30 Gennaio 2024

Le mani di una madre ci salvano

Domenica 28 gennaio: un ragazzo di 22 anni cerca di mettere fine alla sua vita gettandosi dal cavalcavia dell’autostrada A21, all’altezza di Manerbio, nella Bassa Bresciana. L’intervento tempestivo di alcune persone ha evitato il peggio: il ragazzo è stato trattenuto e bloccato per una gamba e, nel frattempo, sono stati allertati forze dell’ordine e sanitari intervenuti sul posto. Sembra che questo giovane al mattino fosse stato coinvolto in un incidente stradale e che appena uscito dall’ospedale ha messo in opera l’insano tentativo di suicidio.

Torino: una donna di 55 anni, che soffriva di depressione in seguito alla morte del figlio adolescente causata da una malattia degenerativa, è morta il 12 ottobre scorso in una clinica di Basilea, in Svizzera, ricorrendo al suicidio assistito. Da sola e senza avvisare il marito che si trovava in Canada per lavoro. Prima della morte, l’avvocato della donna ha ricevuto un sms da un numero anonimo, con le ultime volontà: “Per favore, vai a casa, stacca le utenze, regala i miei vestiti in beneficenza e affida a mio marito l’urna con le ceneri di nostro figlio”. Il legale, allarmato, ha avvisato il marito della donna che solo alcune ore più tardi ha scoperto di avere ricevuto, quando la moglie era ormai morta, una mail dalla clinica svizzera. Il messaggio, tuttavia, era finito nella cartella “spam” della posta elettronica. Alcuni giorni dopo, gli è stata recapitata l’urna con le ceneri della moglie e un certificato di morte della donna.

A luglio l’uomo aveva scoperto l’intenzione della moglie e si era precipitato in Italia per farle cambiare idea. La donna lo aveva tranquillizzato, dopodiché il marito aveva “scritto all’associazione spiegando che mia moglie aveva subito un grave lutto, che stava passando un periodo di depressione e che chiedevo di poter essere messi in contatto con la figura che la stava seguendo nel percorso di suicidio assistito. Non ho mai ricevuto risposta”.

Cosa unisce queste storie così lontane tra loro e così diverse? La solitudine, l’abbandono, la mancanza di speranza e, se permettete, anche una falsa idea di libertà. L’associazione che aveva in carico la donna torinese ha incassato i diecimila euro per accompagnarla verso il suicidio assistito e la psichiatra che l’aveva in cura ha pensato di non avvisare il marito, nonostante quest’ultimo avesse direttamente fatto richiesta esplicita.

Anche nel caso del ragazzo bresciano mi chiedo: perché un ragazzo di 22 anni che esce dall’ospedale, forse ancora sotto choc per l’incidente, e vaga per strada da solo? Quando ho letto la sua notizia mi sono ricordata di un cortometraggio visto qualche anno fa, prodotto dalla RAI che racconta un fatto di cronaca realmente accaduto: La madre di Torino del 1968 Una donna è in casa e cucina mentre il figlio di due anni e mezzo gioca sul balcone di casa. All’improvviso il figlio scompare dallo sguardo della madre. Lei si precipita sul terrazzo e si accorge che il figlio si tiene con le sue piccole manine alla ringhiera, penzolando nel vuoto. Siamo al quarto piano di un edificio al centro della città. Questa madre si china, afferra le mani del figlio e resta in questa posizione molto tempo. Fino a quando un passante, alzando gli occhi al cielo, si accorge di lei e del bambino. Chiama i soccorsi e il bambino è messo in salvo.

Questa immagine molto bella, delle mani della madre che stringono le mani del figlio per salvarlo dal vuoto e dalla morte, è molto eloquente. Abbiamo tutti bisogno di una madre che ci salvi dalla solitudine e dal non senso della vita. Una madre che ci accoglie, che ci genera continuamente a nuova vita. Una madre che ci impedisce di cadere nella disperazione. Abbiamo bisogno di adulti responsabili, di testimoni credibili, di persone che sanno prendersi cura del disagio conclamato e di quello nascosto, in questo mondo dove purtroppo si muore nella solitudine e nell’abbandono.



Il Caffè sospeso...
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Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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