IL VANGELO E LE NOZZE
Una festa di nozze: l’immagine di Gesù per raccontare il Regno di Dio
“Il Regno dei Cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio”. Richiamate alla mente le feste di matrimonio a cui avete partecipato. Alcune vi saranno rimaste particolarmente nel cuore. Il Signore sembra dirci che, tra tutte le realtà terrene a cui potremmo paragonare il Regno dei Cieli, una che più di altre si avvicina è proprio un banchetto di nozze.
Come ci ama Dio? Come viene incontro all’umanità? Che progetti ha per noi? Cosa sta preparando, per accoglierci nella vita eterna?
Una delle metafore più ricorrenti per spiegare il rapporto tra Dio e l’umanità e per indicare la nostra meta è quella della festa di matrimonio.
Oggi prenderemo come riferimento alcuni brani del Vangelo, in cui Gesù si paragona espressamente ad uno Sposo e il Regno dei Cieli è mostrato come “luogo di festa”, precisamente una festa di nozze.
“Gesù disse loro: ‘Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare’” (Marco 2,19)
I farisei hanno appena accusato i discepoli di Gesù – e Gesù stesso – di essere dei mangioni e dei beoni, perché non compiono i digiuni prescritti.
Gesù non risponde che è “sbagliato” o “inutile” digiunare. Lui stesso digiuna per preparare lo spirito nei momenti forti della sua missione. In più occasioni parla dell’importanza che questo sacrificio ha nella Chiesa, ad esempio quando dice che alcuni demoni si possono vincere solo con il digiuno o quando invita a non farsi vedere affranti nel giorno del digiuno.
Gesù vuole, piuttosto, far comprendere ai farisei che Lui è la nostra vera gioia. Lui è la pienezza. E lo fa in un modo che tutti possono comprendere: prendendo in prestito l’immagine delle nozze. Nessuno digiuna ad una festa di matrimonio: questo potevano ben comprenderlo anche i farisei, che sicuramente in quelle occasioni non digiunavano.
Cosa sta dicendo loro? Non tanto di lasciar stare i loro digiuni (tuttavia inutili, se non vissuti per amore), ma di riconoscerlo come il Cristo, come pienezza della vita, motivo di festa per l’anima. Sta dicendo loro di accoglierlo come farebbero all’arrivo dello sposo nel luogo del pranzo, dopo la cerimonia appena celebrata. In onore della nuova famiglia appena formata si fanno brindisi e si mangia in abbondanza.
Gesù sta dicendo che non ha senso una fede fatta di rituali, se poi ci perdiamo la bellezza di un incontro che ci coinvolge e ci fa felici, proprio come quella che sperimentiamo durante la festa delle nozze.
Poco dopo, durante la stessa disputa, Gesù anticipa la sua passione, dicendo ai farisei che “lo Sposo verrà loro tolto” e allora i suoi digiuneranno (Mt 9,15).
Vengono infatti le prove, la vita su questa terra non è sempre una festa, nemmeno se si ha fede. Viene la croce e persino il momento in cui ci sembra che Dio ci abbia abbandonato. A quel punto, il digiuno, ovvero spogliarci del superfluo e offrire la nostra sofferenza, ci aiuta a fissare lo sguardo su Colui che la nostra anima attende, come unica speranza di salvezza.
Gesù parla anche del suo ritorno nella gloria come di uno Sposo che va incontro alla sposa. Vediamo questo, ad esempio, nel passo evangelico delle dieci vergini (Mt 25,1-13). Nei momenti di vuoto, di fatica, di stanchezza, il Vangelo ci ricorda a quale pienezza siamo chiamati nella vita eterna: è simile a quella di una sposa che freme aspettando il suo sposo.
Leggi anche: “In principio non fu così”: a quale amore sono chiamati gli sposi? (puntofamiglia.net)
Un altro brano dove Gesù usa la metafora del matrimonio è questo: “Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse: ‘Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio’”. (Mt 22,1-2).
Proprio pochi giorni fa, con la mia famiglia sono stata ad un matrimonio. Mentre marito e moglie scendevano dalla macchina che li accompagnava nel luogo del ricevimento, tutti gli invitati hanno iniziato a gridare di gioia, a chiamarli, ad applaudire. Ho pensato a Gesù, che vuole un rapporto simile con noi: sogna il nostro entusiasmo nell’incontrarlo, la gratitudine per la sua presenza e che, come gli sposi ad un banchetto, non vede l’ora di regalarci una festa che non scorderemo facilmente.
Essere invitati ad una festa di matrimonio ci fa sentire “scelti”. Non tutti hanno accesso a quella sala, sono gli sposi a chiamare. Così fa Dio: ci chiama per primo, ci chiama alle sue nozze. Siamo scelti, ma lascia a noi la possibilità di rispondere all’invito. Eppure, è interessante che il Regno dei Cieli sia paragonato proprio a questo. Riflettiamo un attimo: come sono le feste di nozze?
Richiamate alla vostra mente i matrimoni a cui avete partecipato. Alcune vi saranno rimasti particolarmente nel cuore. Provate a ricordare i momenti più belli che avete vissuto. Il Signore sembra dirci che, tra tutte le realtà terrene a cui potremmo paragonare il Regno dei Cieli, una che più di altre si avvicina è il banchetto delle nozze. Gesù vuol dirci che è così il Paradiso: un’esplosione di vita, luogo di comunione, dove sperimentiamo la complicità, l’amicizia, la dolcezza, la tenerezza. Pensate alle emozioni, ai pensieri, ai ricordi che suscitano in voi le feste di matrimonio più intense a cui avete partecipato. Ecco, quella gioia, centuplicata e trasfigurata, la proveremo, per sempre, nel Regno dei Cieli. Parola di Gesù.
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