5 Giugno 2024

Affrettiamoci ad amare

Ho trascorso 25 anni della mia vita a presentarmi come moglie e come madre, status ormai marginalizzato nella società progressista di oggi. Non so quante volte l’inquilino del piano di sotto e i suoi seguaci (quelli che vivono nelle tenebre per aver scelto di voltare le spalle a Dio) hanno cercato di distogliermi da questa chiamata sventolandomi in faccia il “l’importante è solo ciò che vuoi tu” della filosofia imperante dell’amore libero. In quei frangenti chiedevo la grazia di non fermarmi al momento di debolezza e di fragilità ma di guardare e ascoltare tutta la storia, ricordando le origini, le vertigini della partenza e la dolcezza di sentirsi chiamati e amati.

Quindi sarei una visionaria? Credo in qualcosa, l’amore eterno, che non esiste se non nei romanzi e nei film romantici? In realtà oggi le storie che durano negli anni sembrano essere merce rara. Gli artisti più audaci in qualche intervista presentano di essere stati con lo stesso uomo o la stessa donna tutta la vita quasi come un’impresa eroica. I media massacrano l’amore fedele, lo umiliano chiedendo di nasconderlo per paura che offenda qualcuno. È il mantra della modernità: non si può far ascoltare alle donne il battito nel grembo materno perché si può urtare la sensibilità di chi vuole abortire; non si può dire che Dio ci ha creati maschi e femmine perché si può urtare chi non si riconosce né l’uno né l’altro; non si può dire che una vita anche nella sofferenza e nella malattia è un’esistenza degna e meravigliosa perché si possono urtare le persone che vogliono fare ricorso al suicidio assistito.

Parimenti non si può dire che l’amore può durare per sempre anche quando è caduto cento volte, è ammaccato, fragile, scosso nelle fondamenta. Incredibile quello che possono dire e pensare se irriti alcune lobby di pensiero. L’ho toccato per mano in tanti anni in cui dirigo una rivista che parla di famiglia, di relazione coniugale, di fidanzamento e amore per sempre. Si preferisce alzare la leva del volume sulla felicità individuale, davanti al suo altare si sacrificano tutte le relazioni che richiedono fedeltà, sacrificio, abnegazione, umiltà.

Oggi nel mio Caffè sospeso voglio invece cantare ancora quest’amore. Il tempo passa, le mode cambiano anche quelle culturali ma resta il solo unico desiderio profondo: amare ed essere amati. Io e mio marito ci dobbiamo affrettare. Affrettare ad amarci. Sono trascorsi 25 anni e sempre di qui ci accorgiamo che amiamo sempre troppo poco e troppo tardi.

Alla fine della vita saremo giudicati sull’amore; perché un giorno non porteremo al cospetto dell’eternità, titoli, azioni o proprietà ma solo un amore che si è fatto dono l’uno per l’altro. E come è dolce sapere che questo significa che la tua felicità dipende da un’altra persona, che non bastiamo a noi stessi, che l’altro è ciò che ci manca di noi. L’amore non è la somma di due essere perfetti che si amano grazie alle proprie capacità, l’amore non è giustizia ma misericordia. E la misericordia è il sinonimo di un amore totale e gratuito.

Un amore così, tenace, consapevole di non essere l’origine di tutto, piccolo come un uccellino ma che osa sfidare i cieli e le tempeste come le aquile, non teme nemmeno la morte perché ha imparato a danzare sotto la pioggia come nei giorni di sole gustando qui ed ora il sapore dell’eternità.



Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.

Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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