Islanda, Finlandia, Norvegia e Svezia sono ai primi posti nel Global Gender Gap Report 2021, l’indice del World Economic Forum che valuta la parità di genere basandosi su partecipazione economica, istruzione, salute, politica. L’Islanda nel 1980 è stato il primo paese al mondo ad avere una donna come presidente della Repubblica liberamente eletta, Vigdis Finnbogadóttir. Ma nonostante siano un modello per parità di genere, diritti civili, welfare, partecipazione delle donne alla vita politica e sociale, questi paesi mostrano tassi di violenza domestica elevati, con stereotipi e pregiudizi ben radicati in tutti i contesti.
In questi Paesi, considerati al primo posto per uguaglianza di genere, ci sono livelli di stupro e violenza contro le donne spaventosi. Inoltre secondo un rapporto di Amnesty International del 2018 su Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia, le donne e le ragazze che hanno subito violenza vengono spesso abbandonate dal sistema di giustizia. Non voglio entrare nel grande tema giudiziario del consenso o meno, è abbastanza palese che lì dove non c’è consenso si può e si deve parlare di violenza sessuale ma vorrei mettere in luce gli stereotipi e i falsi miti che girano intorno al sistema giudiziario. Ergo le leggi certamente sono necessarie e devono fare la loro parte ma evidentemente non bastano per educare alla parità di genere.
Il problema è strettamente culturale. Qual è la cultura che respirano i nostri giovani? Quale musica ascoltano i nostri adolescenti? I nostri figli ascoltano musica Trap. Conosciamo i testi di queste canzoni? Quale modello di donna rappresentano? Sfera Ebbasta è diventato milionario appellando continuamente, nei suoi testi, le donne come prostitute che non valgono nulla con un linguaggio maschilista e aberrante che entra nel vocabolario quotidiano dei nostri giovani e si insinua nel loro modo di guardare la persona. No, non è solo musica, non è solo un passatempo. Le parole plasmano la realtà, scavano dentro, creano mondi, modificano anche il modo di pensare. Non stiamo parlando di un fenomeno di nicchia: Sfera Ebbasta è il primo italiano a entrare nella Top 100 mondiale della piattaforma di streaming Spotify. Nel 2020 è risultato essere l’artista ad aver venduto più dischi in Italia nel decennio 2010-2019. Al 2023 detiene il record del maggior numero di brani piazzati al primo posto della Top Singoli.
Abbiamo bisogno di recuperare la distanza tra l’uomo e la donna senza una narrazione di contrapposizione ma di unità pur nella diversità. Ciò che è uguaglianza sul piano dei diritti, della responsabilità, della parità sul luogo di lavoro, sul sistema normativo e sanzionatorio non deve portare ad un appiattimento sul piano antropologico e interiore. È necessario recuperare quelle differenze tra il maschile e il femminile necessarie nel processo di umanizzazione della società. Ad esempio secondo Lacan un padre trasmette al figlio il senso della legge, del limite, la madre invece trasmette al figlio il senso della vita, il desiderio della vita e il suo attaccamento. Se l’uno o l’altro vengono meno si producono gap formativi importantissimi nella crescita.
La donna deve recuperare la tenerezza, la capacità generativa, la delicatezza e il pudore. L’uomo ha bisogno di recuperare la virilità che non è la forza fisica. I latini per indicare il maschio usavano homo e vir da cui virtus (la virtù) vis (forza) e virilitas (virilità). L’essere umano di sesso maschile nasce homo e deve diventare vir cioè forte, coraggioso, virtuoso. Nella donna la dimensione materna è fondamentale. Noi stiamo depauperando la società di madri e di padri. Tanto che oggi possiamo dire di avere figli orfani di genitori vivi. Non si tratta di non essere accudenti, forse lo siamo troppo.
Vorrei dunque chiedere scusa ai giovani. Scusateci ragazzi se ci preoccupiamo troppo di cosa mangiate, come vi vestite, se vi sentite inclusi dai vostri amici con gli abiti firmati e gli smartphone di ultima generazione ma non abbiamo mai il tempo di chiedervi se siete felici, se vi sentite amati, se avete una Penelope da cui ritornare o un Ulisse da attendere. Scusateci se vi mettiamo i preservativi negli zaini, ci preoccupiamo che nelle vostre scuole vi insegnino a difendervi dalle malattie sessuali o vi abbiamo dato la possibilità di assumere pillole per evitare o interrompere la gravidanza ma non ci siamo mai seduti a parlare con voi per raccogliere le vostre paure, le ansie del domani. E siamo sempre pronti a rimproverarvi o a vestirci come voi, a trascorrere ore sui social invece di ascoltarvi e cercare di fare un pezzo di strada insieme.
Diventate eroi, non siate come noi. Abbiate un motivo per dare la vita. Abbiate un motivo serio per mettervi in viaggio, anche accettando il rischio di non essere riconosciuti all’arrivo. Come Ulisse che dopo aver attraversato mille peripezie agli occhi di tutti è solo un mendicante. Solo Penelope lo riconoscerà attraverso un escamotage. Solo l’amore vi libera, solo l’amore porta a compimento la vostra felicità. Non lasciatevi ingannare. Siate eroi.
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