Nella top ten dei santi a me più cari, di quelli che invoco al termine di ogni decina di Rosario (a dir la verità è più una litania ad ogni mistero), di quelli che quando ti trovi in un momento di smarrimento vorresti al tuo fianco come fieri e valorosi combattenti, di quelli che spero un giorno verranno a prendermi per condurmi davanti a Dio (dite che è un po’ presuntuoso come pensiero?), c’è anche lui: Antonio da Padova, il santo delle 13 grazie al giorno.
Di anno in anno, di Tredicina in Tredicina, di sermone in sermone, è diventato uno di famiglia. Sarà che, quando ho cominciato a dare un senso profondo alla mia fede in parrocchia, lui era lì come patrono di questa piccola frazione di campagna, sarà che, guardare la meravigliosa statua che lo ritrae con il Bambinello in braccio, mi infonde una grande pace, sarà che, quando ho chiesto il suo patrocinio è stato sempre pronto e solerte ad elargirmi i suoi favori, insomma la vita, la spiritualità e le opere di questo grande predicatore del Vangelo di Cristo sono ben presenti al mio cuore.
L’amore per la Parola, la centralità dell’Eucaristia, il primato dei poveri. Antonio vive profondamente il carisma di Francesco di Assisi e in un certo qual modo inserisce un elemento di originalità, di approfondimento, che lo perfeziona nel senso evangelico.
I suoi Sermoni sono dei testi vivi, la sua voce ha un timbro che, ancora oggi, è forte e chiaro. In sintesi, il santo nelle sue parole propone un vero e proprio itinerario di vita cristiana. Chi li legge può sentire la freschezza e la bellezza del Vangelo, l’armonia tra le parole e il pensiero, l’unità tra la predicazione e la vita. Forse è per questo che affascinava tanto gli uomini del suo tempo che si accalcavano per ascoltare le sue omelie o le sue predicazioni. In lui c’era la fatica di un’umanità che continuamente veniva lavorata dalla grazia di Dio, dalla preghiera, dall’Eucaristia, dall’amore verso gli ultimi.
La sua intelligenza, lo studio, l’arte oratoria non furono mai per la sua gloria personale, per raggiungere posizioni di rilievo o per ottenere favori dagli uomini. E anche quando l’Ordine francescano lo chiamò ad essere Superiore provinciale dei Frati minori del Settentrione, egli continuò ad esercitare la sua responsabilità con grande umiltà. La sua vita parlava di Cristo, risplendeva di Gesù. Cristo al centro. Come è triste vedere invece in tanti religiosi la sete di potere, i giochi politici per le elezioni delle cariche del proprio Ordine. Come se tutto fosse ormai appiattito e fermo alle glorie di questa terra.
Un giorno, un sacerdote nella mia parrocchia, durante una Tredicina riportò queste parole di sant’Antonio che io segnai su un foglietto che ho posto nel mio Breviario: “Se predichi Gesù, egli scioglie i cuori duri; se lo invochi, addolcisci le amare tentazioni; se lo pensi, ti illumina il cuore; se lo leggi, egli ti sazia la mente” (Sermones Dominicales et Festivi III, p. 59). Se al centro c’è Cristo, si operano miracoli, se al centro ci siamo noi, possiamo anche predicare con belle parole ma nulla resta nella storia della salvezza.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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