CORRISPONDENZA FAMILIARE

Le nozze si avvicinano e l’amore appare sempre più come una sfida

3 Giugno 2024

Alla vigilia delle nozze una fidanzata scrive a don Silvio accorgendosi di quanto è difficile l’arte della relazione coniugale. “Non ho ripensamenti” scrive “so che l’amore per Roberto viene direttamente da Dio e che a Lui mi riconduce ma mi ha stupito con quanta facilità siamo arrivati a dire parole che feriscono l’altro e che, in fondo, non fanno parte delle nostre convinzioni più profonde”. Nella risposta don Silvio li invita “a vivere l’amore come una sfida quotidiana” aggrappandosi alla preghiera per ricevere da Lui la forza necessaria. 

Caro Don,

Come stai? Ti scrivo questo messaggio mentre sono in treno, sto ripensando alle tue parole che ho letto ieri: “l’amore inteso come un’esperienza di comunione che accoglie e realizza la diversità”… parole che ancora una volta sembrano state scritte per noi nel momento giusto. Le nozze si avvicinano, i preparativi esteriori ed interiori vanno avanti e se da un lato il cuore è trepidante e pieno di gioia, dall’altro nelle ultime settimane ci è sembrato più facile discutere per le piccole cose, sentirsi affaticati, mettere in discussione le intenzioni dell’altro.

Due giorni fa abbiamo avuto un’accesa discussione per un motivo futilissimo e sono riemersi problemi che pensavamo di aver risolto da tempo; come pensieri latenti sono riaffiorati lasciandoci amareggiati e scoraggiati. Ci siamo sentiti così diversi da non capire l’uno le parole dell’altra. 

Mi sono fermata a riflettere su cosa ci stesse succedendo e ho avuto la sensazione che una “lotta silenziosa” si stesse combattendo dentro di me: certezza contro dubbio, speranza contro timore, chiarezza contro mistificazione. Più il desiderio di bene cresce, più il maligno viene ad inquinare le parole, a confondere i pensieri, a farmi sentire fragile.

Non ho ripensamenti, so che l’amore per Roberto viene direttamente da Dio e che a Lui mi riconduce ma mi ha stupito con quanta facilità siamo arrivati a dire parole che feriscono l’altro e che, in fondo, non fanno parte delle nostre convinzioni più profonde. 

Non vogliamo restare schiavi di noi stessi. Ieri abbiamo incontrato Sofia e Davide e, in tutta libertà, abbiamo consegnato loro la fatica di queste ultime settimane. Oltre a darci suggerimenti utili per costruire la relazione, e proprio partendo dalla loro esperienza, ci hanno chiesto di aggrapparci saldamente alla preghiera per crescere uniti ad immagine della Trinità. Ci siamo guardati negli occhi e ci siamo ritrovati e perdonati… Ci siamo sentiti così indegni di fronte alla grandezza di quel “noi” che ci è stato affidato.

Ho capito quanto il matrimonio sia davvero una sfida quotidiana fatta di piccolissimi gesti il cui motore è la promessa di essere fedeli, in ogni cosa. Ti abbraccio affidandoci alle tue preghiere e alla tua custodia.

Giulia 

Cara Giulia, 

ti ringrazio per aver condiviso questa esperienza che genera sofferenza e… paura. Nelle tue parole, scritto di getto, vedo un segno della tua lealtà, non nascondi i problemi e non ti giustifichi con la classica scusa che la fatica di preparare le nozze alimenta uno stato di agitazione che appesantisce la relazione. Tu vai al cuore delle cose perché in te c’è il desiderio di vivere in pienezza, non ti accontenti di un amore qualsiasi. 

Non devi stupirti se la relazione di coppia oggi appare debole e vulnerabile. Dovresti essere sorpresa del contrario. L’amore umano appartiene alla categoria delle cose fragili. Non devi sperare che questa fragilità possa scomparire, la grazia del sacramento dona certamente vigore e una capacità nuova di amarsi ma non toglie la fragilità. 

L’essere umano è la casa delle contraddizioni. Il brano evangelico che oggi meditiamo nella liturgia (Marco 10,17-22) presenta l’episodio di un uomo che va da Gesù, nessuno lo ha costretto, è lui che liberamente compie questo passo perché riconosce in Lui un Maestro che insegna con autorità, si inginocchia dinanzi a lui con rispetto e gli chiede cosa deve fare per ricevere quella pienezza di vita che il cuore desidera. È lui che chiede, e certamente è sospinto dalla fiducia. E tuttavia, quando Gesù gli consegna parole luminose, emerge tutta la sua debolezza, non ha il coraggio di accogliere la sfida del Vangelo. E se ne va triste. 

Leggi anche: I sentimenti non bastano per fare dell’amore un cammino

Pagine come queste ti fanno comprendere quanto siamo fragili e com’è facile smarrire la via dell’amore. Non basta avere grandi e sinceri desideri, è necessario accettare – come tu hai scritto – di vivere l’amore come una sfida quotidiana. La grande tradizione spirituale parla espressamente di una vera e propria lotta. Dimenticare o minimizzare il combattimento è il primo e il più grande limite che oggi indebolisce il cammino dell’amore coniugale. È bene però ricordare che la lotta spirituale di cui parlo non è contro la società che ostacola la nostra realizzazione; e neppure contro il coniuge a causa dei suoi limiti. La lotta è con sé stessi perché non raramente l’io diventa un ego prepotente che vuole dettare legge e misurare ogni cosa a partire dalle proprie esigenze. 

Basta poco per ridare voce all’amore: mettere a tacere quell’io invadente, fare un gesto di umiltà. A volte basta dire: “scusa se ho alzato la voce, se non sono stato attento alle tue parole, se non ho dato spazio alle tue necessità, se sono stato distratto…”. Basterebbe poco e invece… accade spesso che ciascuno si chiude nell’attesa di ricevere quello che gli spetta. E poi succede che l’attesa, anche quella legittima, diventa un’insopportabile pretesa e così… nascono i conflitti. 

Salvo rare eccezioni, anche le coppie che s’impegnano a camminare nella via della coniugalità, malgrado l’esperienza degli anni, sperimentano le stesse difficoltà. Conosco coppie che s’impegnano a camminare insieme nelle vie di Dio e tuttavia sperimentano sempre la fatica di accordare le voci e i sentimenti. A volte basta davvero poco per entrare in un dialogo conflittuale. 

Come mai cadiamo in questa trappola malgrado l’esperienza e la buona volontà? 

Non dobbiamo addossare colpe alla diversità di carattere. Due sposi sono inevitabilmente diversi, ciascuno porta il suo patrimonio di vita, la sua storia e la sua personalità. Tutto questo immette nella vita della coppia – e dona ai figli – una straordinaria e incalcolabile ricchezza. No, la diversità non c’entra. 

A me pare che l’unica risposta ragionevole sia proprio quella fragilità che appartiene alla natura umana. Quando siamo troppo o solo concentrati su noi stessi, è facile amplificare o addirittura assolutizzare le nostre ragioni. Fino al punto da giudicare come del tutto secondarie le ragioni altrui. Dobbiamo essere più vigilanti e più umili per ridimensionare l’io e accogliere l’altro. Non dare troppo credito ai nostri sentimenti e accogliere l’altro con le sue ragioni e i suoi limiti, con le sue esigenze e le sue pretese. 

Mia cara amica, so bene che non è facile ma so anche che fare questo passaggio è assolutamente indispensabile se vogliamo che l’amore continui a irrigare la nostra vita. E ricorda che due sposi delusi sono una mina vagante… 

Permettimi di dirti un’ultima cosa. Gli sposi che avete scelto come guida nel vostro cammino hanno sottolineato l’importanza della preghiera. Ed hanno ragione. Non possiamo vincere questa battaglia se non impariamo a stare più spesso in ginocchio dinanzi a Gesù. È Lui che ci insegna la via dell’amore. Lui che per amore si è fatto uomo, nascondendo la gloria divina e accettando di essere umiliato fino alla morte. Lui che per amore oggi si fa piccolo e si presenta attraverso l’umile segno dell’Eucaristia. Gesù testimonia e insegna che ama veramente colo chi cammina nei sentieri dell’umiltà. 

Questa è la strada, mia cara Giulia. Non è semplice ma ti assicuro che questa è la via della gioia. La Santa Vergine saprà custodirvi nel cammino della vita. A presto. 

Don Silvio 




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Silvio Longobardi

Silvio Longobardi, presbitero della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, è l’ispiratore del movimento ecclesiale Fraternità di Emmaus. Esperto di pastorale familiare, da più di trent’anni accompagna coppie di sposi a vivere in pienezza la loro vocazione. Autore di numerose pubblicazioni di spiritualità coniugale, cura per il magazine Punto Famiglia la rubrica “Corrispondenza familiare”.

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