TEORIA GENDER

Disforia di genere: sempre più frequente il “contagio tra pari” in adolescenza

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Nel sito “Generazione AD”, che si occupa approfonditamente e con approccio scientifico del problema della disforia di genere, il contagio tra pari, già riconosciuto con un fattore di rilievo nei disturbi alimentari, sta assumendo rilevanza anche rispetto al gender questioning. Aiutiamo e accompagniamo i ragazzi verso un serio discernimento.

Sembra una ripicca, la decisione approvata dalla Regione Puglia della sua personalissima legge Zan, cioè una legge regionale per promuovere l’agenda LGBTQ+. 

La legge del governatore Emiliano (che non aveva avvisato in campagna elettorale di questa possibile svolta) prevede iniziative arcobaleno, monitoraggio dei contenuti offerti dalle emittenti locali, formazione dei dipendenti delle imprese e in specie per i lavoratori del mondo della sanità, percorsi professionali agevolati per le persone LGBT (perché agevolati?), indottrinamento degli studenti e corsi per insegnanti e genitori.

Ci sarà anche un tavolo tecnico per contrastare le famigerate discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità psicologica sessuale; che vuol dire sanzionare (per ora, perché si potrebbe anche arrivare al carcere in futuro) o limitare la libertà di pensiero. Ricordiamo che il ddl Zan fu bocciato dal Parlamento nel 2021. 

Tornano alla mente le infuocate parole di buon senso del governatore (della Campania) De Luca sull’assurdità dell’insegnamento del gender ai bimbi delle elementari e non solo. Ci auguriamo che De Luca non cambi idea, anche perché i recenti studi scientifici sulla disforia sessuale sostengono che si tratti di “contagio sociale” e non di reali bisogni. 

Indottrinare bambini e ragazzi per avere consensi e autoconferme è un errore inammissibile. Infatti, l’aumento dei “casi”, la modificazione dell’età di esordio da infantile a puberale/adolescenziale e la frequente assenza di manifestazioni durante l’infanzia, si sono verificate prevalentemente in tutto il mondo occidentale. Proprio in considerazione dell’esponenziale e rapidissima diffusione del fenomeno fra gli adolescenti numerosi studiosi hanno iniziato a dubitare e valutare l’ipotesi del “contagio tra pari” e di quello sociale. 

Leggi anche: Maternità surrogata: atto di amore o ingiustizia verso i bambini? (puntofamiglia.net)

Nel sito “Generazione AD”, che si occupa approfonditamente e con approccio scientifico del problema, il contagio tra pari, già riconosciuto con un fattore di rilievo nei disturbi alimentari, sta assumendo rilevanza anche rispetto al gender questioning: «Il contagio sociale è da sempre utilizzato per valutare la diffusione di effetti o comportamenti attraverso una popolazione e il consumo sempre più massiccio di internet da parte degli adolescenti – si pensi anche all’impatto della pandemia – rappresenterebbe un ulteriore acceleratore di tale contagio. Negli ultimi anni, infatti, si è verificato un forte aumento di contenuti on line sulle questioni transgender, anche con la comparsa sui principali social e su YouTube di centinaia di profili, con migliaia di followers, in cui giovani utenti raccontano e celebrano l’esperienza della transizione. Sono sempre più numerosi i professionisti che riconoscono un peso a tali forme di contagio». 

Dunque, non si tratta di “bisogni” reali ma indotti. I genitori, i nonni, gli educatori hanno ragione quando mettono in guardia da simili tranelli e i ragazzi/ragazze hanno il sacrosanto diritto di essere aiutati a capire. 




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Gabriele Soliani

Gabriele Soliani, nato a Boretto (Reggio Emilia) il 24-03-1955. Medico, psicoterapeuta, sessuologo, adolescentologo, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine. Libero professionista. Ha collaborato per 9 anni al Consultorio Familiare diocesano di Reggio Emilia. Sposato con Patrizia, docente di scuola superiore. Vive a Napoli dal 2015. Ministro della Santa Comunione e Lettore istituito.

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