APPARIZIONI DI FATIMA
Fatima: l’Amore ostinato ed incondizionato di una Madre
Oggi, 13 maggio, si ricordano le apparizioni mariane in Portogallo, a Fatima. E cosa dicono a noi? Che poco importa se siamo trasfigurati da un’esperienza paradisiaca o perniciosamente precipitati in una spirale infernale, perché non c’è nessun dolore, nessun peccato e nessuna circostanza che l’amore di questa nostra Madre non abbia il potere di guarire, annichilire e farci superare.
“Non ti scoraggiare, io non ti lascerò mai. Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e il cammino che ti condurrà fino a Dio”: sono queste le rassicuranti e tenere parole che Maria, nel corso di una delle sue fulgide ed avvolgenti apparizioni a Fatima, rivolge con pragmatico, eterno ed autentico Amore Materno, al curioso, candido e sorpreso cuore di Lucia e, tramite lei, all’intera umanità. Dimostrando e mostrando così, alla nostra fatiscente società, ricca di comodità ma mestamente sprovvista ed arida di relazioni significative, che la primigenia, principale e fondante vocazione di una madre consiste nella sua ostinata presenza, nel suo fedele esserci, sempre e comunque. Persino e soprattutto nell’ora del buio e della prova, perché è proprio allora che abbiamo bisogno di essere gentilmente avvolti ed accolti in un delicato abbraccio che profuma di mamma.
È proprio lì infatti che possiamo esperire fino in fondo la maternità in tutta la sua fecondità oppure nella tragicità della sua umana e letale inconsistenza.
Qualora il nostro cuore dovesse ritrovarsi drammaticamente affranto a causa di tale lacerante constatazione però, dobbiamo prontamente e felicemente ricordare che, se il nostro peggior inferno è la solitudine, specialmente se codardamente inflitta da coloro che più intensamente e disinteressatamente dovrebbero amarci, da quando Maria è entrata nella storia nessuno può più definirsi solo, perché potranno abbandonarci tutti, ma Lei sarà sempre accanto a noi.
Questa è la nostra più certa e consolante salvezza: non solo saperci ma anche sentirci profondamente amati da una Madre che ci viene a cercare esattamente lì dove siamo.
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Poco importa se siamo trasfigurati da un’esperienza paradisiaca o perniciosamente precipitati in una spirale infernale, perché non c’è nessun dolore, nessun peccato e nessuna circostanza che il suo infinito e misericordioso Amore non abbia il potere di guarire, annichilire e farci superare. Mentre plasmo e dono queste umili e sincere riflessioni, le quali scaturiscono dal profondo del mio cuore, non posso certo fare a meno di ricordare e considerare la meravigliosa e struggente bellezza di una scena costudita nel celeberrimo capolavoro cinematografico di Mel Gibson, “La Passione di Cristo”, nella quale Maria, vedendo suo figlio stremato sotto il peso della Croce, con quella pertinace fedeltà che è, o perlomeno dovrebbe essere tipica della madri, gli ricorda con un determinato, straziante e travolgente impeto d’amore, “ci sono qui io”. Sarà proprio questa benedicente affermazione a dare a Cristo la forza necessaria per compiere il Suo estremo sacrificio d’Amore. Insegnandoci che la Croce di Gesù non è disumana, proprio perché sotto quest’ultima c’è Lei, una Madre che non abbandona mai, ma, al contrario, ama, accoglie, perdona e comprende, stando incondizionatamente accanto, donando così l’inusitata Grazia di affrontare e superare vittoriosamente ogni prova, persino la più dura.
Qualunque sia la nostra vita o qualsiasi difficoltà ci ritroviamo ad affrontare in questo momento, dobbiamo ricordarci che c’è Lei, che esiste Lei e quindi tutto andrà bene, anzi benissimo.
Come posso affermarlo con assoluta certezza? Perché Lei stessa ci ha promesso ed assicurato che alla fine il Suo Cuore Immacolato trionferà!
Perché siamo follemente amati da una Madre che non si arrenderà finché non ci avrà ritrovati e finché non ci stringerà nuovamente tra le sue braccia.
Il 13 maggio ricorre la festa di un Amore così: come possiamo non gioire per tutto questo?
Vorrei, infine, concludere queste mie osservazioni, con le ricche, arricchenti ed affettuose parole di Giovanni Paolo II: “Sulla Croce, il Figlio può riversare la sua sofferenza nel cuore della Madre. Ogni figlio che soffre ne sente il bisogno. Anche voi, cari giovani, siete posti di fronte alla sofferenza: la solitudine, gli insuccessi e le delusioni nella vostra vita personale; le difficoltà di inserzione nel mondo degli adulti e nella vita professionale; le separazioni e i lutti nelle vostre famiglie; la violenza delle guerre e la morte degli innocenti. Sappiate però che nei momenti difficili, che non mancano nella vita di ognuno, non siete soli: come a Giovanni ai piedi della Croce, Gesù dona anche a voi sua Madre, perché vi conforti con la sua tenerezza”.
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