CASTITÀ

“Ti giocheresti la vita con me?”: lui voleva portarla a letto, lei lo spiazza così

coppia

di Ginevra

Oggi proponiamo la testimonianza di Ginevra. Un ragazzo voleva divertirsi con lei, senza impegnarsi. Così le paga quattro notti in hotel, sperando di ottenere qualcosa. Tutti intorno alla ragazza le dicono di accettare le avances, di divertirsi. Di godersi l’attimo. Lei, invece, rimane salda nei suoi principi e spiazza tutti, mostrando quale gioia viene dalla castità…. 

Il martedì santo mi arriva un messaggio inaspettato: un mio ex compagno di liceo, attualmente praticante avvocato a Milano, mi ha prenotato quattro notti in un hotel di lusso. Mi dice che avrebbe tanta voglia di rivedermi – in amicizia, è chiaro –, vuole che io abbia un ricordo indimenticabile della Pasqua 2024 e perciò ha scelto di farmi pernottare in una struttura con tutti i comfort del caso (avevo una Jacuzzi in bagno, per intenderci). 

Io, sul momento, non sapevo che fare: le mie amiche, con cui avevo intenzione di trascorrere le vacanze, caldeggiavano la mia partenza (ovvero speravano nascesse qualcosa che mi avrebbe portata a fidanzarmi, titolo mai avuto in vita mia). In questo turbinio sento la mia estetista (o amica estetista?), con cui parlo apertamente di tutto e lei risponde che ci devo andare subito e dopo mezz’ora mi fa la cera all’inguine (unica cosa non chiesta), di sua iniziativa. 

Io approfitto del suo tempo e del fatto che non dovessi andare la settimana successiva; lo facevo per me, non prevedevo incontri. 

Lei, nel mentre, riteneva inevitabile che saremmo andati a letto insieme, mica sarei stata sola in quella camera d’albergo? Il suo lavoro non sarebbe stato “vanificato” e l’avrei ringraziata. 

“Dai, questa è la volta buona, ogni lasciata è persa, goditi tutto” e altre battute costituivano la colonna sonora di sottofondo. 

Alla fine, parto: in fondo ci conosciamo dalla quarta ginnasio e non c’è mai stata ambiguità. Ah, gli dico anche che giovedì/venerdì/sabato e domenica sarei andata in chiesa, in qualunque zona sarei stata. Lui accetta di buon grado. 

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I giorni si susseguono come in un film: cenacolo vinciano, colonne di San Lorenzo, Brera e il bacio di Hayez, terrazze del duomo, ed è solo venerdì. Lui bello come il sole, profumo buonissimo, elegante, galante, mi riempie di complimenti e attenzioni, e io penso che sì, voglio essere la sua fidanzata, devo cuocere bene il tutto a fuoco lento. 

Poi arriva la sera del Sabato Santo, alle 20:30 avevamo terminato la cena e io volevo andare a riposare un attimo prima della veglia pasquale. Lui voleva salire, io controbatto con «perché? Ti giocheresti la vita con me?», lui «macché, mica ti sposo», io «appunto». 

Sono salita senza lasciargli tempo di replicare, inutile aggiungere che quella sera non si è più fatto sentire. 

La mattina successiva andiamo sul lago di Como, guarda caso non mi guarda quasi più, è freddo e distaccato, pare debba andare in una miniera come Rosso Malpelo, non ha alcun interesse. All’ora di pranzo gli squilla il telefono, lui si sente a disagio di fronte a me e fa finta di nulla. Gli dico che può andare se deve, non ci sono problemi. Mi godo la giornata, la sera torno in hotel e l’indomani sarei tornata a casa. 

Lui se ne va, senza che debba ripeterglielo. Nemmeno un’ora dopo arriva un suo messaggio: «Presupponevo non sarei riuscito a portarti a letto, però ho voluto provarci, un uomo non sa resistere a una che dice no. Adesso torno dalla ragazza che vorrei lasciare anche se non riesco proprio perché con lei il sesso è assicurato». 

Intanto aggiorno la mia estetista, lei rimane sbigottita, forse nessuno le aveva mai mostrato questo, forse nessuno le aveva mai fatto vedere una via alternativa (si sposa tra pochi mesi dopo quasi dieci anni di convivenza), «Woooooow! Potessi tornare indietro, non rifarei quello che ho già fatto, il giorno del matrimonio “accoglierlo come sposo” non aggiunge nulla, forse vivere tutto prima non è una garanzia per il dopo, chissà se “amarlo e onorarlo per tutti i giorni della mia vita” sia possibile, abbiamo sempre vissuto di pancia». 

Chiudo dicendo che la domenica di Pasqua 2024 ho pensato all’Eucaristia come a un incontro intimo con Cristo e mi sono dispiaciuta per tutte le Messe vissute per abitudine, prassi consolidata, ma non come incontro reale con il Risorto.




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