BRICIOLE DI VANGELO

28 Giugno 2024

Sulla soglia della chiesa

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,1-4)
Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì.
Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita.
Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».

Il commento

Scese dal monte e molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso…” (8, 1-2). Dopo il Discorso della montagna (5,1 – 7,29) nel quale l’evangelista raccoglie l’insegnamento fondamentale di Gesù, inizia il racconto dei miracoli. Nei capitoli 8 e 9 Matteo presenta dieci racconti di miracoli: dalla guarigione del lebbroso a quella del muto (9, 32-34). La buona notizia è fatta di parole e di gesti. La parola annuncia la verità che Dio vuole comunicare all’umanità, i gesti testimoniano la carità di Dio. Parole e gesti devono restare intrecciati: se la Parola non si traduce nella carità rischia di fare della fede una maschera; se la carità non si lascia illuminare dalla Parola diventa cieca e smarrisce la via che conduce a Dio. Parole e gesti, sono due modalità diverse e complementari dell’unica fede. Vi sono quelli che esaltano l’annuncio e trascurano l’impegno della carità; e altri che pretendono di vivere la carità senza chiedere e attingere la grazia che Dio dona. Custodire l’unità tra annuncio e carità è uno degli impegni prioritari del nostro tempo.

La prima guarigione riguarda un lebbroso. Non è una malattia come le altre, non si tratta solo di sanare un corpo devastato dal male ma di restituire un uomo alla sua vita di relazione e di fede. La lebbra infatti impediva di partecipare ad ogni forma della vita sociale. Non poteva entrare nella sinagoga o nel Tempio. Di fatto, il lebbroso perdeva ogni diritto, come un figlio costretto a restare fuori dalla casa paterna. Guarire in questo caso significa ricevere nuovamente la veste di figlio. La nuova traduzione è più fedele al testo greco: “Signore, se vuoi, puoi purificarmi” (8,2). La guarigione del corpo è solo la premessa per ricevere una nuova possibilità di vita. Purificare significa togliere l’impurità, quella che gli impediva di partecipare all’assemblea liturgica. È una parola che interpella tutti. La preghiera del lebbroso è quella che dobbiamo ripetere anche noi ogni volta che varchiamo la soglia della chiesa o della preghiera. Oggi chiediamo l’umiltà del cuore.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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