Il motto che ha guidato tutta la vita di san Giovanni Paolo II, che oggi la Chiesa ci fa guardare nel suo dies natalis (2 aprile 2005), è stato “Totus Tuus” tratto da una preghiera meravigliosa di san Luigi Maria Grignion de Montfort: “Io sono tutto tuo e tutto ciò che è mio è tuo /Ti accolgo come ogni mio bene/Offrimi il tuo cuore, o Maria”.
“Tutto tuo…”. Possiamo essere degli altri, vivere pienamente la nostra vita se prima di tutto noi apparteniamo a Dio. È l’intimità con Lui, la capacità di stare in ginocchio davanti a Lui, l’ostinazione con la quale cerchiamo la sua volontà prima di ogni cosa a determinare il corso della nostra vita e a dare ragione della nostra gioia. Giovanni Paolo II non solo lo ha scritto nel suo stemma pontificio ma lo ha testimoniato nella sua vita. Lunga, appassionata, attraversata da molteplici drammi storici e personali.
Se non entriamo in comunione con Dio, non doniamo a Lui tutto di noi, i nostri pensieri, i sogni, il desiderio di essere amati, il dolore non voluto, saremo sempre come naufraghi in cerca di un porto. Uno sguardo alla vita di Karol Wojtyła permette di intuire quanto per lui questa appartenenza sia passata attraverso gli occhi e il cuore di Maria: “Io sono tutto Tuo mediante l’Immacolata”, scrisse già da Papa nelle ultime righe del suo testamento.
Giovanni Paolo II intuisce che per restare unito fortemente al Verbo di Dio bisogna passare attraverso Maria, a Colei che lo ha generato, cresciuto, educato, accompagnato, servito fino alla croce. E dove questa appartenenza si manifesta in tutta la sua completezza? Nell’Eucaristia: è lì che Dio diventa tutto nostro e noi tutti suoi per mezzo di Maria che con dolcezza ci conduce a Gesù.
È san Luigi Grignion de Montfort a regalarci questa meravigliosa intuizione nel suo Trattato alla vera Devozione, un libro che san Giovanni Paolo II ha letto mentre scopriva da giovane operaio la sua vocazione: “La Santa Vergine è il mezzo di cui Nostro Signore si è servito per venire a noi, ed è anche il mezzo di cui noi dobbiamo servirci per andare a lui” (VD 75). È tutto qui il segreto della vita cristiana. Grazie ai santi, come Giovanni Paolo II che lo hanno vissuto con eroica fedeltà nella loro esistenza terrena.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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