12 Marzo 2024

Teresa, la fine pedagoga delle anime

Leggo sempre con grande interesse quello che le donne hanno saputo essere e fare nell’800 all’indomani dell’abolizione degli ordini religiosi contemplativi. Si sono inventate una forma per continuare a vivere la vocazione alla vita consacrata fondando congregazioni religiose, ben 185 nuovi istituti, istruendosi, gestendo patrimoni, viaggiando e fondando scuole, ospedali e laboratori di formazione ad una professione. Tra tutte mi piace ricordare Teresa Eustochio Verzeri (1801- 1852). È la primogenita dei sette figli di Antonio Verzeri e della contessa Elena Pedrocca-Grumelli. Il fratello Girolamo diventerà Vescovo di Brescia. Riceverà dalla mamma una bella formazione spirituale che le insegnerà soprattutto la confidenza e l’abbandono nel Dio vivente.

Nel 1818 Teresa entra in Santa Grata, l’antico monastero delle monache Benedettine della città alta di Bergamo ma dopo poco tempo a causa delle leggi governative austriache è costretta a tornare a casa. Seguono anni di indecisione e di tormento per numerosi ostacoli e di ricerca della volontà di Dio, ma Teresa sente l’impulso di farsi religiosa, finché grazie anche all’aiuto di un santo sacerdote, mons. Benaglio, fonda nel 1831 l’Istituto delle “Figlie del Sacro Cuore di Gesù”. Nel giro di poco tempo, arrivano tante giovani e l’opera si trasforma in attività educative e assistenziali a servizio dei più bisognosi con una sorprendente carità.

Teresa vede benissimo le urgenze, coglie i bisogni del suo tempo. Con disponibilità assoluta a qualunque situazione dove la carità lo richiede, anche a quelle più pericolose e gravi, con le sue prime compagne si dedica a diversi servizi apostolici: “educazione delle giovani di media ed infima classe; convitti delle orfane pericolanti, abbandonate ed anche traviate; scuole, dottrina cristiana, esercizi spirituali, ricreazioni festive, assistenza agli infermi” (Pratiche, 1841).

Teresa è intraprendente e straordinaria. Vive un’esperienza orante intensa ma nello stesso tempo una grande progettualità evangelizzante. Si affranca dal potere “maschile” che le autorità ecclesiastiche esercitavano sugli istituti di donne consacrate, e avvia un’opera che ha molto del genio femminile di cui parlava san Giovanni Paolo II. Chiede insistentemente la possibilità di essere la Madre generale della sua congregazione e nel 1841 ottiene da Pio IX, non solo per sé ma esteso anche alle altre Congregazioni future, questo privilegio. Nello spazio di 20 anni, alla sua morte, l’Istituto contava oltre 200 suore e 13 case-opere. In una delle sue scuole, precisamente a Sant’Angelo Lodigiano, studia Francesca Cabrini, l’apostola dei migranti, che nella sua vita ha attraversato l’oceano Atlantico 28 volte fondando anche lei tante opere di carità grazie all’esempio e al carisma della madre.

Nella sua missione Teresa Eustochio Verzeri si rivela una fine pedagoga dell’anima per le giovani a lei affidate. Scriveva: “Coltivate e custodite molto accuratamente la mente ed il cuore delle vostre giovinette mentre sono ancora tenere, per impedire, per quanto possibile, che in essi entri il male, essendo migliore cosa preservare dalla caduta coi vostri richiami ed ammonimenti che risollevarle con correzione” (Libro dei Doveri, vol. III, p. 368). E ancora: “L’educazione è opera di libertà e di persuasione, nel rispetto dell’individualità”. Per questo raccomanda di lasciare alle giovani “una santa libertà sì che operino volentieri e in pieno accordo quello che, oppresse da comando, farebbero come peso e con violenza”; che la scelta dei mezzi si adatti “al temperamento all’indole, alle inclinazioni, alle circostanze di ognuna… e sul conoscimento di ciascuna” si stabilisca il modo con cui trattarla (Libro dei Doveri, vol. I, p. 447 e 349).

Dopo una vita consumata nell’amore, Teresa muore a Brescia il 3 marzo 1852. Il ruolo che ha svolto è stato anche molto più emancipato di quello che esercitavano le donne laiche a quel tempo. “In questo modo, la «donna perfetta» (cf. Prv 31,10)” scrive Giovanni Paolo II nella Mulieris Dignitatem “diventa un insostituibile sostegno e una fonte di forza spirituale per gli altri, che percepiscono le grandi energie del suo spirito. A queste «donne perfette» devono molto le loro famiglie e talvolta intere Nazioni”. E deve molto anche la Chiesa. 



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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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