Teologia del Corpo

Che cos’è l’erotismo secondo la Teologia del Corpo?

coppia

di Cristiana Mallocci

Parlando di teologia del corpo, che cosa si intende per erotismo? Non è qualcosa di “spiccatamente sessuale”, ma una “ricchezza del cuore”. Gesù ne parla nel Discorso della Montagna. La dottrina morale della Chiesa insegna che la passione è sana, se unita alla volontà di amare. 

La Teologia del Corpo è una raccolta di 129 discorsi che San Giovanni Paolo II ha accuratamente dipanato con inusitata grazia e fulgida sapienza nel corso delle sue feconde e significative udienze del mercoledì dal 1979 al 1984. Sono un inestimabile tesoro di profondità teologica su ciò che significa essere “maschio” e “femmina”, in relazione l’uno all’altra e nel rapporto con Dio.

Nel “Compendio di Teologia del Corpo”, a cura di Yves Semen, si parla anche di erotismo, inteso come il luogo in cui si incontra il significato autentico di una celebre lezione di Gesù Cristo: quella raccontata nel Discorso della Montagna ed eloquentemente riportata nel Vangelo di Matteo.

Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.

Per comprendere l’essenziale rapporto che intercorre tra questo prezioso passo del Vangelo ed il significato autentico che l’erotismo racchiude, è necessario anzitutto comprendere pragmaticamente cosa siano l’eros e l’ethos. Il termine «eros», infatti, le affascinanti pagine e i suggestivi scritti di Platone, ha un significato filosofico, che sembra differire considerevolmente dal significato comune ed anche da quello che, solitamente, gli viene attribuito nella letteratura. 

Secondo Platone, l’«eros» rappresenta la forza interiore che trascina indefessamente l’uomo verso tutto ciò che è buono, vero e bello. Tale «attrazione» indica ed implica, in tal caso, l’intensità di un atto soggettivo dello spirito umano. Mentre, nel significato comune, invece – come anche nella letteratura – questa «attrazione» sembra essere principalmente di natura sensuale. 

È proprio in base a questa interessante osservazione che riguardo all’eros acquista un’importanza fondamentale anche la modalità in cui intendiamo la «concupiscenza», di cui si parla efficacemente nel Discorso della Montagna. In senso psicologico e sessuologico, la concupiscenza indica la soggettiva intensità del tendere all’oggetto a motivo del suo carattere sessuale (valore sessuale). 

Leggi anche: Humanae Vitae, ovvero la splendida avventura della sessualità secondo Dio (puntofamiglia.net)

Quel tendere ha la sua soggettiva intensità a causa della specifica «attrazione» che diffonde il suo dominio sulla sfera emotiva dell’uomo e coinvolge integralmente la sua «corporeità». Ovvero, più intensamente ci sentiamo presi e coinvolti emotivamente da quel corpo, più ne siamo attratti sessualmente. E per ognuno di noi questa pulsione è squisitamente personale e soggettiva. L’eros diviene così la fonte dell’erotico. Tuttavia, l’erotico è anche il luogo privilegiato dove l’eros incontra l’ethos della redenzione, ovvero l’inizio del processo di redenzione. In che modo? Comprendendo correttamente la specifica e complessa ricchezza del «cuore», a cui Cristo fa brillantemente riferimento nel suo enunciato di Matteo 5,27-28, estrapolato dal Discorso della Montagna. 

Queste benedicenti parole rappresentano anzitutto un accorato appello al cuore umano. Quest’ultimo è la categoria propria dell’ethos della redenzione e contempla dunque la possibilità e la necessità di redimere e rinnovare ciò che è stato distorto e sciupato dalla concupiscenza della carne. 

Quei passi del Vangelo ricordano quindi che, nell’àmbito erotico, l’«eros» e l’«ethos» non divergono tra di loro, non si contrappongono a vicenda, ma, al contrario, sono chiamati a fondersi indissolubilmente nel cuore umano, e, mediante questo incontro, a portare ardente frutto.

Noi siamo, peraltro, comunemente propensi a considerare le parole del Discorso della Montagna sul «guardare per desiderare» esclusivamente come un ferreo divieto, un divieto attinente, appunto, alla sfera erotica. Sovente, infatti, anche in quanto cristiani ci limitiamo ad adoperare solo questa angusta e riduttiva chiave di lettura, senza però cercare di approfondire e svelare i valori veramente profondi ed essenziali che questo diniego implica: cioè assicura e tutela. Sovente si ritiene, inoltre, che sia proprio l’ethos a sottrarre crudelmente spontaneità a ciò che è erotico nella vita e nel comportamento dell’uomo;  per questa ragione si esige il distacco dall’ethos «a vantaggio» dell’eros. Colui che comprende ed accoglie l’ethos dell’enunciato di Matteo 5, 27-28 deve essere coscienziosamente consapevole di essere chiamato alla piena e matura spontaneità dei rapporti umani, i quali scaturiscono dalla perenne e brillante attrattiva della mascolinità e della femminilità.




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