23 Dicembre 2023

In questo Natale perdiamoci in un abbraccio

Ci sono giorni in cui le “rovine” della nostra vita pesano sul cuore e ci appaiono imponenti, pesanti, massicce. E noi ci aggiriamo, fedeli e testardi, tra il terribile quotidiano alla ricerca di quella consolazione che ci possa restituire la speranza. Quale consolazione, ci verrebbe da domandarci? Quale gioia per il Natale ormai prossimo? Quale speranza per il nuovo anno? Eppure, se facciamo acquietare le tempeste che soffiano dentro di noi e i pensieri sfiancanti e ci mettiamo in ascolto di Dio, vedremo le nubi squarciate dalla sua parola: il Bambino che duemila anni fa è nato a Betlemme e che si ferma continuamente alle porte del nostro cuore, stanco e impolverato. «Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta. Ecco, il Signore Dio […] come un pastore fa pascolare il suo gregge […] porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri» (Is 40,1-2.11).

La pedagogia di Dio è tutta in questa azione: ci porta al petto. È questo il suo modo di fare. Ci avvolge nella tenerezza di un abbraccio, non dispiega la sua arte oratoria, ci stringe a sé perché possiamo ascoltare i battiti del suo cuore e calmare le nostre agitazioni. Non facevo così anche io quando mio figlio era molto piccolo? Nei primi mesi di vita si acquietava solo quando lo stringevo al mio seno e gli sussurravo quelle stesse parole usate durante il tempo dell’attesa.

Consolare, parlare al cuore: è chiesto a tutti e particolarmente a quanti sono stati consolati da Dio e hanno nel segreto ascoltato le sue parole. È un’arte che ci acquista con sacrificio e determinazione perché significa decentrarsi, fare spazio all’altro, accogliere. È l’arte dell’amore che uno sposo deve imparare e conoscere per stringere al suo petto la sua sposa e farle sentire tutta la protezione e l’accoglienza possibile. È la premessa dell’arte educativa quando un genitore stringe a sé il proprio figlio per rassicurarlo e incoraggiarlo nel cammino della crescita. È il fondamento di un’autentica amicizia dove la verità è sempre rivestita di misericordia.

È nella tenerezza di un abbraccio che nascono quelle parole che arrivano diritte al cuore e diventano balsamo sulle ferite, fecondano la vita dell’altro e donano consolazione. Un ministero tutto da riscoprire e vivere. Sentirci amati da Dio per amare. Sentirci perdonati nel sacramento della riconciliazione per poter donare pace. Il Papa nel consueto messaggio di auguri alla Curia romana per il Natale ha esortato ad essere sempre innamorati: “A sessant’anni dal Concilio, ancora si dibatte sulla divisione tra “progressisti” e “conservatori”, ma questa non è la differenza: la vera differenza centrale è tra “innamorati” e “abituati”. Questa è la differenza. Solo chi ama può camminare”. Che sia un Natale da folli innamorati di quel Bambino ancora affidato alle nostre fragili mani.


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Giovanna Abbagnara

Giovanna Abbagnara, è sposata con Gerardo dal 1999 e ha un figlio, Luca. Giornalista e scrittrice, dal 2008 è direttore responsabile di Punto Famiglia, rivista di tematiche familiari. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Il mio Giubileo della Misericordia. (2016), Benvenuti a Casa Martin (2017), Abbiamo visto la Mamma del Cielo (2016), Il mio presepe in famiglia (2017), #Trova la perla preziosa (2018), Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018), Voi siete l'adesso di Dio (2019), Ai piedi del suo Amore (2020), Le avventure di Emanuele e del suo amico Gesù (2020), In vacanza con Dio (2022).

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