18 Gennaio 2024

Morire d’amore

È andata ad aprire la porta e le hanno sparato in pieno volto. Era il 6 settembre 2022. Lei è Suor Maria Coppia, classe 1939. Missionaria comboniana, da quasi 60 anni viveva in Mozambico. Era nata a Santa Lucia di Piave e trasferitasi poi con la famiglia a Ramera. Suor Maria prestava servizio nel barrio Muatala, nella provincia di Nampula. Una vita tutta consumata in missione in una terra martoriata per anni da una feroce guerra civile. Quando suor Maria era arrivata in quella che sarebbe diventata la sua patria, aveva descritto ciò che aveva trovato: «Quando sono arrivata, i mozambicani si sentivano disprezzati per il colore della pelle e questo mi feriva, perché sono persone come noi». E aveva aggiunto: «Ti ringrazio Padre che mi hai inviato ai poveri, agli emarginati a quelli che non contano».

Una donna innamorata del suo Signore e della gente dove era stata mandata a servire la Chiesa. Una donna nascosta, umile, che per 60 anni non si è stancata di vivere la sua vocazione. Aveva la cittadinanza mozambicana. Aveva rilasciato poco tempo un’intervista ad una rivista veneta meravigliosa: «Ho vissuto in questo Paese momenti belli e difficili: prima quelli della colonizzazione, poi della guerra, quindi della pace e, purtroppo del terrorismo».

E un ricordo incancellabile nella sua memoria: «Stavamo viaggiando in un convoglio. I guerriglieri ci hanno sparato. Io sono uscita dall’auto e mi sono gettata a terra, sotto le pallottole. Ho pregato: “Signore salvami”. È arrivato un soldato, non sapevo se dell’esercito regolare o della guerriglia. Mi ha chiesto se fossi ferita. Non lo so, gli risposi. Mi ha trascinato dietro una pianta e mi ha rassicurata, che era un regolare. Mi ha caricata sulle spalle e mi ha poi protetto, sistemandomi in un ruscello che non aveva acqua. Poi, quando è finita la sparatoria, mi ha ricaricata sulle spalle e mi ha portato fino all’auto». Al tempo, il Mozambico era una colonia portoghese: dopo aver conquistato l’indipendenza, fu attraversato da una lacerante guerra civile.

«Cerco di star vicina alla gente soprattutto ascoltando quanto mi raccontano. Nonostante la povertà materiale, l’ascolto dell’altro resta un dono grandissimo, è riconoscergli dignità» dice suor Maria. Donne come lei non ricevono medaglie al valore ma molto di più. Il Paradiso dopo una vita consumata d’amore.



Il Caffè sospeso...
aneddoti, riflessioni e storie di amore gratuito …quasi sempre nascoste.

Il caffè sospeso è un’antica usanza a Napoli. C’è chi dice che risale alla Seconda Guerra Mondiale per aiutare chi non poteva permettersi nemmeno un caffè al bar e c’è chi dice che nasce dalle dispute al bar tra chi dovesse pagare. Al di là delle origini, il caffè sospeso resta un gesto di gratuità. Nella nuova rubrica che apre l’anno 2024, vorrei raccontare storie o suggerire riflessioni sull’amore gratuito e disinteressato. Quello nascosto, feriale, quotidiano che nessuno racconta, che non conquisterà mai le prime pagine dei giornali ma è quell’amore che sorregge il mondo, che è capace di rivoluzionare la società dal di dentro. Buon caffè sospeso a tutti!


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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