Nei suoi ultimi tempi, quando, colpito dalla malattia, aveva giusto un filo di voce, la figlia Marina gli ha chiesto: “Ma tu babbo, Gesù lo senti?”. Lui ha risposto: “Sì”. “E cosa ti dice?”. “Che mi vuole bene!” ha risposto. A quattro anni dalla sua nascita al Cielo oggi ricordiamo Carlo Casini magistrato, politico, un uomo che ha consacrato la sua esistenza alla causa della vita, storico presidente del Movimento per la Vita ma soprattutto un papà attento e uno sposo premuroso.
“In casa si parlava tanto e di tutto, c’è sempre stata una grande apertura. Siamo stati coinvolti in quella sua battaglia che non è stata solo la sua. La mamma è sempre stata al fianco del papà, ricordo che ce la presentava come una vera e propria missione importante anche per noi e per la nostra crescita. Lo seguivamo in tutte le sue conferenze, spostandoci talvolta anche in un pulmino, dato che eravamo in sei. Per noi era un modo per stare insieme e nello stesso tempo anche quando lui non c’era, la sua non era mai un’assenza. Conoscere il motivo per cui era impegnato dava senso e pienezza alla sua lontananza. Il babbo ci ha sempre dato un grande esempio di coerenza. Devo anche dire che era un padre molto attento. Si interessava di tutto della nostra formazione scolastica come di quella spirituale, con la premura che solo un uomo a tutto tondo può avere. La sua vocazione in definitiva riguardava tutti noi figli e ancora oggi restiamo uniti nel suo insegnamento”.
Un uomo, che ha speso tutta la sua esistenza per coloro che la società si rifiuta di vedere cioè i bimbi nel grembo materno, dove ha attinto la forza per la sua tenacia? “Io penso che la lucidità e l’intelligenza del suo pensiero” dice la figlia Marina “traessero vigore da una dimensione contemplativa, non si fermavano allo sguardo della scienza e della ragione, ma aprivano la ragione sull’oltre. E da questa dimensione contemplativa lui abitava il mondo, da questa prospettiva lui guardava le cose, tutte le cose. Ogni sua parola, ogni suo gesto, ogni sua azione in qualche modo rimandava all’idea che il valore della vita umana richiama in causa il lavoro creativo di Dio. Una parola d’amore che Dio stesso pronuncia attraverso l’uomo che comincia. Lui vedeva nell’essere umano che entra nell’esistenza la firma di Dio, il segno tangibile del suo amore per noi”.
Questo suo sguardo contemplativo lo ritroviamo in molti scritti. In una lettera che Carlo indirizza a Roberto Corsi, per consolarlo della scomparsa della moglie, scrive: “Voglio stare spiritualmente con te a condividere la contemplazione del dolore, sentendomi fino in fondo tuo fratello impaurito e povero di fronte al dramma e tuttavia con la speranza che la morte sia come il parto: guardata da dentro l’utero del tempo e dello spazio è orribile, ma nella luce della vita eterna e della tenerezza infinita dell’abbraccio paterno e materno dell’Amore infinito ci fa alzare immediatamente in piedi. Spero con te, prego con te, credo con te”. È questo il segreto della vita: riconoscere che tutto viene da Dio e tutto è a Lui riconducibile attraverso l’esperienza della fraternità e della comunione. Carlo Casini si batteva non per un ideale astratto ma per coloro che sentiva suoi fratelli, figli, persone in carne ed ossa. Si sentiva amato e ha amato. È questa la sua più grande eredità.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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