“Una fredda sera di marzo di una settimana particolarmente intensa mio figlio M. mi scrive che rincaserà presto e mi avvisa, con voce agitata, che mi deve comunicare due notizie: una buona e una meno. Non ho la minima idea che la mia famiglia sarà investita da un dolore tremendo. Così vengo a sapere che M., il mio primogenito, ragazzo solidissimo che non ha mai combinato un guaio in vita sua, ritenuto peraltro sterile da fior di specialisti, sarà padre. L’emozione è più forte della delusione, ma la devo reprimere”.
È una mamma a parlare, insegnante di religione. Il figlio si scurisce in volto e, con la voce rotta dalle lacrime le confida che C., la fidanzata, non intende assolutamente saperne di proseguire la gravidanza! La mamma lo esorta a prendere al volo il primo treno diretto a Roma per recarsi da lei ed incoraggiarla, farla sentire protetta, al sicuro ed amata. Ma la situazione è disperata: la mamma di C. sostiene che non intende influenzare la ragazza, ma la porta a sottoporsi ad una visita da un’ostetrica abortista che la indirizza ad un consultorio accompagnata da M.; C. si sottopone alla prima ecografia che accerta la settimana di gravidanza. La ginecologa si comporta in maniera meccanica, parla di problema da risolvere alla svelta, cerca di mettere fretta alla mamma in attesa, invitandola già l’indomani per sottoporsi all’utilizzo della RU 486.
M. tenta invano di spiegare che, in quanto padre del bambino è, e sarà sempre presente, che ha già in mente di come organizzarsi nel futuro, ma nessuno intende dargli retta. C., appare determinata ad andare in fondo, nonostante M. stia sempre accanto a lei, nel tentativo di rassicurarla e di farle percepire la propria presenza e la reale possibilità che entrambi accolgano il dono della vita e diventino due genitori, prospettandole svariate ipotesi di soluzione, supplicandola fino alle lacrime di non uccidere la loro creatura.
“Egli accede di nascosto al referto ecografico e fotografa tramite il telefonino l’immagine del bimbo; sarà questa l’unica fotografia di cui disporremo, ricordo tangibile della sua brevissima vita” ricorda la mamma. Nel frattempo, una rete di amici, sacerdoti, religiose, prega incessantemente per questa situazione drammatica sperando in un ultimo ripensamento, ma il mattino successivo C. prende la pillola abortiva.
“Nonostante la disperazione totale che proviamo in famiglia, avvertiamo subito una grazia sovrannaturale scaturita dalle preghiere di quei giorni: ci rendiamo conto che non proviamo odio nei confronti della ragazza e della sua famiglia, ma una cristiana pietà. Tantissime persone si stringono intorno a M., sostenendolo e apprezzandone il coraggio e la determinazione. Io e mio marito ci scopriamo fieri di questo ragazzo, improvvisamente divenuto uomo, con una coscienza retta e capace di ascoltarla”.
Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.
Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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