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“Mi prendeva in braccio ogni sera”: premure del marito verso la sua giovane moglie malata

Mi sono commossa ascoltando la testimonianza di una giovane donna malata che raccontava di come il marito la prendesse in braccio ogni sera dalla carrozzina per metterla a letto. La prendeva in braccio con delicatezza, con affetto, con cura, proprio come aveva fatto nel giorno spensierato del loro matrimonio, in cui tuttavia le aveva giurato che, se fosse accaduto qualcosa di simile, lui ci sarebbe stato…

Qualche giorno fa stavo perdendo un po’ di tempo sui social (faccio mea culpa: ogni tanto mi capita), quando, senza aver cercato nulla di particolare, mi compare un video di una donna che seguo, blogger e “influencer” cristiana, che raccontava in un’intervista come aveva vissuto gli ultimi mesi, da quando si era trovata a lottare con una brutta malattia.

Tutto ha inizio la scorsa estate, quando, senza altri particolari sintomi, sente una pallina al seno. Seguono controlli. La diagnosi è di tumore maligno. Stiamo parlando di una donna giovane, nemmeno quarant’anni, madre di tre figli, attiva e creativa. La sua vita, improvvisamente, subisce un arresto. 

Lei che non ha mai chiesto aiuto a nessuno – perché “amo farcela da sola” – si è dovuta arrendere alla sua fragilità. Le visite e soprattutto le cure la trattengono in ospedale e spesso la inchiodano al letto. Come portare avanti una famiglia, così?

Una schiera di persone si spezza in quattro per lei: famigliari, amiche, la mamma (con la quale aveva dei conti in sospeso e grazie alla malattia è riuscita a riconciliarsi in modo pieno).

E, soprattutto, il marito.

Mi sono commossa quando le ho sentito dire che il marito la prendeva in braccio ogni sera dalla carrozzina per metterla a letto. La prendeva in braccio con delicatezza, con affetto, con cura, proprio come aveva fatto nel giorno spensierato del loro matrimonio, in cui tuttavia le aveva giurato che, se fosse accaduto qualcosa di simile, lui ci sarebbe stato (“nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia”). 

Questa donna capisce sulla sua pelle che la presunzione di “indipendenza” è solo una balla. 

Siamo tutti dipendenti gli uni dagli altri. Primo perché non possiamo fare tutto da soli, nessuno. Sfido chiunque a poter dire di mungere di propria mano il latte che beve a colazione, di aver costruito bullone per bullone la macchina che guida, di aver prodotto da sé il caffè che lo tiene sveglio, di aver stampato in casa sua i libri che gli tengono compagnia e così via. 

Leggi anche: Alunna mi racconta la guerra tra i suoi genitori: “Ho perso la voglia di studiare” (puntofamiglia.net)

Ognuno di noi mette al servizio della comunità i propri talenti e competenze, tutti – anche parlando ad un livello veramente elementare – abbiamo bisogno degli altri per vivere bene.

In che modo, però, marito e moglie hanno bisogno l’uno dell’altra? Non è pericoloso affidarsi totalmente a qualcuno? Non è giusto che la donna sia indipendente economicamente, ad esempio, così, se si accorge di aver sposato “l’uomo sbagliato”, ha un piano b?

Ho sempre creduto, da quando ho ricordi, che la donna tanto quanto l’uomo, abbia diritto di inseguire i propri sogni, di mettere a frutto i suoi talenti. In famiglia e al di fuori della famiglia.

L’indipendenza economica, però, impugnata come un’arma (da entrambe le parti!), rischia di minare la comunione a cui uomo e donna sono chiamati nel matrimonio. 

Non si tratta di impedire alla donna di lavorare, non si tratta neppure di preferire che non lo faccia perché “il suo posto è a casa”. Si tratta di capire che nel matrimonio – indipendentemente da chi guadagna di più e di meno – “quello che è mio e tuo e quello che è tuo è mio”, nel rispetto delle necessità di ciascuno.

Matrimonio significa intimità, condivisione, fiducia piena, senza limiti. Certamente, non si può vivere con chiunque un’intimità tale da affidarsi senza riserve e da condividere tutto, senza remore. Per questo è preziosissimo il tempo del fidanzamento, per questo dovete scoprire se nella vostra relazione ci sono nuclei di morte e lavorarci. Per questo dovete valutare con attenzione e sposarvi consapevolmente, sapendo a quale grande mistero di comunione siete chiamati!

Il punto non è avere una bella scorta di denaro (che passa, come tutto ciò che è materiale), il punto non è assicurarsi la possibilità di scappare (anche se a volte diventa necessario, se si è entrati in un circolo di violenza e ovviamente invitiamo tutte le donne a denunciare se sono vittime di abusi!). 

Tuttavia, se siete molto giovani e state impostando ora la vostra vita adulta, beh, il punto è trovare un uomo vero, sincero, disponibile, che vi rispetti e sia fedele. Un potenziale buon padre, onesto, per i vostri figli. Un uomo che sia disposto a prendervi in braccio ogni sera, quando siete così fragili da non poter neppure scendere da una sedia a rotelle (dove ci si augura di non finire mai, ovviamente, ma la vita è imprevedibile per tutti!).

Ora quella donna è in via di guarigione, ma pensando ai mesi appena trascorsi, il suo ringraziamento più grande va proprio al padre dei suoi figli, uomo fedele alle promesse nuziali.

Ecco, fate benissimo a realizzare i vostri sogni, a trovare il vostro posto del mondo, ma, al contempo, se pensate ad una famiglia, cercate una persona così. Volete assicurarvi un matrimonio felice? Non dite “sì” a nessun uomo che sia meno di questo.




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Cecilia Galatolo

Cecilia Galatolo, nata ad Ancona il 17 aprile 1992, è sposata e madre di due bambini. Collabora con l'editore Mimep Docete. È autrice di vari libri, tra cui "Sei nato originale non vivere da fotocopia" (dedicato al Beato Carlo Acutis). In particolare, si occupa di raccontare attraverso dei romanzi le storie dei santi. L'ultimo è "Amando scoprirai la tua strada", in cui emerge la storia della futura beata Sandra Sabattini. Ricercatrice per il gruppo di ricerca internazionale Family and Media, collabora anche con il settimanale della Diocesi di Jesi, col portale Korazym e Radio Giovani Arcobaleno. Attualmente cura per Punto Famiglia una rubrica sulla sessualità innestata nella vocazione cristiana del matrimonio.

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