata determinante la fragilità della fede, che si innestava su una generale immaturità, che ci ha reso incapaci di crescere insieme”.
Emanuele ha scelto però di restare fedele alla moglie. Ua scelta controcorrente che lui definisce soprattutto una scelta di fede. “È stato proprio nei momenti drammatici della separazione che, paradossalmente, ho iniziato davvero a comprendere il significato di quelle parole che avevo pronunciato il giorno del nostro matrimonio: “Io prendo te, come mia sposa e con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”. Essere fedele sempre… nella gioia e nel dolore. Quei giorni, che non avrei mai pensato potessero arrivare, erano il momento del dolore, della malattia dell’anima. Il massimo dolore che si possa provare in amore, quello delle spalle girate, del “non ti amo più”, ma restava il “ti amerò e ti onorerò tutti i giorni della mia vita”, che niente e nessuno avrebbe potuto portar via” dice in un’intervista rilasciata a Punto Famiglia qualche tempo fa.
Con Gesù il suo “giogo” è diventato possibile e anche i momenti difficili, gli scoraggiamenti e le tentazioni di ogni genere sono stati vissuti in una dimensione di offerta e, in un certo senso, di riparazione per la salvezza della sua famiglia. E il rapporto con il figlio nato dall’amore nuziale? “Nel rapporto con mio figlio, è la preghiera ciò che mi dà fiducia e speranza, facendomi guardare oltre e al di sopra delle difficoltà quotidiane, oltre le sue e le mie ferite. È spesso quella preghiera vicaria che non avevo mai compreso, e che ora, nei confronti di mio figlio e della mia famiglia, mi sorge spontanea ogni mattina e conclude le mie giornate”.
Qualcuno potrebbe domandarsi: perché fondare un’associazione di separati fedeli? “Talora percepiamo che la nostra stessa esistenza di sposi che intendono restare fedeli al sì per sempre del sacramento è vista da alcuni come un giudizio o addirittura come una condanna inespressa verso chi ha fatto scelte diverse. – dice Emanuele – Saremmo secondo alcuni i fratelli maggiori che chiudono il cuore alla misericordia del Padre. Ma questo è assurdo. Noi conosciamo bene queste realtà, ben più da vicino di molti che ne parlano: tanti nostri fraterni amici sono divorziati e risposati, tanti nostri colleghi, soprattutto, spesso, le nostre mogli e i nostri mariti. Noi però vorremmo la loro salvezza, come la nostra. E sappiamo che la strada è unica ed è stretta. Le parole del Signore sono chiare, e per Lui i figli sono tutti uguali”.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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