TRASMETTERE LA FEDE AI BAMBINI Raccontare ai bambini di Mosè: una cesta che culla nelle acque c’è per ognuno di noi Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 23 Maggio 2024 Nessun commento su Raccontare ai bambini di Mosè: una cesta che culla nelle acque c’è per ognuno di noi di Angela De Tullio Finora abbiamo ripercorso le storie di Adamo ed Eva, Noè, Giuseppe “il Re dei sogni”, storie potenti che dimostrano che Dio ha un progetto per ciascuno di noi. Per ogni bambino che nasce Dio ha un suo progetto. La storia di cui stiamo per parlare e che dividerò in due parti, testimonia proprio questo… Protagonista è nientedimeno che Mosè. Durante la carestia raccontata nella storia di Giuseppe, i figli di Giacobbe, discendenti di Abramo, scendono in Egitto. Lì col passare degli anni, vengono ridotti in schiavitù ma diventano talmente numerosi che gli Egiziani temono per il loro potere. Per questo il faraone ordina di uccidere tutti i neonati maschi nati dagli Ebrei. È una notizia terribile per queste famiglie, panico e dolore si diffonde tra gli ebrei increduli di fronte a tanta cattiveria. In una di queste famiglie nasce un bellissimo bambino e la sua mamma Jochebed fa di tutto per nasconderlo durante le perquisizioni nelle case. Non sa più come fare, il bimbo ha tre mesi e non potrà continuare a nasconderlo a lungo; perciò, una mattina decide di abbandonarlo nel fiume su una cesta resa impermeabile, affidandolo a Dio perché in qualche modo lo protegga, salvandolo. Se mi immedesimo per un attimo immagino che scelta difficile sia stata e quanta fede abbia avuto questa madre. Io già faccio fatica a mollare i miei figli adolescenti perché camminino con le proprie gambe nel mondo, figuriamoci abbandonare un neonato nella certezza che Dio avrebbe provveduto a lui! E Dio non delude mai, aveva un piano di salvezza ben definito per questo neonato: Dio lo ha pensato e creato per liberare il popolo di Israele dagli egizi. A trovarlo e “salvarlo dalle acque”, sarà proprio la figlia del faraone. Essa vede il cestello fra i giunchi e manda la sua schiava a prenderlo. Capisce sia un bambino degli ebrei ma ne ha compassione. Decide di far chiamare una nutrice tra le donne ebree che possa allattare il bambino e decide di chiamarlo Mosè perché: “Io l’ho salvato dalle acque”. Viene chiamata proprio la mamma di Mosè come nutrice e quando il bambino cresce, lo conduce alla figlia del faraone. Egli diviene un figlio per lei. Dio non lascia nulla al caso, aveva già pensato a tutto. Il futuro eroe, colui che libererà il popolo di Israele dalla schiavitù egizia, è salvato dalla figlia stessa di colui che voleva farlo morire. Leggi anche: La Bibbia per i piccoli: parliamo loro di Giuseppe, di come vincere gelosia e invidia (puntofamiglia.net) Il Nilo, strumento di morte e annientamento scelto dal faraone per uccidere i figli maschi ebrei appena nati, diventa il mezzo per salvare Mosè. Nulla è impossibile a Dio. Cosa dice a noi e ai nostri figli la storia di Mosè finora raccontata? Noi siamo frutto dell’amore di Dio, tramite i genitori ci ha donato la vita. Veniamo al mondo senza sapere cosa la vita avrà in serbo per noi, a volte le difficoltà si manifestano sin da quando siamo piccoli. Una malattia, la precarietà economica, le insicurezze, possono farci vacillare, potremmo pensare che sia tutto sbagliato, che la nostra storia sia più difficile di quella di qualcun altro e che non è giusto (l’avremmo pensata diversa per noi, ma non abbiamo potuto scegliere). In realtà, Dio ci ha creati perfetti nella nostra imperfezione, ci dona degli angeli che ci proteggono. A volte fatichiamo a riconoscerli. C’è una cesta impermeabile come quella che ha cullato Mosè per ognuno di noi, dobbiamo sentirci al sicuro anche se siamo nelle acque del Nilo e non sappiamo bene dove stiamo andando. Dio lo sa, da persone semplici e deboli è nata la storia di salvezza del popolo di Israele. Possiamo affermare con certezza che Mosè non si sentisse all’altezza del compito affidatogli da Dio: “Io non sono capace”. Dio si compiace nel fare qualcosa di speciale anche lì dove, a prima vista, l’uomo non vede nessuna possibilità. Se Dio ci ha chiamati a svolgere un compito, possiamo essere certi che ci ha anche equipaggiato con tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Ci guiderà fin da bambini come ha fatto con Mosè. Vedremo tutto questo realizzarsi nella sua storia e potremo alla luce di essa, ripensare alla nostra con uno sguardo diverso… Alla prossima! Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag bambini, BIBBIA DEI PICCOLI, Ebrei, EGITTO, EGIZIANI, fede, MOSÈ, NILO, PIAGHE D’EGITTO ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? 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