Siamo immersi in una cultura che non solo ha marginalizzato il discorso sulla morte ma che vuole cancellare anche la sofferenza ritenendola priva di senso. Blaise Pascal diceva che l’uomo non potendo eliminare la morte ha deciso di non pensarci e se lo fa è soltanto con un approccio biomedico. In sintesi, si pensa soltanto a come eliminare la sofferenza e andare incontro ad una dolce morte. Bisogna dire che senza dubbio occorre conoscere e comprendere sempre meglio i meccanismi del dolore, occorre sviluppare strategie terapeutiche mediche e chirurgiche sempre più mirate e sempre più efficaci. Occorre conoscere sempre di più le cure palliative, quelle che la Chiesa non solo permette ma consiglia di applicare specie a quei malati che si trovano ad affrontare terribili prove ma dobbiamo anche ricordare che il dolore umano, in quanto umano, non è mai semplicemente un fatto biologico da affrontare sul solo versante medico.
Per comprendere sino in fondo il dolore del suo paziente o del proprio figlio ammalato o del proprio marito, della propria moglie, della persona che accompagno come volontario… ognuno di noi deve rispondere alla domanda sul senso che il dolore ha nella sua vita. Il dolore incarna l’incertezza e la fragilità dell’esistenza. Il “dolore è scandalo”, come dice Giovanni Paolo II nell’enciclica Salvifici doloris. E lo diceva non solo da studioso o da teologo quale era. Papa Wojtyla ha conosciuto la sofferenza: l’attentato del 13 maggio e poi la malattia che l’ha consumato piano piano davanti ai nostri occhi. Chi non ricorda il suo grido che si ferma in gola dalla finestra di San Pietro pochi giorni prima di morire nella domenica delle Palme?
La fede cristiana non fugge la sfida del dolore, ma la pone audacemente al centro del suo credo. Il farsi carne di Dio, il suo nascondersi nelle pieghe dolorose dell’esistenza, il suo chinarsi sulle piaghe del mondo, il suo condividere gli aspetti oscuri del vivere, sino al tradimento, alla passione e alla morte terribile in croce, tutto questo è il fondamento della fede cristiana. Dio non abbandona l’uomo al suo destino, è su quella croce, Dio è dove siamo capaci di prendere per mano chi soffre, chi è disperato, chi è nell’angoscia, chi se ne sta andando.
So che è difficile crederlo. So che lo è soprattutto per un genitore che vorrebbe preservare il proprio figlio da tradimenti, povertà, solitudine. In realtà, però, è proprio la fatica di vivere e anche il dolore ciò che mette alla prova e scava un solco interiore, in cui nasce un uomo nuovo. Uno che, essendosi sentito almeno una volta un miserabile, non guarderà ai poveri e agli emarginati e agli abbandonati come a persone diverse da lui, ma come fratelli. È la scuola della porta stretta, quella che apre ad una vita piena. Ne abbiamo scandalo fino a quando comprendiamo ciò che Manzoni ci offriva sui banchi di scuola ne I Promessi sposi: «Dio non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per darne loro una più certa e più grande».
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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