18 Giugno 2024

Aborto, perché non diciamo tutta la verità?

Nutro qualche dubbio sulla reale procedura ospedaliera che ha accompagnato la drammatica esperienza di aborto raccontata su Instagram da Linda Feki, musicista napoletana presso l’Ospedale San Paolo di Napoli. A partire dal fatto che il ginecologo che le ha fatto la visita: “ha aggiunto all’ecografia DUE SETTIMANE a quelle effettive, a voce ne ha aggiunte due e per iscritto ne ha aggiunta un’altra ancora, invitandomi a riflettere sul fatto che essendo arrivati così avanti significava che volessimo tenerlo”. Che significa aggiungere settimane? Forse molti dimenticano che, nella definizione medica dell’età gestazionale, ci sono elementi che evidentemente differiscono dalle settimane trascorse dall’ultimo amplesso sessuale.

A parte la puntualizzazione scientifica, l’altro elemento che mi rattrista è la coincidenza temporale con le elezioni politiche europee. “Tre mesi fa ho abortito. Alcune donne per accedere all’IVG legittimamente devono andare fuori regione. La percentuale di personale sanitario obiettore di coscienza è altissima in questo preciso periodo storico. Oggi si può votare fino alle 23 e spero che condividere la mia esperienza possa servire ad incoraggiarvi al non astenervi dal voto. Se vi condividete in modo che tutto questo possa avere più risonanza possibile”. Innanzitutto, mi sembra che in Campania si possa tranquillamente accedere all’aborto e non conosco esperienze di donne costrette ad andare fuori regione. Se ci sono, vi prego di segnalarle con puntualità.

La “percentuale altissima di obiettori” poi a cosa si riferisce esattamente? Al fatto che è previsto un solo giorno per l’aborto, cioè il mercoledì? E perché questo è un problema? Si dovrebbe garantire la possibilità di accedere all’aborto ogni giorno della settimana? Che cos’è un reparto di beauty farm dove andare a fare la manicure? Troppo spesso si dimentica che, secondo la legge 194, l’accesso all’aborto è possibile in casi particolari: “Il consultorio e la struttura socio-sanitaria, oltre a dover garantire i necessari accertamenti medici […] hanno il compito in ogni caso, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto” (art. 5). Ergo, non è un servizio che si può offrire h24 ma la legge lo presenta come l’ultima ratio qualora la donna, sostenuta da una rete di aiuto, non sia riuscita a rimuovere quegli ostacoli che le permettano di accogliere la vita.

Comprendete quanto siamo lontani dalla realtà? Quanto sia scorretto anche questo modo di fare informazione da parte dei media? Perché non parliamo anche delle donne che sono state effettivamente aiutate a portare avanti la gravidanza, rimuovendo quegli ostacoli, ed ora sono felicissime di essere mamme? Perché invece di fare l’elenco delle strutture pubbliche dove si può “abortire meglio” non facciamo anche l’elenco dei CAV italiani dove le donne vengono aiutate e sostenute per lungo tempo anche dopo la nascita dei figli? Di cosa abbiamo paura? Abortire non è una passeggiata, e il dolore non sarà edulcorato da un sorriso in più che fa l’operatore sanitario mentre si pratica o facilitando il suo accesso. Cerchiamo di non inciampare su queste ideologiche operazioni mediatiche.



Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.

Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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