22 Febbraio 2024

Le parole che rimettono al mondo

“Mio marito Mirco è stato uno dei 379 medici morti di Covid. Una vita spesa per i suoi pazienti, per la famiglia, in nome di una fede forte e tenace”. A parlare è Rosaria, 56 anni, di Torre del Greco durante un incontro di catechesi e di testimonianze della Fraternità di Emmaus, movimento ecclesiale nato nella diocesi di Nocera-Sarno. Rosaria e Mirco si erano sposati il 2 luglio del 1994, nell’Anno della Famiglia promulgato da san Giovanni Paolo II, nel giorno della Madonna delle Grazie. Dalla loro unione sono nate due figlie meravigliose. Hanno vissuto trentatré anni di vita insieme. “La nostra è stata soprattutto una vita di fede, sempre impegnati insieme alle nostre figlie in parrocchia. Ad un certo punto abbiamo ricevuto una chiamata nella chiamata: Mirco il 13 maggio 2017 è diventato diacono. Un’esperienza che ha rafforzato il nostro amore e soprattutto la fede” dice Rosaria. 

Nell’ottobre 2020 però la croce bussa alla porta di questa famiglia. Mirco e la sua famiglia si ammalano di Covid. Nei mesi precedenti, durante la pandemia Mirco non si era sottratto al suo lavoro di medico. Mai. Visitava i suoi pazienti a casa, era sempre disponibile. Voleva strappare quanti più pazienti possibili dalle fauci del virus. Finché lui stesso è stato contagiato ed è morto dopo nove giorni di terapia intensiva il 23 ottobre del 2020.  Rosaria e le figlie, nonostante la fede e una numerosa e bella famiglia che si è stretta intorno a loro, hanno dovuto affrontare questa tragedia da sole a causa delle restrizioni ancora in atto. “Non è stato semplice. Non pensavo di riuscire ancora a vivere. Eravamo una coppia che faceva tutto insieme, soprattutto il cammino di fede” aggiunge Rosaria.

Ad un certo punto accade che le figlie dicono a Rosaria: “Mamma abbiamo perso papà ma una mamma ce l’abbiamo ancora”. Queste parole scuotono Rosaria dal limbo del dolore. “Ho dovuto farmi forza per loro. Ho iniziato di nuovo a vivere chiedendo al Signore di dare un senso alla mia vita. Ho cercato un impegno di volontariato. Mi ha risposto l’Associazione Shalom illustrandomi le varie possibilità ma anche la possibilità di un cammino per sposi vedovi nella Fraternità di Emmaus. Era quello di cui avevo veramente bisogno”.

“In questa Fraternità don Silvio [ndr il custode del movimento] mi ha consegnato delle parole che sono state per me una luce. Un giorno mi ha detto di non parlare della morte come qualcosa di finito ma come una vita compiuta. Ho dato un nuovo significato alla morte di mio marito. Anche se era giovane, aveva solo 61 anni quando è morto, la sua vita era stata una vita compiuta. Ha saputo farsi dono. Era un medico appassionato, un diacono attento, un padre e un marito meraviglioso. Poi ho fatto un viaggio a Lisieux sui passi della famiglia dei santi Martin, genitori santi di Teresa di Gesù Bambino. Lì sono stata attirata dalla statua della Vergine. Non sono una donna mistica, la mia fede è molto concreta. Ai piedi di quella Vergine però ho fatto un’esperienza bruciante di gioia indescrivibile. Don Silvio mi spiegò che quella icona era chiamata Vergine del Sorriso perché aveva guarito la piccola Teresa da una grave depressione dopo la morte della mamma Zelia. Compresi che non era gioia quella che provavo ma consolazione. C’è una grande differenza. Quella consolazione l’ho portata a casa e consegnata alle mie figlie e a tutte le persone che incontro. La morte non è mai l’ultima parola. E ringrazio la Fraternità per queste parole di vita”. 



Il Caffè sospeso...
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Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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