27 Giugno 2024

Trasmettere la fede ai figli, compito impossibile?

Mio figlio non vuole saperne nulla di venire a Messa, pregare, sentir parlare di Chiesa. Cosa posso fare?”: è la domanda più ricorrente quando mi invitano per qualche momento di incontro e di riflessione sulla famiglia. Accolgo e comprendo le difficoltà e le preoccupazioni di un padre e di una madre. Trasmettere la fede ad un figlio oggi sembra un’utopia. Qualcosa che riguarda solo chi è esperto in materia. Ma chi può dirsi abilitato nelle cose di Dio? O meglio, quel figlio è affidato proprio a te, proprio a voi, proprio a noi. Dobbiamo industriarci e darci da fare.

Di solito rispondo con un’altra domanda – lo so non si fa ma lo ritengo pedagogico. La richiesta è: “tuo figlio ha fiducia in te?”. E le facce interdette e interrogative mi inducono a proseguire. La fede nasce da una domanda di senso che i nostri figli devono imparare a porsi sulla propria vita e le scelte da fare. Oggi gli adolescenti, i giovani non fanno più domande. Perché? Fondamentalmente perché non hanno più fiducia negli adulti. Ci mostriamo come barche in preda alla tempesta, pensiamo che parlare in un determinato modo o vestirci come i nostri giovani decreti il nostro grado di comprensione del loro stare al mondo. È il dramma dei giovani adulti. Così facendo li destabilizziamo perché essi non riescono a comprendere il confine tra la giovinezza e l’età adulta. Non vedono persone che in nome della fede fanno scelte coraggiose o controcorrente. Anche i sacerdoti spesso si presentano come “giovani insieme a loro”. Fino a prova contraria la scelta vocazionale definisce lo status di adulto.

E allora perché dovrebbero abbracciare la fede? Per seguire dei precetti? Per stare in pace con la coscienza? Per fare un po’ di bene? I nostri figli ci hanno mai chiesto perché facciamo un cammino di fede? Cosa proponiamo loro per farli avanzare nella domanda che forse vale la pena spendere la propria vita per il Vangelo? Tutta la riflessione sulla trasmissione della fede si potrebbe risolvere in una sola frase: abbiamo bisogno di adulti credibili che liberamente scelgono con gioia di amare Dio e il prossimo con gratuità, senza aspettarsi il contraccambio. Ancora più sinteticamente: adulti che donano la vita.

Stiamo attenti a non ridurci ad un elenco di analisi negative sui nostri giovani. Qualche giorno fa ho letto un’intervista, ricca di humour, a Carlo Rossella, noto giornalista e autore del Tg1. Quando il suo interlocutore ha chiesto se gli è dispiaciuto non avere figli, Rossella ha risposto: «No, soprattutto vedendo quelli di molti amici miei. I figli di oggi mancano totalmente di riconoscenza e questa cosa mi rattrista». I figli non vengono messi al mondo perché possano dirsi riconoscenti ai genitori. Certo, la riconoscenza è una bella virtù ma è una conseguenza dell’adultità.

Nella notte di Pasqua del 2024 in Francia 7.135 adulti e più di 5.000 adolescenti (alunni delle scuole secondarie, quelli delle scuole elementari non sono conteggiati) sono stati battezzati. Degli adulti circa un terzo ha tra i 18 e i 25 anni. Questo significa che più di 2000 giovani hanno chiesto liberamente di accogliere la fede. Forse perché hanno incontrato Gesù nel volto, nelle parole, nella vita, di testimoni credibili?



Il Caffè sospeso...
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Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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